26 février 2010

青山がズバリ。世界で一番早口な日本人。

Voici le japonais qui parle plus vite au monde....tiré du programme 青山がズバリ!(Aoyama ga zubari)
Il me fait vraiment mourir de rire. Mis à part le haut débit de mots, il est aussi très très franc dans sa façon de parler. Et cette caractéristique est soulignée maintes fois: d'abord dans le nom du programme, au fait "ずばり言う zubari iu" signifie "parler franchement" donc "Aoyama parle franchement" et puis par lui même, qui a un peu le tic de répéter avec frénésie "はっきり言うと", c'est à dire "pour être franc"....
Message reçu!

Ecco a voi l'uomo giapponese più logorroico della terra: il signor Aoyama, del programma 青山がズバリ!(Aoyama ga zubari).
Mi fa morire dal ridere. Non solo per la velocità sovraumana con cui riesce a parlare, ma anche perchè questa sua "dote" viene messa in rilievo sia dal titolo, che significa "Aoyama parla francamente" da "ずばり言う: parlare francamente", sia da lui stesso, che con frenesia quasi ripete automaticamente ogni 2 frasi "はっきり言うと: per dirla francamente"...
Messaggio ricevuto direi!

1級


Dimenticavo...
Ho passato l'1kyu!
Sono arrivati i risultati ieri. Ho già festeggiato con gli amici, e settimana prossima tocca decisamente alla mia prof. di ripetizioni di giapponese, che era felicissima.
A parte l'infarto iniziale - la busta è grande quando si passa perché mandano subito il certificato e ho capito immediatamente- ora mi sento soprattutto sollevata. Una che vuole fare l'interprete ma non ha neanche l'1kyu non sarebbe stata molto credibile...Tuttavia mi rendo benissimo conto - solo io?- che il solo fatto di averlo passato non mi garantisce di essere in grado di diventare interprete.

Però intanto ho questo famoso 1kyu, ritenuto così difficile da ottenere! Sono contentissima!

ちなみに、日本語能力試験1級は合格しました!今年の結果は早かったな。
昨日友達と一緒に飲みにいってきました。
来週、勉強を手伝ってくれた家庭教師の所へ行って、お祝いすることになった。
本当にほっとしましたよ。通訳者の専門学校通いたい私が1級受からなかったらマズいでしょ。しかし受かったといってもですね、通訳者になれるまでは言えない。それは私だけ分かっているみたいです。

とりあえず得難いといわれている日本語能力認定書をゲット!それだけは嬉しいことです。
良かったですね!


まんが日本昔ばなし

Le fiabe giapponesi: un mondo fantastico popolato di spiriti, racconti la cui morale è spesso profondamente diversa da quella a cui siamo abituati noi...
Tralasciando la tradizione scritta, vastissima e su cui bisognerebbe essere molto ferrati per riconoscere varianti regionali e riscritture in chiave politica operate in secoli recenti, ci si può avvicinare a questo affascinante mondo attraverso i まんが日本昔ばなし, cioè le fiabe a fumetto/anime fruibili anche su YouTube.
Trovo questi video deliziosi: i personaggi parlano un po' in dialetto, come gli anziani, e usano un sacco di onomatopee, per cui se ne imparano un sacco...

おすすめです...

24 février 2010

夫婦別姓制度 - Mantenimento del cognome da nubile - Garder son nom de jeune fille

Oggi vorrei riportare i contenuti di un Video su TouTube Japan riguardante la legge giapponese sui cognomi dei coniughi. Se vi interessa...Io lo faccio più per spirito giornalistico e esercizio che per interesse nella questione (il matrimonio non è nei miei piani per il 2010, e il mio ragazzo è italiano...).

Riassumendo la situazione, il Ministero della Giustizia (法務所) ha pubblicato quelli che sono a grandi linee i contenuti della proposta di emendamento della legge del Codice Civile (民法改正案) che regola la questione dei cognomi dei coniughi. Un esperto in legge, professor Nomura dell'Università Chuo, ci spiega i temi della riforma e la posizione dell'ala del consenso e di quella dell'opposizione.

Innanzitutto si è proposto di alzare l'età legale per il matrimonio delle ragazze da 16 a 18, così da farla coincidere con quella dei maschi, per questione di parità uomo-donna. Sorge tuttavia a questo punto il problema delle ragazze minorenni che diventano madri, che per ora possono sposarsi anche a 17 anni, ma che con questa proposta perderebbero il diritto al matrimonio fino ai 18 anni. (N.d.T. tuttavia la maggiore età è 21 anni in Giappone). Visto che ne risulterebbe che il figlio verrebbe considerato figlio illegittimo ci si chiede se sia il caso.

Il problema seguente è quello dell'eredità dei figli illegittimi. I figli nati da una coppia che è sposata legalmente (法律上婚姻), cioè concretamente di coloro i quali hanno registrato il matrimonio all'ufficio dello stato civile (婚姻届を出す) sono chiamati figli legittimi (嫡出子), per contro quelli nati da una coppia che non ha registrato la propria unione vengono chiamati illegittimi (非嫡出子). La differenza tra questi- e, quindi, l'ingiustizia- sta nel fatto che i figli illegittimi non hanno diritto all'eredità da parte del padre. Si pensa che non sia giusto che ai figli illegittimi (che potrebbero risultare tali da circostanze quali nascita prima che la madre abbia raggiunto l'età legale per il matrimonio, aggiunta mia) debba spettare solo metà dell'eredità. Benché la cosa sia stata dichiarata al limite della costituzionalità, si è deciso di rendere la situazione dei figli legittimi e illegittimi uguale dal punto di vista dell'eredità.

Si vorrebbe risolvere anche il problema della paternità dei figli di donne risposate. Era a questo scopo- per evitare confusione- che fino ad ora vigeva il divieto di risposarsi (per le donne) di 6 mesi. Ora un figlio nato entro 300 giorni dal secondo matrimonio viene considerato come figlio del coniuge precedente. Ma i sei mesi sono davvero troppo lunghi. Ora si può anche fare l'analisi col DNA perciò si è deciso di accorciare il periodo di divieto di seconde nozze a 100 giorni.

Per arrivare al nocciolo della questione, bisogna decidere al momento del matrimonio se si vuole mantenere il cognome da nubile (旧姓) oppure no. Dopo non è più possibile cambiare. Tuttavia, siccome questo taglierebbe fuori tutte le coppie già sposate ma che desiderano optare per questa scelta, si è deciso di permettere, per un anno dall'approvazione dell'emendamento, di riconsiderare la questione e, una volta soltanto, cambiare da cognome del marito a cognome da nubile da sposata.
Per quanto riguarda il cognome dei figli, la questione non è semplice. E' obbligatorio scegliere al momento del matrimonio se i figli avranno il cognome del padre o della madre, anche se non sono ancora nati. Non è possibile cambiare più tardi. Inoltre, per le coppie che volessero "usufruire" di questa possibilità come una opportunità per non lasciar estinguere il cognome della propria famiglia, bisogna ricordarsi che non si può dare ai figli, se ce n'è più di uno, due cognomi diversi: o quello del padre o quello della madre. La scelta viene effettuata dai genitori.

L'ala del consenso 賛成は trova che i seguenti punti siano positivi:
- Si "sconfigge" un modo di pensare un po' antiquato
- altre cose che non ho capito....

L'ala degli opponenti (反対は) invece:
- Non necessario perché non ci sono più problemi sul luogo di lavoro
- Si perde l'unità della famiglia
- C'è chi lascia perdere il matrimonio, tanto è grosso il peso della decisione per quanto riguarda ad esempio il cognome dei figli
- Non si prendono in considerazione i sentimenti dei figli nei confronti di questa cosa.
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Bref résumé en français.

Le Ministère de la Justice japonaise a publié le 19 février les points principaux de la proposition de réforme de la loi du code civil qui régule le nom de famille des couples et quelques problèmes qui y sont liés. Dans la vidéo nous avons un professeur de la faculté de Loi de l'Université Chuo, Prof. Nomura, qui explique le contenu de cette réforme de façon à ce qu'elle soit accessible.

En gros l'on propose tout d'abord d'élever l'âge minimum légal pour le mariage des filles de 16 à 18 ans, de façon à l'égaliser avec celui des hommes. On trouve cela plus correct du point de vue de l'égalité femmes-hommes. La conséquence négative qui en naît, toutefois, et qui fait réfléchir si c'est correct ou pas d'adopter cette révision, est que les filles de 17 ans par exemple qui deviendraient mères ne pourraient pas se marier - et leur enfant serait automatiquement traité comme un enfant illégitime. Or il faut savoir que, évidemment, les enfants illégitimes se distinguent des légitimes du point de vue juridique* par l'absence du droit à hériter les biens du père.

Pour mettre fin à cette discrimination juridique on a décidé rendre égaux les droits des enfants légitimes et non.

L'autre problème c'est la paternité en cas de secondes noces. Pour éviter d'avoir des doutes en la matière, la loi prévoyait pour les femmes l'interdiction de se marier pendant 6 mois. Comme ces 6 mois sont quand-même très longs, et que l'ont peut désormais effectuer des tests de DNA, il a été décidé de réduire cette période à 100 jours.

Pour en venir au choix du nom de famille, le choix ne peut se faire qu'une fois, et au moment du mariage. Il n'est pas possible de modifier ensuite. Toutefois on accordera aux couples déjà mariés la possibilité de faire ce choix pendant 1 an depuis la révision de la loi. Pour ce qui concerne les enfants, même s'ils ne sont pas encore nés, les parents devront décider au moment du mariage également, si, dans le cas d'une mère qui garde son nom de jeune fille, donner le nom du père ou de la mère. Pour ceux qui voudraient perpétuer le nom de leur famille et d'autres cas, il faut savoir qu'il n'est pas possible de donner des noms de famille différents à ces enfants, c'est à dire le nom du père à un enfant et celui de la mère à l'autre. Le choix est fait par les parents au moment du mariage et est définitif.

Les opposants à cette révisions trouvent que l'on perd un peu l'unité de la famille et que le choix à faire est assez dur, ce qui porterait certains couples à ne pas se marier. En outre, la position des enfants serait un peu négligée.

D'ailleurs, depuis la dernière fois que l'on a parlé du sujet (qui était tombé à cause du désaccord au sein du même parti, si j'ai bien compris), le pourcentage de personnes qui pensent que la révision n'est pas nécessaire a augmenté jusqu'à 35%, chiffre presque égal au pourcentage de ceux qui, au contraire, estiment que le changement est nécessaire.


* La vidéo est une rubrique juridique et en tant que telle ne touche d'aucune manière le sujet de la discrimination des enfants illégitimes au niveau social; mais nous savons bien qu'elle existe...

From a TerebiTeracoya (テレビ寺子屋) documentary.

20 février 2010

Choisir une photo...


..et vous la montrer.
J'adore.
Et je vais continuer.

Visita all'ESIT (Ecole Supérieure Interprètes et Traducteurs).


Una settimana fa tornavo da Parigi.
Il mio istinto e la mia ispirazione tenderebbero a farmi continuare con post poetici composti da una foto e un pensiero, ma credo che sia anche interessante per i lettori sapere perché ci sono andata e cosa ci ho fatto. Quindi faccio uno sforzo redazionale, nonostante sia di indole decisamente meno pragmatica, al momento.

A Parigi c'era l'open day della scuola interpreti (d'ora in poi ESIT) a cui ambisco accedere.
Sono soddisfatta di esserci andata, perché ho avuto modo di vedere il posto e la gente, e di capire vagamente meglio alcuni dettagli concreti sulle combinazioni linguistiche e sul livello di giapponese.
Innanzitutto l'ambiente: per nulla da fighetti contrariamente a quel che mi aveva detto un amico.O meglio: l'edificio dell'università in quanto tale non ha nulla di particolare ed è anche abbastanza grigio e nemmeno particolarmente nuovo. (Sorry non dispongo di foto). Insomma non siamo ai livelli di Genève, ma neanche della nuova sede della Presidenza della mia stessa facoltà di lingue se è per quello. La gente che ci gira, per essere gente che studia economia in una delle facoltà considerate più care delle statali di Parigi, è relativamente tranquilla. (L'edificio avrà tipo 6 piani, l'ESIT è al secondo). Paradossalmente le tipe sono molto più tranquille dei ragazzi, alcuni dei quali se la girano a gruppetti di scarpa-seria-col-tacco-pantalone-gessato-cappotto-serio-sciarpa-burberry's-capello-brushato. E sguardo da strafottente finto aristocratico arrogante (il borghese medio a Parigi insomma). Apro una parentesi: al rogo tutti gli stereotipi e i preconcetti "I parigini sono stronzi". Non è per nulla vero, con me sono sempre stati tutti gentili, e comunque non ho avuto per nulla questa impressione. Chiusa parentesi.
Ho avuto modo di parlare con 3 allievi dell'ESIT. Quel che mi ha rassicurata è che sembrano essere flessibili, oltre che attenti alle richieste del mercato. Insomma se hai una combinazione linguistica troppo frequente, ti fanno sapere che non ti conviene neanche iniziare perchè non troverai lavoro se non tra anni. Se invece hai una combinazione originale, richiesta, possono chiudere un occhio su alcuni dettagli. Tipo alcuni aspetti della preparazione al momento dell'esame di ammissione e, eventualmente, il fatto che uno non sappia qual è la sua lingua A e la sua lingua B. Siccome io avrei bisogno della loro indulgenza per entrambe queste cose potete immaginare il mio sollievo. Ho spiegato la mia situazione: francese madrelingua, ma italiano parlato quasi meglio del francese, giapponese in lingua passiva, oltre all'inglese. Molto interessante, hanno commentato. Nessun problema per la confusione francese-italiano, si risolverà all'esame d'ammissione. Ottimo e non scontato avere una lingua B molto forte, sicuramente. Meglio aver francese in A però.
Gli incontri con i professori hanno confermato l'importanza del francese e l'esistenza del mio problema: gente che a forza di vivere all'estero, dimentica la propria lingua madre. Ma è recuperabile, se si agisce subito, ha precisato una prof. Ed è in questo senso che vanno i miei sforzi.
L'altro grosso mio dubbio è il giapponese. Si poteva partecipare ad alcune lezioni e tra queste c'era anche il giapponese. Ovviamente sono andata. Tuttavia hanno fatto solo esercizi dal francese al giapponese, quando ho assistito io, e quindi non ho potuto capire davvero il livello a me necessario, dovendo io fare solo il contrario, cioè dal giapponese al francese (e/o all'italiano).Ho comunque capito quel che facevano a lezione, quel che si diceva...al 90% direi. Per me non basta mai. Sono comunque insoddisfatta, molto, per quel 10%. Ma forse farei meglio a concentrarmi su quel novanta anzichè perdere la calma per il dieci.
Le altre lezioni seguite - Interprétation Simultanée e Simulation de Conférence- mi hanno colpita per l'assenza più totale di teoria. Subito, tutto, pratica. Mi ha colpita anche un professore in particolare, molto carismatico e simpatico. Uno di quei professori che tutti adorano perchè da' voglia di fare.

La scena più buffa - a guardarla da fuori- è stato quando sono andata in bagno prima della lezione di giapponese.
Il bagno si trovava esattamente di fronte all'aula in questione. Perciò, quando mi stavo lavando le mani, è successo che sono entrate due ragazze parlando giapponese, due studentesse dell'ESIT. Urlando "kusai! sugoi kusai!" (Che puzza!). Una di queste si è rivelata essere la ragazza con cui ero entrata in contatto grazie ad un amico. Lei non sa che io sapevo che lei era lei, perché non le avevo più detto nulla.
Per la cronaca a giapponese erano in 4, primo e secondo anno insieme. 2 asiatiche e 2 occidentali, un maschio e una femmina. Ho sentito la ragazza tradurre dal francese al giapponese, ha avuto qualche difficoltà ma parlava perfettamente giapponese, tranne per un accento francese che, personalmente, ho trovato molto forte per essere di una che deve fare l'interprete. Ma l'accento non è una discriminante di bravura, a meno che ostacoli la comprensione.
La professoressa è una donna sulla cinquantina, magra e con grossi occhiali quadrati, con il cognome sia giappo che francese, suppongo sia quindi sposata ad un francese, e parla senza accento alcuno. Ci ha ignorati - noi visitatori- mentre i prof degli altri corsi aperti al pubblico quel giorno hanno tenuto conto di noi in tutti i sensi. E' solo uno dei tanti modi di fare, certo, anche se un po' mi è dispiaciuto. Quel vetro immaginario tra noi e loro quanto meno contribuisce a rafforzare la consapevolezza che per ora almeno siamo ancora in due mondi diversi.

17 février 2010

分からない将来を向けて。

最近なんだかイライラしてしまうことや泣きそうになることが有り過ぎるんじゃないですかねって。
なんでもないことがあっても、理由もなく気分が悪くなったり、また良くなったりします。
そんな自分があんまり好きじゃないし、受験勉強にも人間関係にも悪影響がある。
ピルのせいか、ストレスのせいか知らないけど、そのままで続けられない感じ。
反省してみたら、卒論のことを終えてからだな。特に提出した日からです。
卒業に近づくのはいい気持ちだろうと思っていたのに。
実はそんなことない。
一人での受験勉強も大変し、お金の問題もあるし。やっぱり親のお金を使ってもらってやましい。
今回の一番困ることを言うと、自信をなくしたり、持ったりすることですね。「そのままで頑張って行けば受かりそう!」と「絶対無理。受かれるわけないでしょ」と。
なんだかバランスとれないみたいです。
どうしたらいいか分からない。

Risultati concreti del primo Hato Café: assegni famigliari. 2011年度に子供手当へ

Dal blog di Hatoyama:

"Poco fa è terminato il primo Hato Café.
7 madri e 3 padri mi hanno fatto l'onore di venire alla residenza ufficiale e dalle 2 circa è iniziato l'Hato Café.
Ho avuto l'onore di prendere parte alla discussione poco dopo il suo inzio, e di sentire la voce di madri e padri che al momento si stanno confrontando con l'educazione dei propri figli.
Ho avuto diretto contatto con l'esperienza di queste persone che tirano su i figli in ambienti molto diversi, fatto scoperte anche inaspettate e ricevuto molte idee sagge.
Al fine di procedere con provvedimenti a sostegno dell'educazione questo incontro è diventato un punto di riferimento.
Desidero nuovamente ringraziarvi per questa opportunità.

Inoltre, molti volontari oggi sono venuti a prendersi cura dei figli delle madri e dei padri durante l'incontro. Tutto questo non sarebbe stato possibile se non con la presenza dello staff della residenza ufficiale. Grazie infinte.

Anche prossimamente proporrò temi diversi per ogni incontro dell'Hato Café, che intendo proseguire. Desidero ascoltare ancora di più i vostri pareri e cambiare questo Paese."

Ecco le impressioni del primo ministro, confermate dai fatti: le news del 15 febbraio parlano dell'assegnazione nel 2011 di circa 26 000 Yen (ca.260 euro)a persona come assegno familiare.

06 février 2010

Ho ricevuto (umilmente) molte applications

Dal blog di Hatoyama.

Nell'arco di 4 giorni ho ricevuto circa 700 domande per l'evento "Real Hato Cafe"propostovi poco tempo fa.
Ringrazio tutti per la partecipazione nonostante l'estrema brevità del periodo per fare domanda.

Per quanto riguarda le risposte mandatemi in merito ai quesiti quali"Come pensa che dovrebbe diventare il Giappone?", "C'è qualcosa che vorrebbe dire al Primo Ministro?" etc. numerose di queste sono state scritte da cittadini desiderosi di migliorare questo paese e partecipare alla politica, il che mi ha fatto commuovere molto.

Permettetemi in futuro di far riferimento ai Vostri pareri, numerosi dei quali erano molto costruttivi, incluse le critiche.

Per quanto riguarda il "Real Hato Cafe", permettetemi di selezionare i partecipanti in modo da fare una scelta equilibrata tendendo conto della Vostra età, del Vostro sesso e del numero e età dei Vostri figli. Chiedo scusa a coloro i quali non verranno scelti questa volta. Sarò felice se farete domanda per il prossimo Cafe.

Se il tempo lo permetterà, spero di poterVi mostrare anche il giardino.
Non vedo l'ora di poterVi incontrare.



30 janvier 2010

Primo Hato Café dal vivo

Se vi ricordate il primo ministro Hatoyama ha iniziato a tenere un blog, secondo una politica di sforzo a ridurre il gap con i cittadini. Nel primo post prometteva di creare uno spazio non solo virtuale ma anche reale di scambio e incontro. Ieri, venerdì, ha pubblicato in un nuovo post l'annuncio del primo "Hato Café" dal vivo. Avrà luogo il 14 febbraio, in presenza di Hatoyama stesso, e avrà per tema l'educazione dei figli. Sono invitati a fare domanda per partecipare - entro il 1°febbraio, quasi avessero paura di dare troppo tempo alla gente!- genitori con figli. Basta inviare una e-mail all'indirizzo indicato e rispondere alle seguenti domande:
- Il fatto di allevare, ora, per Lei un figlio, cosa le porta di positivo?
-Qual è secondo lei il suo compito principale nella vita quotidiana?
-Qual è il tema di attualità che Le sta piu' a cuore in questo momento?
- Secondo Lei come dovrebbe diventare il Giappone?
- Ha qualcosa da condividere con /dire al primo ministro?
- Per quale motivo ha voluto partecipare all'incontro Hato Cafe?

Il primo ministro scrive che spera di sentire il parere dei genitori sull'ambiente in cui crescono i figli e questioni relative alla loro educazione. Si propone poi nel futuro di dare ascolto a una vasta gamma di tipi diversi di "utenti", di età e occupazioni diverse, etc. Quando si recherà fuori Tokyo cercherà di organizzare i Cafe anche all'infuori della capitale.

Alla fine del post, in un carattere diverso, sono scritte le regole a cui ubbidire se si intende partecipare.
Mi hanno fatto sorridere perché sono uguali alle regole che avevo nel mio corso intensivo di "Comunicazione", il cui scopo era insegnarci a comunicare - specie dialogare in situazioni simili a conferenze- "alla giapponese".
Le suddette regole sono:
- Non è necessario arrivare a nessuna conclusione, né insistere troppo sulla propria opinione. Aspiriamo solo a un Giappone migliore dove sia possibile dialogare.
- Adottate un punto di vista personale e partite da esperienze realmente vissute per i vostri discorsi. Inappropriati sonoi "in generale" e i "di solito".
- Anche il primo ministro parteciperà alla conversazione. Siamo sicuri che avete molte cose da chiedere al primo ministro, ma state solo attenti a non focalizzarvi unicamente su questo.
- Esprimetevi nel modo piu' chiaro e facile da capire possibile. Non interrompete gli altri e ascoltateli fino a che abbiano finito di parlare.
- Metteremo a disposizione caffé, té nero, té e pasticcini. Sia i partecipanti che il primo ministri sono pregati di servirsi da sè (self-service).

Trovo tutto questo molto gustoso ed attendo con ansia l'esito...

Genève

Unige, avec l'Ecole de Traduction et d'Interprétation

Les rues de la vieille ville...
Le parc donnant sur Place Neuve

Genève...可能な未来の一部?

29 janvier 2010

ヒナギく Margherita

"Hinagiku?"
"Conosci? è un fiore"
"No, non lo so. Dimmi qual è"
"La margherita".

Sono diventata l'oneesan, la sorella maggiore, del piccolo Kenta. Così mi chiamava sua madre spiegandogli che l'avrei aiutato coi compiti.
Kenta fa la terza elementare, sua madre è la mia insegnante di giapponese e a partire da oggi, una volta alla settimana lo aiuterò a fare i compiti.
E' un bambino molto dolce, anche se si distrae facilmente. Mi sono stupita di quanto fosse socievole.
Per compito doveva raccontare e poi scrivere sul quaderno una favola. Al termine della "lezione", siccome c'era un libro di fiabe di Andersen sul comodino gli ho chiesto quale fosse la sua preferita. Ha aperto il libro e mi ha mostrato la sua fiaba preferita, che però, dice, lo fa tanto piangere perché è una storia triste: Hinagiku.

「ひなぎく?」
「うん。わかる?花だ」
「いや、わからない。教えて」
「マルゲリタだよ」

今日はケンタくんのお姉さんになった。当然、自分でそう呼んでいるわけない。ケンタくんのお母さんはそういうふうに呼んでくらたの。息子に「なにを教えてもらうのを決めた?お姉さんが手伝うからはやく準備しなさいよ」と。嬉しかった。
ケンタくんは小学校3年生だ。ケンタくんのお母さんは、私の日本語家庭教師で、今日から週一回イタリアの普通の学校に通うケンタ君に手伝うことになった。
集中力は高くないみたいが、とてもいいこだ。社交的だし。
今日の宿題は童話を語ってから、書くことだった。終わったら、アンデルセン童話の本がそこにあったので、「読んだ?どれが一番好き?』と聞いてみた。ケンタくんがすぐその本を開けながら、「一つあるけど、とても悲しい。読むと泣くよ」と説明して、ページにある絵を見せた。タイトルはひらがなで「ひなぎく」で、私から読んであげたら「わかる?花だ。」「いや、分からない。教えて」「マルゲリタだよ」と。
子供による発見なんて素晴らしい。その言葉キットもう忘れない。

28 janvier 2010

Un libro che mi ha smosso qualcosa dentro - Un livre qui a laissé une trace.



Questo libro, "L'eleganza del riccio" in italiano, mi ha profondamente segnata.

Leggetelo, in originale se possibile.


Era tanto che non ridevo di cuore, mi emozionavo fino alle farfalle nella pancia e riflettevo così tanto grazie ad un romanzo. E' quanto esiste di meno banale nel panorama letterario contemporaneo: un libro sincero ma non leccaculo, che ci ricorda la ricchezza e preziosità - e la bellezza - della lingua, anzitutto. Che ci racconta una storia di dimensioni umane ma vedute universali, poi. E possiede un tocco, un non so chè di ammiccamento al Giappone e a chi lo ha amato per la sua essenza antica, non per i suoi immotivati eccessi moderni. (Benché il riferimento al Giappone non ne sia il fulcro, il che è solo un bene perché a forza di mettere le cose al centro si diventa incapaci ad apprezzarle davvero et in modo delicato.)

Un qualcosa che mi portero' dentro d'ora in poi, che si aggiunge ai tanti tasselli che compongono il mio modo di pensare e sentire.


Voici le livre qui m'a profondément émue.

Lisez-le, dans le texte si possible.


Cela faisait un moment que je ne rigolais pas autant, que je n'avais pas l'estomac noué et que je ne réfléchissais pas si attentivement grâce à un roman. Il représente ce que l'on trouve de moins banal, actuellement, dans l'actualité littéraire: un livre sincère mais pas lèche-cul pour un sou, qui nous rappelle quelle est la richesse, l'importance - et la beauté - de la langue, tout d'abord. Qui nous raconte une histoire tout à fait humaine au delà de tout, universelle, ensuite. Et qui a ce petit quelque chose - ce je ne sais exactement quoi - qui fait un clin d'oeil complice au Japon et à ceux qui ont vraiment aimé son âme, et non pas ses excès modernes sans sens sous prétexte que c'est ça le Japon. (Bien que le Japon ne soit pas du tout le sujet de la trame, ce qui fait un grand bien car à force de le mettre au centre de toutes nos réflexions, sous des réflecteurs, nous oublions comment le savourer et l'apprécier vraiment, et d'une façon bien plus délicate).

Un oeuvre d'Art que je ne suis pas près d'oublier.

Il ruolo della donna nella televisione italiana e giapponese.

Breve osservazione sociologica.

Quanto mi fa ridere. Guardate questo programma : stanno dibattendo su 2 temi di attualità, ossia il caso di frode (se ho capito bene) del Segreterio del partito minshuto, il sig. Ozawa, e del problema del riposizionamento della base americana da Futnenma (Okinawa) a qualche altra parte. Cioè piu' che "stanno dibattendo" sarebbe corretto dire che un uomo estremamente logorroico spiega la situazione.

Pensate: in Italia avremmo uno stacchetto musicale-porno ogni 5 minuti. Invece in Giappone abbiamo la fanciulla di bianco vestita, che si deve sorbire tutto lo sproloquio in piedi e annuendo e dicendo di sì a intervalli regolari - senza dimenticare di sbattere le palpebre e rimanere a bocca aperta.

Seduzione volgare che parte dal presupposto che l'uomo è debole perché ha bisogno della carne VS ruolo della sprovveduta in assoluta dipendenza psico-emotiva che parte dal presupposto che l'uomo è debole perché ha bisogno di conferme e si deve sentire forte.

Interessante.

26 janvier 2010

Un uomo rimane un uomo

Oggi la mia riflessione è alquanto semplice: un uomo, nonostante sia il Presidente della Repubblica francese, o il Primo Ministro del Giappone, rimane sempre un uomo.

Sarkozy. Un uomo complessato per la sua bassa statura, dalla mimica e dai gesti eternamente nervosi, che, in seguito alla programmata comparsa su TF1 di ieri sera, è stato tacciato di "prevedibile come al solito, ma stranamente calmo" di fronte alle lamentele e ai problemi di 11 interlocutori che impersonificavano le difficoltà dei francesi. Poverino. Si è tanto impegnato a non scoppiare in un accesso furibondo d'ira, è stato così bravo a trattenersi, eppure è tutto vano. In entrambi i casi, a piombargli addosso è solo critica.

Hatoyama. La recente svolta del Giappone, non ha neanche sei mesi di operato alle spalle che già lo abbattono a colpi di "è l'uomo meno carismatico sulla faccia della terra, e gli manca anche la leadership". Poi vive nella società giapponese, figuriamoci! Il suo blog sembra il giornalino intimo modello di un pargolo di sangue blu che fa correggere gli errori di ortografia alla madre, e quelli concettuali al padre che, severo, non gli elargirà mai un complimento, nonostante il visibile sforzo di non scrivere nulla di personale, nulla di sconveniente, nulla che non si deve. Ma alla fine neanche nulla di vero. L'ultimo suo post, ad esempio, è scandaloso. Linguaggio chiarissimo, ma contenuti...un concentrato di "impasto calcolato per il cittadino scontento e il Parlamento esigente". In sostanza un "quanto siamo bravi, abbiamo dato tot soldi ad Haiti", "Haiti ci è grata", "abbiamo ricevuto l'approvazione di tutti, a Montreal, per aver annunciato la nostra intenzione di dare altri soldi a Haiti" e, infine, il patetico e rivelatore "anche il Giappone è una terra facilmente soggetta a disastri naturali". Giusto se non si fosse capito per quale motivo agivano. Metterlo nero su bianco, pergiunta su un blog, è davvero il massimo dell'ingenuità e del cattivo gusto. I giapponesi sono in totale e totalizzante lotta con la loro coscienza, non sanno piu' cosa vogliono fare cosa debbono fare e cosa dovrebbero fare e per autoconvincersi scrivono delle belle frasi esteticamente ineccepibili che ai loro occhi giustificano l'azione in sè dettata da motivi tutt'altro che altruistici e morali.

Ma un uomo rimane un uomo, e il governo, che è fatto da uomini, rimane umano nella sua dimensione, e in quanto tale sbaglia. Basta seguire le news per venire bombardati da tutti questi errori.

04 janvier 2010

Il Primo Ministro giapponese inizia ad usare twitter e a scrivere un blog

Il Primo Ministro Yukio Hatoyama ha iniziato un blog e a usare twitter, come buon proposito del nuovo anno per avvicinarsi al pubblico proprio in un momento in cui la sua popolarità sta crollando.
Hatoyama ha iniziato a usare il servizio di miniblogger Twitter, e a scrivere un blog a pieno titolo, entrambi in giapponese, da venerdi.
"Buon anno a tutti" ha scritto nel suo primo tweet, sottolineando che era stato lui di persona a scriverlo. "Il mio obiettivo per ora è di mandare un tweet al giorno, finchè non mi ci abituero'".
Il servizio Twitter, basato a San Francisco e con già 10 milioni di utenti, permette di sommergersi a vicenda con messaggi di solo 140 caratteri o meno, ha lanciato la versione giapponese nell'aprile 2008.
Nel suo blog chiamato Hato Cafe, Hatoyama ha dichiarato "ho iniziato questo blog allo scopo di colmare il gap tra la gente e la politica e allo stesso tempo per cambiare questo paese".
Ha anche caricato sul blog una foto del tetto del suo ufficio che si staglia contro il cielo blu invernale, spiegando che aveva fatto la foto con il suo cellulare.
L'account Twitter è
http://twitter.com/hatoyamayukio mentre l'indirizzo del blog ufficiale è http://hatocafe.kantei.go.jp/.
Consensi al cabinetto di Hatoyama si sono abassati sotto al 50% per la prima volta secondo i maggiori sondaggi del mese scorso.
Gli elettori criticano la sua mancanza di carisma e uno scandalo di fondi.
Nel suo blog Hatoyama si scusa per uno scandalo di fondi che ha invischiato un aiutanto di campo dicendo "Ho causato molti disagi a molte persone anno scroso.Ascoltando la voce della gente, voglio fare del mio meglio per adempiere ai miei doveri."
I prosecutori hanno incriminato l'ex aiutante di Hatoyama, Keiji Katsuba, in dicembre per aver presumibilmente mancato di denunziare migliaia di dollari di donazioni, ma non hanno incriminato il Primo Ministro per mancanza di prove.
I rinvii a giudizio sono arrivati dopo sofferti 100 giorni al governo per l'artistocratico in politica, l'elezione del quale ha posto fine a mezzo secolo di governi conservativi quasi ininterrotti nel paese che è la seconda economia al mondo.
L'attività politica online rimane rara in Giappone, dato il divieto per legge di agire su internet prima delle campagne elettorali nazionali.
Ma giovani politici hanno iniziato a lanciare blog e usare Twitter e il ministro delle comunicazioni Kazuhiro Haraguchi ha affermato che il governo potrebbe prendere in esame l'ipotesi di eliminare il divieto.

Da Yahoo News Usa, 2 gennaio 2010.

(Leggendo il post del Primo Ministro riscontro che sullo scandalo dei fondi ammette solo di aver causato "preoccupazione", non "problemi", che è anche un modo per susarsi pur non ammettendo che i fatti siano veri. Traduzione all'inglese imprecisa, o mio ecessivo zelo. Bel blog, visitatelo.
Inoltre Hatoyama sembra anche avere intenzione di tenere veri cafe in cui poter parlare con il popolo, ma la cosa è ancora a livello di progetto. Per i commenti invece, invita i lettori a farli su Twitter. N.d.T.)

31 décembre 2009

Buon 2010 con la "soba" 年越しそばでよいお年を!


"Oggi, a capodanno (大晦日oomisoka), nella prefettura di Gifu, molti clienti in cerca della "soba* di fine anno"(年越しそば toshikoshi soba) si sono recati al negozio di soba 更科. I 36 impiegati sono tutti impegnati coi preparativi da stamattina presto.
Si dice che la soba di fine anno venga mangiata affinchè "si viva a lungo come essa" e che "con la stessa facilità con cui si taglia la soba, si possa staccarsi da e buttare via le difficoltà di tutto un anno per andare incontro a un buon anno nuovo".
In negozio, da stamane alle 9 è tutto un via vai di clienti che mangiano o comprano da portar via a casa la soba di fine anno.
Da更科, solo il 31, e incluso il take away, si vendono circa 5000 porzioni, ossia piu' di 10 volte le vendite normali."

Yahoo News del 31 dicembre '09.
*Soba: pasta giapponese, lunga sottile e di grano saraceno, N.d.T.

30 décembre 2009

Libro "Giorni Giapponesi"


[Premessa: per problemi informatici, i font di questo post sono quasi completamente random. Non fateci caso] Sto leggendo "Giorni giapponesi - alla ricerca dell'anima del Giappone" di Angela Terzani Staude (Milano, Edizioni TEA, 1994).Ho dovuto procurarmelo, dovevo sapere cosa ne pensava qualcuno che - da occidentale anche se non nipponista - ha vissuto 5 anni in Giappone. Nonostante alcune perplessità iniziali - perplessità solo sulla forma e su alcune affermazioni che trovo un po' melodrammatiche - devo dire che si sta rilevando una lettura purificatrice. Questa signora fa un ritratto impietoso ma veritiero del Giappone. Cio' che è ancora piu' interessante pero' è che riesce a dare tante risposte, e non si limita a porre dei problemi. Quante volte ho penato a trovare una risposta ai miei quesiti sul perchè i giapponesi fanno o pensano tale o tal altra cosa, senza poterne davvero venire a capo e lasciando la questione in sospeso con un ventaglio di possibili ipotesi. In questo libro invece si trovano delle risposte. Non so se siano determinate piu' che altro dal mio bagaglio di esperienze, che confermano alcune impressioni e affermazioni dell'autrice...è ben noto che come avvenga la lettura di un libro dipenda anche dal background del lettore. Consiglio tanto questa lettura. A tutti gli appassionati del Giappone. A chi ha la curiosità e il coraggio di guardare la realtà del Giappone contemporaneo cosi' com'è. A chi non si saprebbe accontentare dello sguardo superficiale e kitsch del turista. Mi genera qualche perplessità perchè è presentato sotto forma diaristica, mentre molti interventi sembrano riscritti e rielaborati con senno di poi e tante conoscenze che mi sembra strano l'autrice avesse sin da subito. E una lieve tendenza a spiegazioni di storia e cultura un po' manualistiche. Ma tant'è. Molte inutizioni sono geniali, molte descrizioni di esperienze vanno oltre cio' che ci si aspetterebbe. La distanza temporale anche contribuisce all'effetto positivo. Mi spiego meglio. Leggete questo breve passaggio:
"In Giappone c'è aria di "crisi economica". I giornali lo scrivono, i politici lo ripetono, lo martellano nella testa dei cittadini."

Vi troverete d'accordo con me se affermo che sembra una frase scritta tra il 2005 e il 2009. Beh, è del febbraio 1987.
Questo è solo un passaggio breve e palese, ma in moltissimi punti ho avuto l'impressione che tutto fosse uguale, che nulla fosse cambiato, quindi in sostanza: il ruolo della donna, con quale riluttanza ormai svolge la sua "parte"...etc., etc., etc.

Sto imparando molte cose che hanno un aspetto familiare ma che, in fondo, si rivelano del tutto nuove.

Certo, ci sono anche punti in cui mi trovo in profondo disaccordo. Ad esempio con questo passaggio:

"Fino a un secolo fa ogni quartiere di Tokyo era un piccolo mondo a sè, ristretto come un "villaggio": Roppongi, Ginza, Shinjuku, Shibuya, Asakusa, Kanda, Meguro...Poi, con la modernizzazione, i vari quartieri si sono amalgamati in una metropoli di 12 milioni di abitanti che a prima vista ricorda l'anonima, sciatta, provvisoria periferia americana. Ancora oggi pero' ogni quartiere rotea intorno alla sua stazione metropolitana e alla sua ginza - la strada con le taverne e le botteghe delle vecchie stampe - cosi che ai giapponesi resta l'illusione di vivere ancora nell'intimità del villaggio". Quello che mi aveva colpito era proprio la differenza tra i quartieri! Altro che amalgamati...
Oltretutto, trovo umano il tentativo di voler preservare l'entità del "villaggio", proprio perchè ci si trova in una megalopoli ed uno spazio umano bisognerà pur crearselo...

Ad ogni modo è un libro che propone una chiave di lettura oggettiva e valida. Ne sono certa, pur essendo solo a metà.

Vorrei condividere meglio con voi cio' che mi suscita questo libro, ma esporre ogni mio parere su ogni affermazione e aggettivo e sottinteso che ho incontrato sarebbe troppo faticoso. Concludo lasciandovi con una frase, la frase che finora mi è piaciuta di piu' e con il sincero consiglio di leggerlo : )

"Tanto sembra faticoso ogni incontro umano che i piu' preferiscono non parlare affatto".

28 décembre 2009

Telecamere di sorveglianza nei treni della JR-Higashi Nippon

Yahoo News del 28 dicembre.

"Per mettere fine alle molestie sessuali (痴漢) che avvengono nei treni, la JR Higashi Nippon ha deciso il 28 di iniziare a installare telecamere di sorveglianza in modo provvisorio e a titolo sperimentale.
Le telecamere che sono state installate sono due soltanto nella prima carrozza di un treno della linea Saikyo, quella dove sono piu' numerosi i casi di molestie sessuali, e in considerazione della privacy degli utenti, sono stati affissi avvisi di "videosorveglianza in atto".
A JR Higashi Nippon si è deciso di verificare i risultati di questo esperimento e di decidere se poi prendere questo provvedimento in maniera continua oppure no."

Nel servizio viene anche spiegato che le telecamere riprendono l'area in cui avvengono piu' comunemente atti di molestie sessuali, ossia nelle vicinanze delle porte.

27 décembre 2009

Video del Primo Ministro su YouTube, "Non suicidatevi"

Yahoo News del 26 dicembre e NichiTere News 24.(Titolo originale dell'articolo:首相が動画サイトに自殺防止メッセージ)

Secondo la National Police Agency (警察庁) il numero di suicidi di quest anno fino a fine novembre è arrivato a 31'810 (445 persone in piu' rispetto allo stesso periodo anno scorso n.d.t.). Sono 12 anni consecutivi che si va oltre le 30'000 persone. Di fronte a questa
situazione, questa sera il Primo Ministro Hatoyama ha pubblicato su You Tube un video senza precedenti, un appello a non suicidarsi.

"Mentre ci avviamo alla fine dell'anno, penso che ci siano persone che hanno perso il lavoro e un posto in cui vivere. Noi, il paese e me stesso, collaborando abbiamo creato degli sportelli aperti a chi ha difficoltà con la vita quotidiana. Abbiamo intenzione di fare il possibile per aiutare anche solo un po' la vita di chi è in difficoltà. Chi è in difficoltà...per favore, venite a "Halo Work" (ハロワーク ), all'ufficio del welfare etc.. Fate una telefonata. Voi assolutamente non siete soli." ha detto Hatoyama, con voce quasi scossa. Non ho trovato il video su YouTube, ma solo su siti di news.

Io

voglio diventare interprete.
Non riesco a pensare ad altro.

25 décembre 2009

La mia attività all'ICC - Links

A titolo di ricordo e anche per consultazione futura, volevo pubblicare qui alcuni link di..tracce che ho lasciato di me in Giappone. Tracce vere, di cui sono orgogliosa!
Si tratta dell'...
Outreach program sul sito dell'ICC e in un articolo di Waseda Weekly (anche su questo blog qui).

Oltre all'Outreach ho partecipato anche al language exchange program e sono stata intervistata dal Waseda Weekly per un articolo su che cos'è l'amore attraverso il mondo. Ho ricevuto dai miei genitori una copia dell'uscita in cui compare l'articolo, ma ancora non ho potuto vederla. A gennaio le foto. Ho anche aiutato a fare un video di presentazione dell'ICC, ma non riesco a trovarlo online. ^_^

24 décembre 2009

L'impero dei segni


Qualche tempo fa ho comprato "L'impero dei segni" di Roland Barthes, e ce l'ho addirittura fatta a leggerlo una volta. Il vantaggio di (stare per)finire l'università è di poter godere della possibilità di leggere i libri che si sono presi con la recentemente acquisita capacità di scelta, infatti. Sottolineo l'una volta perchè è una raccolta di saggi decisamente impegnativa. Di una pesantezza tutta francese, direi. Una volta non basta. Barthes è in un mondo di pensiero tutto suo, che non appartiene nè all'Occidente nè all'Oriente, ed è li' tutto solo che fa i suoi ragionamenti..anzi enuncia conclusioni, e seguirlo non è facile, trovo. Ogni tanto è anche noioso, ma forse perchè io non mi interesso di haiku, di cui lui parla cosi' spesso e che, come lui stesso conclude, sono scritti solo per scrivere, non per dire qualcosa.
Ogni tanto ho avuto l'impressione che fosse colpa della traduzione. Certi modi di scrivere diventano pesanti se tradotti. Ogni tanto ho avuto l'impressione che fosse pesante lui. A cosa serve usare ossimori concettuali quali "iperestesia simbolica"? Oppure, giochi di parole del tipo "da noi il mobile ha una vocazione immobiliare, mentre in Giappone la casa, spesso smontata e rimontata, è appena qualcosa di piu' di un elemento mobile"? Insomma non è un testo che si rende accessibile, anche se probabilmente sono io lettrice del nuovo millennio a non essere abbastanza acculturata.
Tuttavia ha intuizioni geniali.
Personalmente ho adorato il saggio "Centro-città, centro vuoto" in cui spiega che contrariamente alle città occidentali che hanno un centro ed un centro che è pieno, la capitale del Giappone, una delle piu' grandi potenze al mondo, ruota attorno ad un centro vuoto: non lo dice esplicitamente, ma è il Palazzo Imperiale e il suo giardino. Andando sul posto ce ne si rende conto in effetti: non si vede il centro, e rispetto ai palazzi e grattacieli che gli stanno attorno è molto piu' basso e vuoto.
Ho amato molto anche "Senza indirizzi": La piu grande città del mondo è praticamente inclassificata, gli spazi che la compongono nei dettagli sono innominati. Questo annullamento domiciliare sembra scomodo a chi (come noi) è abituato a stabilire che la cosa piu' pratica è sempre la piu' razionale (principio in virtu' del quale la miglior toponomastica sarebbe quella delle vie-numero, come negli Stati Uniti o a Kyoto, città cinese). Tokyo ci ripete invece che il razionale non è che un sistema tra altri. Perchè ci sia padronanza del reale (in questo caso dell'indirizzo) è sufficiente che ci sia un sistema, anche se questo appare completamente illogico, inutilmente complicato, curiosamente diverso.
Questo sistema è disegnare schemini di orientamento, in cui compaiono punti di riferimento quali, anzitutto, la stazione piu' vicina e i negozi attinenti. Questo sistema è guidare il tassista, o farlo guidare dal nostro ospite, al telefono.
Tutto cio' fa dell'esperienza visiva un elemento decisivo dell'orientamento: affermazione banale se si trattasse della giungla o della boscaglia, ma che lo è molto meno se riguarda una grandissima città moderna, la cui conoscenza è quasi sempre assicurata dalla carta, dalla guida, dall'elenco telefonico, in una parola, dalla cultura stampata e non dalla pratica gestuale. [...] Questa città non puo' non essere conosciuta che grazie ad un'attività di tipo etnografico: bisogna orientarsi non con il libro, l'indirizzo, ma con lo stesso camminare a piedi, con la vista, l'abitudine, l'esperienza.
A parte che questo è precisamente il mio modo di viaggiare ed esplorare sono d'accordo con quanto scrive.
E per questo Tokyo è crudele: perchè andrebbe vista tutta. E questo ovviamente non è possibile.

E' sbagliato

Quando sono andata la prima volta a studiare all'estero per un anno avevo 17 anni e sono stata negli Stati Uniti. Host family e liceo nell'Indiana. Mi avevano detto, prima di partire, di essere cauta a giudicare gli americani (l'altro): perchè "it's not wrong, it's just different" (forma mentis nei confronti dell'alterità culturale che non significa sospendere il giudizio ma attivarlo in modo costruttivo e critico verso se stessi).

Riflettevo che è buffo che proprio nella lingua giapponese, che non afferma non prevalica mai violentemente, sia implicito questo modo di pensare.

"E' sbagliato" si dice 違います chigaimasu. Letteralmente: è diverso, differisce.

なんで日本語となんで韓国語

私の偶然で始めた日本語の勉強はどうなってきたかについての文章だ。

絶対的に諦めたわけないですけど。
考えてみると、いろいろな理由で日本人との交際が上手く行かないし、上手くいけると思っていない。日本人と会話を交わすために日本語を勉強しているわけないと感じるようになった。
それに、日本語で読みたい日本の文学がまだ読めない。勉強は5年目に入ったのに。読めるようになるまでは時間かかりすぎるようだ。文学が読めるために日本語の勉強しているわけないとも言える。
結局、いったいなんのために日本語の勉強しているかってわからなくなった。ドラマや映画が分かるが。
時間の無駄じゃないって思うことがあった。
ちょっと切ないでしょう。

まあ、だいたいなんのため外国語学ぶの・・・

通訳者なりたいけど・・・その仕事をやるために生まれたと信じている。

とりあえず、アジアの言語の中で、わりと簡単に読めると書けるやつにした。ということで、韓国語の勉強し始めた。他に理由がある。たとえば、発音が好き。韓国人はイタリア人らしいからなどだ。
(韓国で留学するつもりないですから、真面目にやっているわけないけどね)

20 décembre 2009

Quando (anche) l'imitazione fallisce

Mi è tornato in mente per caso.

A Tokyo andavo ogni tanto con i miei amici in un irish pub che si chiamava Hub...è una catena, e ce n'era uno anche a Takadanobaba, dove abitavo.
Regolarmente, all'entrata, un cameriere chiedeva 三名様ですか san mei sama desu ka? cioè "siete in 3"?
Allora rispondevamo di volta in volta "si, siamo in xxx". Mi ricordo di aver risposto spesso io, avendo cura di togliere il "sama" che è un onorifico, e che quindi non si puo' applicare a se stessi. E dicevo はい、三名です hai, san mei desu "si, siamo in 3".

ERRORE.

L'ho capito solo tardissimo, credo l'ultima volta che ci sono stata tipo, 2 sere prima di tornare in Italia. Anche "mei" è onorifico, come contatore per le persone. La risposta giusta era はい、三人です hai, san nin desu "si, siamo in 3"...col contatore "normale", quindi umile, per le persone.

Cioè quello che non avevo imparato studiando sui libri mi ha indotto in errore perchè per quanto il meccanismo di rispondere ripetendo la frase tale e quale togliendo solo l'onorifico e volgendola in una affermazione fosse giusto, mancava l'intuizione di pensare che forse anche il contatore poteva essere in forma onorifica...

Mi viene da sorridere. Ho sbagliato per tutto quel tempo, in buona fede, e mai sul cameriere l'ombra di un sorriso o di una smorfia.

(E poi penso ai bambini giapponesi che imparano la lingua per imitazione...e mi ricordo che l'onorifico difatti non lo imparano da piccoli - mi dicevano- ma tra la fine del liceo e l'entrata all'università, cioè all'alba dell' "entrata nella società", un passo marcato dalla necessità di sapervicisi comportare).

19 décembre 2009

Scrittura, malattie, macchie e problemi di coppia (?)

Chi di voi ha letto L'uccello che girava le viti del mondo di Haruki Murakami?
E' stato il primissimo romanzo di letteratura giapponese - che dico, la prima "cosa giapponese" che ho letto nella mia vita. Ero giovane e ingenua, curiosa e ghiotta, matricola a lingue a Tolosa. E ancora credevo che leggere la letteratura significasse addentrarsi nella psiche di un popolo..ci sono voluti un paio di anni ma ora ho capito che significa addentrarsi nella psiche di quel malato di mente che è lo scrittore. Scrivere è curare malattie, spesso le proprie.

Insomma. Chi di voi l'ha letto si ricorderà del protagonista. Io non mi ricordo il nome. Mi ricordo che aveva perso il gatto, la tipa e cercava entrambi disperatamente. E aveva una grossa macchia...blu? viola? su una delle due guancie. Ovviamente di origini sconosciute. Non ricordo se il finale fosse scontato come lo stereotipo che affibbiamo al povero Murakami ma se non erro quando risolveva tutti i suoi problemi di coppia gli spariva pure la macchia. Il bubbone.

Ora anche io ho una macchia!
No, vi risparmio la foto. Non è proprio roba di cui andare fieri! (stavo per scrivere: roba da andarne fieri. E dove va il mio italiano scritto...?)
E' sulla mano destra. Ce ne sono due, a dire il vero, una tra l'attaccatura del pollice e dell'indice, là dove riposa la penna quando la si tiene in mano; e una proprio in centro sopra. Non so perchè le ho. Non so neanche esattamente da quando le ho. Ricordo che quando stavo facendo il tirocinio già me ne lamentavo, e l'ho fatto tra settembre e ottobre, quindi diciamo pure da ottobre. Prima erano bollicine, poi si è gonfiato, poi un rossore da irritazione.Mi prude. Si irrita col freddo fuori e con l'acqua calda. ("Ce l'hai fatta a diventare come il tuo eroe di cartone animato preferito, Ranma" ironizzo' qualcuno). E non va via.

Quando andrà via lo prendero' come un segno!

16 décembre 2009

Il buongiorno si vede dal mattino...o no?!

Al quinto anno di studio di una lingua straniera, uno pensa di saper gestire senza problema almeno almeno i saluti, vero?, per quanto possano essere contorti e diversi da quelli della propria linguamadre!
Io cosi pensavo ma evidentemente mi sbagliavo!
L'anno scorso mi era sembrato di capire che おはようございます ohayou gozaimasu "buona mattina" si potesse o quasi dovesse usare anche al posto di buon pomeriggio/buongiorno/buona sera anche se era sera se ci si imbatteva per la prima volta in quel giorno con una persona "a noi superiore" in età, posizione etc etc. Questo mi sembrava di aver capito. Anche perchè insomma, se vedi un film con due che si salutano dicendo "buona mattina" a notte fonda, ti rimane impresso e lo chiedi al tuo prof. di giapponese di turno, no?
E mi era anche sembrato di capire che si facesse
cosi perchè solo nel saluto "buona mattina" c'è l'onorifico.

Convinta di cio', l'altro giorno vado a ricevimento e saluto la mia prof. giapponese di giapponese con ohayou gozaimasu nonostante fossero le 2 di pomeriggio, pensando
cosi di dimostrare peraltro il rispetto dovuto ad una figura come la sua.

Mica mi ha presa in giro?!
"Beh è un po' tardi per ohayou gozaimasu, ormai sono le 2, こんにちは でしょう?!"

Inutile precisarlo, non sono stata a questionare, nè a chiedere il perchè, anche perchè ero parecchio stupita.
-Che i giapponesi che vivono in Italia da tempo si siano italianizzati al punto di scegliere i saluti nella propria lingua secondo il criterio italiano dell'ora del giorno?
-Che abbia capito male io e frainteso tutto? E che quindi i giapponesi là, per non mettermi in imbarazzo, non mi abbiano corretta per ben 10 mesi sull'uso di ohayou gozaimasu a tutte le ore del giorno?
-Che lei pensasse che non potevo essere abbastanza avanti nello studio della lingua da poter possibilmente mettere in pratica sottigliezze tali? (Sottigliezze, si intende, sono tali per gli occidentali, mentre sono fondamentali e imprescindibili per i giapponesi).

Eppure sono
cosi sicura di aver sentito spesso ohayou gozaimasu anche quando non era mattina ed essermi cosi stupita...