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10 octobre 2010

Studiare coreano e giapponese all'UniGe.

Non so se posso permettermi di trarre conclusioni, ma avendo seguito un paio di lezioni del corso di "Initiation au coréen" - con questa sfumatura quasi massonica nell'intitolato - e di giapponese a livello master, penso di potervi raccontare un po' cosa ho avuto modo di vedere.

Innanzitutto coreano: la prof., molto giovane, parla un francese migliore del mio e sembra saper insegnare davvero. La trovo preparata, così come praticamente tutti i professori in cui mi sono imbattuta finora all'UniGe. Il corso in sè sembra essere piuttosto superficiale, ma del resto con 4 ore a settimana e un titolo così non c'era da aspettarsi grandi cose. I miei fellows sono una ventina. A quanto ho capito dalla mailing list che girava, sono l'unica che proviene da una facoltà diversa da quella di lettere, sotto cui sono riuniti tutti gli insegnamenti di lingue. (La facoltà di lettere ingloba quella di lingue e letterature straniere e di francese per stranieri, qui). La stragrande maggioranza delle persone ha giapponese o cinese prima lingua, e coreano come opzioncina (5 CFU). Infatti ogni due per tre c'è un riferimento o al cinese o al giapponese, che la prof. sembra sapere - pure quelli - piuttosto bene. Perché mi immagino che con una classe di appassionati di lingue orientali come quella che si ritrova, non si azzarderebbe a fare di questi riferimenti se non fosse certa di essere sempre all'altezza delle domande e delle aspettative. Quindi la prof. è poliglotta, saprà coreano giapponese cinese francese e inglese come minimo, ma qua a ginevra essere poliglotti non ha nulla, ma proprio nulla, di straordinario. Purtroppo per me. Comunque, a parte che inizia alle 8h15 di venerdì in cui non ho altro è una lezione che seguo con molto piacere, visto anche l'ambiente ragionevolmente gradevole - a parte due 50enni, pochi esaltati e molti primini innocenti e un po' persi.

La figata - scusate il termine - è che ho trovato una partner di tandem linguistico. Si chiama YeJoon, è simpaticissima, fa un dottorato in diritto umanitario ed è principiante in francese. Ci incontriamo 2 volte ogni 10 giorni per fare coreano e francese e ho fatto più progressi con lei che con 3 lezioni in uni...anche se ovviamente mi concentro sull'aspetto orale e comunicativo con lei, e se mi dice "il futuro si fa così" mi fido e non vado a chiederle la grammatica.

Ma veniamo a giapponese.

Si potrebbe fare un muro del pianto.

Io non so per quale motivo, ovunque uno lo studi giapponese è sempre abbondante di esaltati pieni di sè.
E' una costante che posso ormai definire con certezza come "internazionale". Ci si potrebbe quasi fare un argomento di tesi.
Al corso che ho seguito eravamo sì e no una decina di persone di cui, era chiaro, alcuni erano stati in Giappone e avevano imparato molto, altri c'erano stati ma avevano imparato meno, e altri ancora non ci hanno mai messo piede e purtroppo per loro si sente. Insomma si constatava un certo dislivello. Ma fosse quello il problema.
A parte le occhiatacce curiose da parte delle ragazze nei miei confronti - io, unica nuova, che si presenta al master lì così e non dice nulla di sè, sai che nervoso - ci credete se vi dico che c'era uno che si credeva il sempai di tutta la svizzera nipponista e correggeva lettura e pronuncia agli altri al posto del prof?!
Stendiamo un velo pietoso.
Il momento più bello è stato quando una poveretta non sapeva leggere "Doshisya" perché è il nome di un'università e, francamente, chi se li studia in nomi propri? Se non si è stati là e/o non lo si è visto per puro caso, è comprensibile non conoscerlo. Bene a quel punto l'esaltato di turno, dopo averle suggerito ad alta voce la lettura, e non accontentandosi di ciò, si è permesso di interromperla - e quindi interrompere la lezione, in sostanza - per comunicarle, quasi stizzito della sua ignoranza, che "è un'università per donne che sta a Kyoto".
Io allibita.
Il bello è che il prof, per cui vale tutto quello che ho detto sulla prof. di coreano - ossia parla 8 lingue, di cui il francese meglio dei francofoni etc etc. - glielo permetteva! E, poco propenso a sbattersi per l'insegnamento di questo corso, sembra aver deciso di delegare la scelta degli articoli da leggere in classe a Monsieur Esalato Number 1.
Io mi rifiuto. Il mio corpo sta sviluppando una seria allergia a questi soggetti, che al di fuori della classe di giapponese sono dei looser da campionato mondiale. Ti viene una voglia malsana di trovare un modo per smerdarli silenziosamente, ma ovviamente non ho tempo per queste cose, io vado là per costringermi a ripassare, (visto che sto dimenticandomi le letture dei kanji a velocità supersonica) non per far capire alla gente che sapere un po' di giapponese non fa di loro un demiurgo.

Insomma, le considerazioni da fare sui soggetti che studiano giapponese in Svizzera sono le stesse che ho fatto in questa sede tempo fa riferendomi all'Italia. Non c'è speranza.

Ma veramente mi chiedo cosa ci sia nella lingua giapponese che fa sì che il 90% degli europei che la impara si debba sentire un SuperUomo solo perché la conosce un po'...

Ad ogni modo se l'allergia dovesse scoppiare mi rimane la quiete della biblioteca di fronte a un qualsiasi libro. Che lui almeno, non mi snerva con la sua idiozia.

18 août 2010

Bon alors je suis pas italienne, mais c'est compliqué à expliquer!


Journal de mon avancement dans l'étude du coréen.

Si l'on compte les quelques heures intenses que j'avais passées sur la préface de mon manuel et sur le han'gul (alphabet coréen), plus mes débuts du 15 Août à aujourd'hui, on peut compter 3 jours pour l'acquisition de l'écriture de base. Bien sûr, comme moi avec les langues j'aime communiquer, je ne me suis pas trop attardée dans le premier chapitre, qui décrit en long et en large les règles d'orthographe. C'est certes un aspect important, mais "contournable" pour l'instant! Je sais lire et écrire en gros et j'apprends au fur et à mesure des rencontres lexicales les exceptions et les mots difficiles, ainsi que les règles phonétiques (mon manuel s'accompagne de 2 CD). Après 5 ans de japonais et une écriture et lecture des idéogrammes toujours pas complètement maîtrisée, ça fait du bien.

Je ne vous cache pas que le coréen est un peu plus compliqué du japonais du côté prononciation. Entre voyelles et diphtongues, on compte 21 sons, plus les consonnes. Heureusement qu'il n'y a pas de tons!

Ce qui est sûr c'est que la grammaire et la structure de la phrase du coréen et du japonais se ressemblent comme deux gouttes d'eau, ça me simplifie énormément la tâche. En 1 jour j'ai fait le deuxième chapitre, qui donnait une intro sur: le sujet, le verbe "être" et "ne pas être" (Hamlet aurait apprécié), les pronoms personnels, les pronoms indéfinis, quelques adverbes, quelques règles sur les termes honorifiques.

Le manuel d'ailleurs le voici:
D'après ce que j'ai cru comprendre, c'est l'ouvrage qu'on utilise à la fac en Italie. Celui-ci en tout cas est le fruit de la collaboration d'une prof.italienne et une coréenne sur la base des leçons de coréen données à l'université La Sapienza. J'ai une certaine expérience de manuels de langue et pour l'instant je n'ai rien à lui reprocher.
D'ailleurs, bien qu'au début italien et coréen soient mélangés, vers la fin ça sent le coréen intégral et c'est généralement bon signe. Ca veut dire qu'on arrive aux choses sérieuses quand on a terminé ce livre - et là c'est le moment de passer à autre chose, mais j'y penserai en temps voulu.
Voilà, c'est tout. Le plus drôle c'était les exercices avec le CD (comme d'hab).
Maintenant je sais écrire (et dire plus ou moins, dieu sait avec quelle prononciation) Bonjour mon nom est Stéphanie je suis étudiante et je suis italienne:

안녕하세요,

세이름은스데파니여요.학생이어요.

이탈리아사람여요.

(Il y a quelques petites erreurs dues à des difficultés avec le clavier et le système d'écriture coréen!)

Diario di bordo del mio apprendimento del coreano.

Dunque se includo le poche ma intense ore dedicate a dicembre all'alfabeto (han'gul) e i giorni dal debutto, posso dire di aver imparato a leggere e a scrivere in generale in 3 giorni. Non mi sono soffermata sulle regole ortografiche della prima unità -diffidate di chi dice che l'alfabeto coreano è una cavolata; è certamente abbordabile, ma a tratti ricorda il francese - perché preferivo passare subito alla seconda unità per entrare in medias res, ergo imparo particolarità nella grafia e nella fonetica passo dopo passo incontro dopo incontro. Inutile ostruirmi il cervello con nozioni pesanti e non fruibili nell'immediato. Ciò che è certo, è che dopo 5 anni di giapponese con ideogrammi, letture, scritture e bestemmie, è una piccola grande soddisfazione di poter leggere senza sforzi atroci. Dopo basta consultare un glossario per le parole che non si conoscono...

Per la pronuncia è un altro paio di maniche... con le sue mille vocali e i suoi dittonghi, il coreano fa invidia al cinese, che lo supera solo per l'esistenza di toni. Ma nulla di insuperabile.

La grammatica come previsto è praticamente uguale a quella del giapponese. Ho già individuato gli equivalenti di はeが, che sono diversi solo perché in coreano variano a seconda di se preceduti da parole che termina per vocale o consonante (un cambiamento fonetico registrato dalla scrittura! più razionale di così...). Quindi non si fa particolarmente fatica a capire e assimilare. L'unità 2 trattava di soggetto, copula (essere e non essere....il paradiso per Amleto), pronomi personali, interrogativi, indefiniti, qualche avverbio, la struttura base delle frasi...

Come sempre la parte più divertente era l'ascolto e gli esercizi col CD ^_^

Sopra, quello che so scrivere e dire (più o meno; perdonate gli errori di scrittura, sono dovuti a difficoltà con la tastiera coreana...ammetto di non aver ancora fatto moti sforzi per sviscerare tutto).

Sto usando il manuale della Hoepli che hanno fatto alla Sapienza. Ho una grande esperienza quando si tratta di manuali di lingue, e devo dire che questo - come gli altri della Hoepli che ho visto, ad esempio quello di giapponese- per ora mi sembra ben fatto e mi ci trovo. Poi è viola, il mio colore preferito!

Non vedo l'ora di finirlo :)