24 avril 2009

Critical reading

C'è un corso alla mia uni che si chiama cosi. Critical reading. Sembrava figo ma no l'ho preso, perchè avevo gia' abbastanza crediti, e fatto altre scelte.
Ma io ho sempre ammirato le persone che sono capaci di pensare in modo diverso, superiore, in una parola critico.
In modo inaspettato ma non per questo meno coerente. I migliori sono quelli che argomentano impeccabilmente ma hanno trovato qualcosa in piu'.

18 avril 2009

Incidenti di percorso

Job alla scuola di italiano.
Gli allievi adulti avevano la "facheuse habitude" (abitudine molesta) di accogliermi con un "ah, ma sei solo una studentessa...vero?"
Tra i bambini sui 10 anni che ho avuto per 3 mesi, uno l'altra settimana ha avuto un erezione durante la lezione.
E tra i bambini piu' piccoli che ho avuto oggi per la prima volta una stronzetta ha pensato bene di scrivere - premendo bene- il nome di una compagna sul muro, facendomi rischiare il licenziamento.

Ma sarà poi il caso di smettere?

P.S.
Non c'entra niente, ma mi è tornato in mente che avevo una frase da dedicare alla prof. di due post precedenti. Una frase imparata al corso di grammatica...
誰に対しても、尊敬しないのなら、ただの尊大な人にすぎませんね。
"Se, nei confronti di chiunque, non hai rispetto, non vai oltre all'essere soltanto una persona arrogante".

Sono stanca...!

17 avril 2009

Natsukashii

懐かしい: [agg.], caro, nostalgico [plur.] -ci 懐かしさ: [sost.] nostalgia

C'era una volta una bimba bionda, ...

Credo di aver menzionato una volta- forse 6 mesi fa- che una volta ho fatto colazione con una cioccolata presa al conbini che mi ha troppo ricordato la Germania e la scuola elementare. Ho abitato in Germania tra i 6 e 9 anni, e ho parecchi ricordi seppelliti e dimenticati di quel periodo. Che riemergono a volte. Come con questa bevanda. E' uguale il tipo di confezione, è uguale il tipo di apertura e l'uso della cannuccia, è uguale il sapore. Come fare un salto enorme ai tempi dei capelli biondi, compagni di classe prepotenti, maestra che parla tedesco, "katholische schule" sull'edificio della scuola e mamma a casa, papà in azienda, joh all'asilo.





(la bimba bionda è cresciuta...)
Quante cose uno ha tempo di fare quando si è svegliato troppo presto ed è arrivato in classe venti minuti prima della prima ora! :P

Cose allucinanti in Giappone - sottotitolo: la prof. giapponese che vuoi cosi tanto smontare, che studiare la sua cazzo di lingua acquista un senso

(in vista degli insulti che le tirerai, anche se solo in sogno)
Cari. Oggi c'ho da sfogarmi.
Davvero una cosa allucinante!
Lezione di "espressione scritta" ieri. Siamo andati io e un mio amico francese, che ancora doveva registrarsi a questo corso. L'avevamo scelto perchè la prof. sembrava severa - il che, a fini pedagogici di solito è meglio- e perchè sembrava si potesse imparare qualcosa, oltre a venir corretti uno ad uno. La peculiarità del corso, nello specifico, è che ogni settimana ci viene proposta la lettura di un articolo di giornale sul quale scriveremo un "reaction paper". Peccato che appena siamo entrati abbiamo capito di essere capitati con una schlerotica: la prof., senza neanche salutare, aggred...accoglieva tutti con un simpatico "ma te sei registrato? di un altro corso? da quale corso vieni?" (perchè allo stesso livello esistono piu' corsi per la stessa materia, con programmi e orari diversi- qui le sovrapposizioni le evitano). E va be. Chieda pure se siamo registrati o meno. Il punto è che anche chi non era registrato aveva la possibilità di farlo ieri, ad esempio se il corso in cui stava non gli piaceva e preferiva questo. La prof. pero' sembrava contraria all'idea di accettare nuova gente, e faceva di tutto per dissuaderla. Peccato che l'abbia fatto in un modo da lasciar trasparire un solo fatto: che non rispettava nessuno di noi.
All'inizio non ce ne siamo accorti. Certo, eravamo sorpresi di trovarci a rispondere alla domanda "ma tu fai un corso di ideogrammi?" e di constatare che se la risposta era no, si veniva giudicati negativamente. Caso A: il/la malcapitato/a che non fa nessuno corso di ideogrammi è asiatico/a ---> quasi salvato/a se proviene dalla cina o dalla corea (dove usano/usavano ideogrammi), ma smontato/a se alla -conseguente- domanda "da quant'è che studi giapponese?" risponde solo "1 anno" o "1 anno e mezzo"...a sentirlo la prof. si riassesta sulla sedia, guarda nel vuoto con aria insoddisfatta, sospira e fa, quasi tra sè e sè "ho capito..."..annotando qualcosa su un foglio.
Caso B: il/la malcapitato/a che non fa nessun corso di ideogrammi ha l'altro difetto di essere bianco---> X X X DAME DAME DAME . Sei finito. Sei una merda, non vali niente, dal momento che sei bianco è tuo dovere morale fare un corso di ideogrammi perchè altrimenti non li saprai mai leggere, e comunque, che tu lo faccia o meno sto corso di ideogrammi, si dubita fortemente che tu sia in grado di seguire il corso di espressione scritta con profitto. Non sto scherzando. A un "bianco" che ha dichiarato di non prendere corsi di ideogrammi, la prof. ha chiesto con evidente tedio "di che paese sei?" (= dal tuo aspetto deduco che vieni da un paese dove non si studiano gli ideogrammi, possibile che non fai il corso di ideogrammi allora?), alla risposta "sono americano" lei si è permessa di lanciare la domanda retorica "sei riuscito a leggere l'articolo che ho distribuito settimana scorsa?" con le sopracciglia alte alte e protendendosi con tutto il corpo in avanti per sentire la risposta.
Gelo. Silenzio in classe. Tutti la guardiamo, lei non muta espressione, tutti ci guardiamo per capire se veramente avevamo capito bene la domanda. Tutti i "bianchi" si sentono presi di mira, ovvio. Se siamo riusciti a leggere l'articolo? Il dubbio si insinua..ma questa è idiota o mangia brioches tocciate nei pregiudizi la mattina? O entrambi? E cosa ci fa li' alla cattedra di "insegnamento del giapponese come lingua straniera/L2"????
L'interpellato, che per fortuna non si è lasciato smontare ha riso e ha risposto "si!" tipo "eh certo mica son ritardato". La prof. ripete la scena di prima, cioè, torna indietro sulla sua sedia ma le sopracciglia rimangono alte, fa il tipo verso "heee" tipo "incredibile"...e annota.
La tensione sale. Ma l'interrogatorio non era finito. Alla domanda sugli ideogrammi la nostra eroina pensa di aggiungere "di che livello sono le altre lezioni che prendi?", giusto perchè non era abbastanza dissuasiva e irrispettosa. Ai poveretti che hanno risposto che il loro corso di base era un xxx "5-6" è stato affibbiata l'immagine di "quelli che si devono impegnare piu' degli altri perchè evidentemente se prendono un corso che comprende anche gente del livello 5 sara' che non ce la fanno". Ad una poveretta che aveva fatto qualche errore di grammatica parlando - probabilmente per la tensione o per il nervoso- ha detto davanti a tutti, con atteggiamento e voce da caduta dalle nuvole "sembri debole in grammatica....vero?.....eh si.....da quant'è che studi giapponese?....1 anno e mezzo?...ma in che uni?...da dove in Cina vieni?....ah....eh immaginavo...".
Poi l'interrogatorio si è evoluto verso domande sempre piu'discriminatorie. Al mio amico francese ha chiesto "ti piacciono i manga?" a causa dello stereotipo che hanno i francesi di essere i primi lettori di manga al mondo dopo i giapponesi. Lui ha detto "non particolarmente", lei ha ribattutto "allora preferisci i romanzi?", lui ha risposto "mmm si (nel senso, piu' o meno si puo' dire di si)" e lei "ad esempio?" sempre con quei cazzo di sopraccigli in su.
Com'è possibile che si metta in dubbio tutto quello che dici in questo modo?
A tutti faceva una domanda diversa. A qualcuno è capitato "se diventerai bravo in giapponese, cos'hai intenzione di fare?". Ad una che diceva di voler fare la specialistica ha ribattuto con evidente e maleducatissimo stupore "in giappone?!?!?!"...
La gente che o ti toglie la voglia o te la rida' definitivamente di studiare la sua lingua...
A me ha riso in faccia quanto ho iniziato a spiegare che il mio passaporto era svizzero ma che ero italiana. Stia pur tranquilla che l'ultimo giorno di lezione le esprimero' le mie condoglianze per aver constatato che lei fa parte di quelle persone che non si sono mai fermate a pensare un po' piu' in la sul significato di "identità" e "nazionalità",ma che essendo nata su un isola la si poteva perdonare. Poi quando mi ha chiesto la mia lingua madre e che ho detto francese e italiano, ha fatto "ah parlavate francese prima vero?" riferendosi a me e al mio amico francese e poi, rivolta al mio amico "com'è il suo francese? parla davvero come una madrelingua?"
E come sei tu? Davvero tanto ignorante e arrogante come sembri, oppure peggio?
Sono davvero rimasta allibita...
Tanto piu' che le domande e i commenti che ha fatto, in giapponese risultano estremamente scortesi, estremamente irrispettosi, estremamente minatori e denigratori, molto piu' che in qualsiasi altra lingua, perchè qui da come uno sceglie di parlarti capisci che ruolo/ posizione hai per lui.

12 avril 2009

Note di viaggio, parte sesta.


E' rimasto in sospeso l'ultimo giorno a Kyoto.
E' stato dispersivo perchè mi rimanevano le zone piu' esterne della città, leggi il santuario di Inari a sud, e il Kinkakuji e Ryoanji a nord ovest. Siccome non ho noleggiato la bici, per il gran male al ginocchio che mi era venuto causa cattiva regolazione dell'altezza del sedile, mi sono mossa in bus, ma è stato scomodissimo, lungo e noioso. Soprattutto per il caldo che ha colpito Kyoto quel giorno. Ad ogni modo è stata una giornata soddisfacente, in primis perchè ho affrontato davvero il santuario di Inari scalando il monte fino in cima. Ci ho messo tutta la mattina. Il santuario di Inari è famoso peri torii rossi, e vi è sacra la divinità della volpe (per il raccolto). I turisti turisti si fermano giu', io invece ho affrontato la salita e di questo sono fiera e contenta. Sembrava davvero un altro mondo su per il monte, nella foresta...cosi' lontano dal mio quotidiano da farmi sentire estranea a tutto.


D'altra parte poi ho visto il Kinkakuji (padiglione d'oro), finalmente..Dal punto di vista "affettivo" ci tenevo. Di Mishima mi sono stufata prima di averlo letto, per la stanchezza nel sentire i giapponesi commentare "Mishima? ma scrive in un giapponese talmente artificiale, verboso...", ma la curiosità per aspetti suoi piu' "concreti" rimane. E cosa c'è di piu' concreto che di vedere il padiglione che ha ispirato una delle sue opere maggiori che ho pure letto?


07 avril 2009

Note di Viaggio, parte quinta




Dal 20 al 23 marzo ho fatto un Homestay nella provincia di Mie, vicino a Nagoya (che pero' è una provincia diversa). Ripensandoci a distanza direi che non è stato nè positivo nè negativo nel complesso, ma di sicuro all'epoca non mi sono sentita per niente a mio agio. Questo ovviamente non significa che non abbia fatto esperienze interessanti, anzi: non dimentichero' mai le 2 notti nel futon su materasso (comodissimo!) e il bagno, cosi rilassante che anche se sono diventata rossa come un aragosta mi ha creato dipendenza!

Di Nagoya non ho visto nulla il 20, tranne il castello e che sembra una città pulitissima.
La mia homestay family era avanti con gli anni, lui politico amante del golf, lei prof di piano amante di viaggio all'estero. Non posso andare d'amore e d'accordo con persone cosi, sopratutto se danno l'impressione di sapere gia' tutto e di non ascoltare quello che cerchi di raccontargli. La figlia, trentenne ancora in casa dei genitori e impiegata nell'azienda del padre - la crisi economica colpisce ovunque- era una persona completamente diversa con e senza trucco. Responsabile di Go-kon e incontri per matrimoni combinati, l'unico giorno in cui mi ha degnato rivolgermi la parola e interessarsi un minimo alla mia persona è stato quando mi ha portato, senza per altro avvisarmi, a uno di questi go-kon! E questa sicuramente è l'esperienza piu' strana e divertente che abbia fatto da un po. Cioè immaginatevi. Go-kon è dating organizzato, ma non speed-dating. 10 adulti, 5 maschi, 5 femmine, tutti giapponesi sui 30 anni, tranne la sottoscritta che decisamente non c'entra niente nè di fatto nè per il modo di pensare (ste cose in Italia non ci sono e se ci sono io sicuro non partecipo/parteciperei), ad una lezione di cucina tibetana. L'assurdo che si materializza. Questi uomini che cercano di fare colpo, alcuni che se la menano perchè pensano di essere degli chef, altri che sembrano disdegnare l'intero evento, le ragazze che invece sono timidissime, sembrano costrette a stare li..una gabbia di matti. Davanti a me durante la preparazione dei tortellini tibetani poi c'era mister sono bello simpatico e soprattutto nessuna mi resiste...sorriso da "ciao piccola"-.- Il genere di maschio che a me da' solo voglia di smontarlo perchè in realtà non ha nulla di attraente! Comunque dopo aver passato la domenica mattina a fare tortelli tibetani e rispondere a domande di gruppo tipo "il tuo attore preferito" e "cosa fai nel tempo libero", siamo andati a bere un caffé. Gli uomini hanno risposto tutti all'appello- te pareva- le donne invece , quelle intelligenti, se la sono svignata con qualche buona scusa, visto che avrebbero raccolto ben poco. La sottoscritta non è stata informata nè nulla e doveva partecipare per forza, quindi mi sono dilettata nella misura del possibile all'osservazione della fauna umana di questo strambo posto perso nella campagna giapponese- posto che non capivo un tubo di quello che dicevano nel loro simpatico dialetto. Piu o meno pero' sono riuscita a seguire la conversazione, che verteva sul bellimbusto di prima, e ad un certo punto mi hanno pure chiesto il mio parere su di lui: ci si puo' uscire? ...Con poca diplomazia ho detto che sembrava uno che amava menarsela, e la battuta ha fatto ridere tutti, meno male.
Quindi quella giornata li sicuramente è stata molto interessante. Guarda un po' te cosa deve fare la gente per trovare qualcuno. Il genere di esperienza che mi ha fatto riflettere sulla mia stessa situazione.
Per il resto ho potuto sentire giapponese dei vecchi, dei trentenni e dei bambini della provincia di Mie. E mi sono scoraggiata un sacco perchè ancora non capisco quanto vorrei...
Il motivo percui l'esperienza è stata un po' cosi cosi' è che questi collezionavano studenti stranieri e gli facevano fare a tutti lo stesso percorso, con notevole tedio: castello di Nagoya, serra a fiori da qualche parte nella campagna (chissa perchè poi!), discussioni infinite sull'europa, da parte loro pero' non mia!..Il secondo giorno ho scoperto che non erano mai stati in svizzera e che mi avevano "scelta" per la mia nazionalità. Poi quando hanno iniziato a chiedermi se fossi impegnata quest'estate ho fatto 2 piu 2..
Ho mangiato un sacco e molto bene. Ho visto cos'è una vera colazione giapponese, finalmente: una fettina di pesce ( abbastanza secco), zuppa di miso, riso con uovo crudo mischiato a salsa di soia e mangiato con alga nori. Una delizia!
Non è sarcasmo.
Non mi è piaciuto che parlassero tra di loro riportando quello che dicevo, o facendosi domande alle quali io potevo rispondere, se solo me le avessero poste.
Mi hanno prestato un libro interessantissimo 日本文化を英語で紹介する辞典 dizionario per presentare la cultura giapponese in inglese, che, trovo, spiegasse concetti abbastanza difficili in modo sia chiaro che non stereotipato. Cosa rara e utile.
Anche se tutti lo sapranno vorrei descrivere il bagno giapponese, perchè è davvero una figata. Il bagno è diviso in due, una parte con il lavandino ed altro, un altra parte separata da porta scorrevole o quello che è, dove c'è la vasca e una parte per lavarsi con la doccia, fuori dal bagno. L'acqua era a 41 gradi e per questo sono diventata rossa, ma non era per niente doloroso o sgradevole, dal momento che mi sono lavata e sciacquata con la doccia prima di entrare, ed anche la doccia doveva essere parecchio calda. Tuttavia non è possibile stare piu di 5 minuti le prime volte: mi veniva da svenire..il risultato è che uno ne esce completamente stanco e rilassato allo stesso tempo, e quindi è perfetto prima di andare a dormire...davvero se ne avro' mai i mezzi vorro' un bagno giapponese in casa mia in futuro!
もちごめ mochi

Note di Viaggio, parte quarta


Il 18 marzo mi sono mossa da Kyoto, per vedere il castello di Himeji, classificato patrimonio artistico/culturale mondiale (mi sono dimenticata come si dice correttamente in italiano..O_o) e fare un giro a Osaka.
A Himeji, oltre della bellezza assoluta del castello in sè, ho potuto commuovermi del gruppo di bambini giapponesi delle elementari in gita, che a vedermi si sono messi tutti ad esclamare "hello! good morning!" ad alta voce e tutti gioiosi. Gli avranno detto di fare cosi quando vedono un bianco. Al mio rispondere scoppiavano grida di gioia. Tenerissimi. Non faro' fatica ad avere un istinto materno quando sara' il momento!
Per Osaka avevo poco tempo quindi mi sono limitata al castello e al tempio Shitenno-ji. Tuttavia al Shitenno-ji era giorno di festa e c'erano mille bancarelle, la gente se ne stava andando eppure l'atmosfera era particolare..
Direi che l'impressione che ho avuto di Osaka è stata "città grande ma molto diversa da Tokyo, un po' sporca, meno alienante forse". E la gente di Osaka, molto "down to earth". Colori vivaci, chiaccherata facile e prorompente..niente del ritegno e contegno dei fashion-addicts di Tokyo.


Strada vicino alla stazione Tenno-ji.

Entrata del tempio, al tramonto.

Bancarelle in via di chiusura..


Madre e figlio.

Tramonto al ritorno verso Kyoto.


Una stazione in mezzo a Osaka e Kyoto, dove mi sono persa..scesa dal treno che penso fosse sbagliato (probabilmente no ma va be!) per risalire sul prossimo..momenti in cui ti senti completamente solo.