29 avril 2008

そうび Rosa


我はけさ
初にぞ見つる
花の色を
あだなる物と
いふべかりけり

Solo stamane,
per la prima volta, vidi
l'incanto di questo fiore,
che, invero, m'appare
fatuo e volubile.

古今和歌集・物の名・きのつらゆき
Kokinwakashuu, sezione "nomi di cose", waka di Ki No Tsurayuki

23 avril 2008

昔々・・・ C'era una volta...


今晩、川端康成の"美しい日本の私"を読んでいて、あの"美しい日本の私"の中で、他の作家が作った和歌もたくさんありました。和歌の中で、おのの小町の一つが一番好きだった。難しいけど、日本語で読みたかった。古今和歌集を持ってるから、すぐ調べましたが、あの和歌を見つけたかどうかわからない。見つけた和歌の翻訳はちょっと違うからです。
そして、他の和歌もここに書きます。イタリア語で書いた説明は日本語でできない、ごめんなさい。何しろ、全部は面白い・・・夢についてですね。昔の考え事もわかるかも。例えば、もし誰かを夢で見たら、あの人は、夢を見てる人の事に強く考えてるだろう。また、寝ながら、服を返し着る事は、夢で会いに事だろう。それは、私も今晩の前に知らなかったが、古今和歌集の"コメント"で、読んで、学びました。あの昔の考え事は甘いと思いますが、甘すぎないも思います。今日の考え事は同じかな・・・

Stasera leggevo il discorso di Kawabata Yasunari tenuto per il premio Nobel che ricevette per la letteratura nel 1968.
Vi è citata una poesia di Ono no Komachi appartenente al Kokin Waka Shu, un'antologia imperiale di componimenti poetici compilata nel X secolo e che avevo studiato l'anno scorso. Mi è piaciuta cosi tanto...

Tanto lo pensai
Che come m'addormentai
Ecco m'apparve

Se lo sapevo un sogno

Chi si svegliava mai


Dal mio amore

Per le strade del sogno

Vado e rivado

Ma un solo sguardo desto

Piu' di tutto questo vale

Allora l'ho cercata nell'antologia grazie all'indice degli autori, e ho trovato una poesia simile. Non sono sicura che si tratti della stessa, perchè c'è solo la prima strofa. E la traduzione è diversa, forse semplicemente perchè opera di qualcun altro?
In giapponese (antico) la poesia che ho trovato è la numero 552, del 12esimo libro dell'antologia e recita:

思いつつ
寝ればや人の

見えつらむ

夢と知りせば

覚めざらましを


Ma la traduzione è:

Forse perchè mi corico
Sospirando per lui,
Mi è apparso nel sonno?
Avessi saputo ch'era un sogno,

Mai mi sarei svegliata.

Il commento (di Ikuko Sagiyama) alla poesia è "La poesia apre una serie di tre componimenti di Komachi col motivo dell'incontro che avviene nel sogno. la poesia rovescia la credenza comune dell'epoca secondo la quale, se si vede qualcuno in sogno, è segno che quest'ultimo pensa intensamente al dormiente."

Gli altri 2 componimenti della trilogia recitano:
うたたねに
恋しき人を

見てしより

夢てふ物は

頼みそめてき


Da quando vidi

Nel sonno leggero

Il mio adorato,

Cominciai a confidare

Nel sogno fuggevole


いとせめて

恋しき時は

むばたまの

夜の衣を

返してぞ着る

Quando mi opprime
La brama tormentosa,

Mi affido all'incantesimo

Di indossare a rovescio
La veste da notte

"La poesia si basa sulla credenza secondo la quale, se si dorme indossando la veste al contrario, si puo' incontrare nel sogno la persona amata"


Il pleut


Il pleure dans mon coeur
Comme il pleut sur la ville,
Quelle est cette langueur
Qui penetre mon coeur?

O bruit doux de la pluie
Par terre et sur les toits!
Pour un coeur qui s’ennuie
O le chant de la pluie!

Il pleure sans raison
Dans ce coeur qui s’ecoeure.
Quoi! Nulle trahison?
Ce deuil est sans raison.

C’est bien la pire peine
De ne savoir pourquoi
Sans amour et sans haine
Mon coeur a tant de peine.


都に雨の濯ぐが如く、
わが心には涙の雨が降る。
如何なれば、かかる悲しみの、
わが心の中に進み入りし。
地に響き、屋根に響く、
ああしめやかなる雨の音よ、
雨の調べよ。
しかし、わが心は何がため憂うるとも知らず、
ただ訳もなく潤う。
訳もなく悲しむ悲しみこそ、
悲しみの極みというのであろう。
憎むでもなく、愛するでもなくて、
わが心には無量の悲しみが宿る・・・。


Poesia di Verlaine "Il Pleut" tradotta in giapponese da Nagai Kafu.


03 avril 2008

Vita e opere di Nagai Kafu 永井荷風


Nato a Tokyo nel 1879 (anno 12 dell'era Meiji) Nagai Sokichi usa lo pseudonimo di Kafu (vento sul loto) ispiratogli da un amore adolescenziale in ottemperanza alla tradizione Edo che vuole che i letterati usino un nom de plume.
I suoi pseudonimi sono variati, eccentrici e spesso giochi di parole che non esita a usare per titoli di opere; ad esempio Kinpu Sanjin (il dilettante di Kinpu) gioca sul fatto che la seconda lettura di Kinpu sia Kanetomi, il quartiere in cui è nato.
Avrebbe voluto essere un Edokko, figlio di Edo.
Nato nel distretto di Koishikawa da una famiglia di proprietari terrieri origniaria dalla provincia pero', non ha la provenienza tipica per esserlo, oltre ad essere nato nell'era Meiji.
Il padre Kagen è un funzionario della nuova burocrazia Meiji e rappresenta sia lo spirito di rinnovamento che Kafu tanto odia, sia la morale confuciana con la quale è stato educato.
Le prime opere, di cui non rimane nulla, risalgono al periodo della scuola media e sono racconti a imitazione di Tamenaga Shunsui, autore di romanzi popolari del periodo Tokugawa.
Nagai non ama lo studio e preferisce dedicarsi al Shakuhachi (flauto di bambu a 5 fori) o al Kiyomoto (teatro dei burattini, rappresentazione accompagnata dallo shamisen), infatti fallisce nello studio del cinese all'Università di Tokyo e prende lezioni presso un maestro di rakugo nel 1899 finchè suo padre non interviene a fermarlo.
Negli stessi anni diventa allievo di Hirotsu Ryuro, uno scrittore del genere hisan shosetsu (romanzo tragico) di cui si sente l'influenza nelle prime 2 pubblicazioni di Nagai, "Oboroyo (notte di nebbia)" del 1889 e "Hanakago (cesto di fiori)" del 1899.
Nel 1901 diventa giornalista dello Yamato Shinbun e inizia la sua fase di sperimentazione letteraria e indagine sui canoni della letteratura europea moderna. Legge Zola in inglese.
Tra il 1902 e 1903 pubblica saggi e traduzioni sul naturalismo. Lo shizenshugi e naturalismo francese sono molto diversi pero', e Nagai seguira' addirittura un percorso diverso da tutti gli altri naturalisti giapponesi, che approdera' al romanzo autobiografico.
Nel 1902 scrive una prefazione alla sua opera "Jigoku no hana (I fiori dell'inferno)" in cui dichiara la sua adesione al zolaismo. Per lui, la natura umana è fondamentalmente bestiale e desidera indagarne gli aspetti piu oscuri, come la lussuria e la violenza, cercando di mostrare come derivino dall'eredità dei nostri antenati e dall'ambiente in cui ci troviamo. In realtà pero' Nagai non recepisce proprio questo determinismo "europeo", e in generale tutti i naturalisti giapponesi si limiteranno a descrizioni accurate, non derivate dai postulati di una vera e propria scienza "deterministica". Rimane un grande amore per il dettaglio e per descrizioni minute di cio' che ha visto, quasi come in un dipinto.
Questo è evidente in Bokuto Kitan del 1936 (Una strana storia al di la del Sumida) in cui descrive i vecchi quartieri di piacere di Tokyo che si trovano nello Shitamachi, in modo talmente dettagliato che l'ambientazione diventa la vera e propria protagonista. A Bokuto Kitan ritornero' pero' dopo.
Nel 1903 il padre lo manda all'estero a studiare, avendo abbandonato ormai le speranze di farne un burocrate come lui. Cosi, Nagai finisce in America in diverse città, e termina il college nel 1905. Inizia a lavorare all'ambasciata giapponese di Washington e poi per una banca giapponese e nel 1906 ottiene il trasferimento in Francia, dove rimane fino al 1908.
Nel 1907 pubblica America Monogatari, una raccolta di 14 racconti e 7 saggi che vertono soprattutto su lavoratori e prostitute giapponesi emigrati in America. Dice che le loro storie di per sè bastano e quindi aggiunge pochi commenti in quanto narratore. E' in questo periodo che inizia a usare l'artificio stilistico della narrazione a piu livello, o racconto nel racconto.
Nagai è in grado di apprezzare la cultura occidentale e la sua modernizzazione, che secondo lui è frutto di una naturale evoluzione, e ama anche la libertà nei rapporti sociali, impossibile in Giappone col confucianesimo. Tuttavia l'apprezzamento dell'Occidente lo porta a guardare con distacco la patria. Piu che criticarla pero', lamenta un mondo ormai perduto.
Nel 1909 pubblica Furansu Monogatari, che include due brani colpiti da censura perchè narrano le notti parigine di un giovane diplomatico giapponese. Cita Parigi come miglior esempio di una modernizzazione realizzata con armonica fusione di passato e presente che non distrugge la cultura classica, a differenza di quanto è avvenuto in Giappone.
Nel 1910 esprime finalmente compiutamente la sua idea in Reisho (Sorrisi beffardi): l'imitazione acritica dell'Occidente è un fenomeno superficiale che impoverisce la cultura tradizionale e non approfondisce debitamente il pensiero moderno.
Nello stesso anno diventa professore di francese all'università Keio, dove fonda la Mita Bungaku, rivista letteraria in opposizione alla Waseda Bungaku. La sua è di orientamento antinaturalista, infatti pubblica un saggio (Furansu no shizenshugi to sono hando) in cui ridefinisce le proprie posizione rispetto a Zola.
Le caratteristiche della sua narrativa sono:
- Si rivolge al passato poichè deluso dal presente, ma ignora l'ambientazione storica per rivolgersi a un passato ancora vicino, quello dei quartieri di piacere nello Shitamachi, che pur degradati dalla modernizzazione recano ancora tracce della tradizione. E di fronte all'inevitabile progresso, evoca nostalgicamente.
Il tragico incidente Kotoku jiken pero' lo segna. Dopo la repressione e condanna a morte di socialisti anarchici, si sente a disagio nel suo ruolo di letterato, come spiega in "Hanabi", perchè dovrebbe parlare ma forse non trova il coraggio di prendere posizione. E si riduce al silenzio o a una letteratura di puro intrattenimento come ad esempio il gesaku. Il distacco dalla vita sociale diventa l'unica cosa che lo accomuna davvero con l'epoca Edo, in cui le condizioni erano simili: niente reale libertà di pensiero. La crisi è anche privata, con due matrimoni falliti.
Nel 1916 da' le dimissioni dalla Keio e alterna momenti di florida produzione letteraria a momenti di totale inattività.
Si mette a frequentare i café di Ginza e le Moga (modern girls) e viene per questo criticato da altri scrittori, che trovano il suo stile di vita dissoluto.
Negli anni del militarismo e della guerra sceglie il silenzio, e anche se non aderisce alla Società per la letteratura al servizio del paese, non appartiene neppure al gruppo di comunisti ridotti al silenzio; percio' la fine della sua carriera è all'insegna del successo e dei riconoscimenti.