10 décembre 2009

Pensieri sparsi e critica ai nipponisti

Pensavo che studiare per il noryoku shiken mi è stato utile. Uno per iniziare a colmare le mie leggendarie lacune in kanji, due per stilare una meravigliosa lista dei termini piu' improbabili incontrati in quella occasione. E piu' precisamente impastare (neru), paghetta (kozukai), morfologia (keitaigaku), tubero (kyukon), elemento chimico (genso), stetoscopio (choshinki).

Notevolmente mi è piaciuta invece la parola hatsumimi 初耳composta da "primo" (cronologicamente parlando) e "orecchio": cioè "lo sento per la prima volta".

Pensavo anche che rimango fedele al mio primo proposito di laurearmi con una tesi di traduzione dall'originale e nella foga ieri ho scritto una introduzione "personale" e oggi ho tradotto due short stories di Hoshi.

Pensavo pure che non avevo mai pensato che in italiano si dice "la mia casa" ma "a casa mia". E non sapevo spiegare alla mia ripetente perchè il mia venisse posticipato in alcune occasioni e in altre no.

Sono stanca.

Ma suvvia, non voglio chiudere su una nota negativa!
Vi riferiro' questa perla:
All'esame del Noryoku del primo livello a Milano quest'anno c'è stato un soggetto che al termine della spiegazioni sullo svolgimento del detto esame ha pacatamente alzato la mano per chiedere "scusi ma, se si finisce con largo anticipo, si puo' uscire prima?"

...

Momento di silenzio precedente un potenziale scoppio di fragorose risate nervose.
Molti si girano a guardare il malcapitato. Tra cui me, e i miei amici, con occhi strabuzzati.

Brutta razza, i nipponisti.
Un 90% di esaltati che non posso sopportare e che danno del nipponista un'immagine da otaku che si portano dietro anche quelli che sono "normali".
Pensavo anche, ora mi sono ricordata cosi' per caso, che solo per la lingua giapponese sembra esserci tutta questa competitività e questa smania di eccellere soprattutto facendo sentire il prossimo un idiota ed esaltandosi pensando che aver letto due manga significhi aver capito tutto della cultura giapponese. Mi vergogno di essere occidentale di fronte a dei giapponesi, a volte, per questo. Forse che avendo letto i Promessi Sposi un giapponese si potrebbe permettere di affermare pubblicamente di essere figo e aver capito la cultura italiana?
Gente, ripigliamoci. Conoscere la cultura di un altro paese significa viverci anni e anni, e significa spesso purtroppo anche non conoscere la propria. Quindi che c'è da sbandierarlo?
Non sopporto l'identificazione del Giappone con le ossessioni personali e i deliri di grandezza di chi pensa di essere il dio del manga/anima/arte marziale/ikebana...Come dire: Italia è pasta, mafia, ragazzi macho e bel paesaggio. Certo, anche. Ma non solo. Ci sta dietro ben altro. Per non parlare di quelli che aprono dei siti in cui si vantano di essere i primi ed unici ad aver capito il Giappone a tutto tondo, per tutti i suoi aspetti e ci fanno la grazia di elargirci la loro sapienza....e si scopre che non sono mai stati in Giappone.
Per di piu' che la lingua è un reale ostacolo: modestamente mi sento di poter affermare che un occidentale che non parla PERFETTAMENTE giapponese viene trattatto, da chi piu', da chi meno, come un bambino. Quindi se non puoi dialogare con la gente del posto, come pretendi di accedere alla sua cultura?

Mi ricordo ancora le parole di addio di una delle mie prof. alla Waseda. Ci saluto' con "日本語はこれからだ". Letteralmente, "la lingua giapponese è da ora in poi". In sostanza, "siete dei principianti, dopo 1 anno qui avete raggiunto il livello necessario per iniziare seriamente lo studio e la comprensione di questa lingua". "E della sua cultura e tutto quello che ci sta attorno", aggiungo io.

26 novembre 2009

Di cosa è capace una madre giapponese

http://www.youtube.com/watch?v=oab_xzWgJyo&feature=channel

Il video qui sopra, quasi bucolicamente intitolato "La promessa con mio figlio" è un programma televisivo in cui l'ospite è una simpaticissima madre giapponese che con il figlio adolescente ha fatto un "patto" all'entrata di questi in prima liceo, affinchè diventi "un bravo bimbo":
1)Nel caso in cui il figlio arrivi in ritardo, sonnecchi, dimentichi i compiti a casa o simili e che si venisse a sapere dal prof., gli fa portare a scuola un bento imbarazzante.
2)Se invece per qualche motivo dovesse venire chiamata a scuola, verrebbe in uniforme da Sailor Moon.
3)Se il figlio non tornasse entro l'orario del coprifuoco anche solo per un minuto, si mette un grembiule per aspettarlo fuori (?)
4)Affinchè non si dimentichi di nulla, l'ha obbligatoo a mettere come foto (vedete video) del salvaschermo del cellulare un mix delle 3 precedenti minacce: bento imbarazzante, uniforme da Sailor e grembiulino.

Probabilmente funziona! Mi immagino il ragazzino terrorizzato a morte di venir preso per il culo a vita dai compagni ahah!!

Invece cambiando genere, vi segnalo un link che mi è piaciuto molto per lo studio delle onomatopee...buona lettura! http://www.aikikai.it/riviste/3001/Onomatopee.htm

25 novembre 2009

Etimologia e sociologia

誇張する(kochou suru) significa "esagerare" ed il primo ideogramma di cui è fatto è 誇る、誇り (hokoru (v.), hokori (sos.)) che significa "essere fiero", "orgoglio" nel senso inglese di "proud". Quindi essere fieri di cio' che si fa è inappropriato?

18 novembre 2009

Sulla giapponesità di una foto

Sembra fatto apposta ma non lo è....

Ho commentato la foto del post precedente con "siccome non esiste solo il Giappone" eppure mi si è fatto subito notare quanto quella foto sia in realtà "giapponese"..!

Fatemi avere i vostri pareri in merito.

Il dibattito è stato piu' o meno come segue (su MSN):

peppapolide scrive:

bella la mia foto vero?!?!?!

quella della tazza

di cappuccino

che è cioccolata e mascarpone in realtà

***** scrive:

si spacca

peppapolide scrive:

con lo sfondo sfocato

he he he he he

***** scrive:

è molto giaponese purtroppo

a parte il contenuto

peppapolide scrive:

T_T

***** scrive:

potrebbe essere uno di quei dolcetti

***** scrive:

di riso

peppapolide scrive:

io non credo

perchè proviene dal cioccoshow

***** scrive:

è fotografato nello stesso modo

peppapolide scrive:

ma piantala!

***** scrive:

tipo reliquia culturale

peppapolide scrive:

non capisco perchè dici cosi...

***** scrive:

beh si poteva essere piu..come dire nn lo so

ahaha sembra che lo stai per dissezionare con un bisturi piuttosto che mangiarlo

ahaha

ecco

peppapolide scrive:

me lo sono mangiato con gli occhi

tra le foto che ho fatto ho selezionato quella perchè mi sembrava la piu equilibrata

si vede in egual misura il piattino

il dolce

e lo sfondo

e non è inquadrato strano

abbastanza vicino da vedere la "texture"

ma non troppo, cosi da inquadrare tutto.

mi sembrava perfetta.

***** scrive:

si si esatto è proprio questo

si si si

è freddissima

come un microbo

sotto il vetrino del microscopio

hihi

peppapolide scrive:

mi spieghi come si fa una foto calda?

***** scrive:

NON LO SO

è questo il bello

è che sembra che non te lo sei goduto

peppapolide scrive:

......

***** scrive:

(anche se so che non è csi)

peppapolide scrive:

esteticamente pero' è perfetto.

***** scrive:

infatti si

!

troppo!

peppapolide scrive:

i dolci giapponesi sono fatti per essere assaporati prima con gli occhi

è ben noto

perchè se non è bello non sembra neanche buono.

è una foto da rivista

infondo.

ce l'ho sul desktop, in grande da ancora piu questa impressione.

***** scrive:

ESATTO ECCO COS è

hai fotografato il fatto che sono fatti per essere mangiati con gli occhi

ora è chiaro

la sensazione di giapponesità della foto



E visto che siamo in tema pubblico un'altra foto dello stesso soggetto.





Piu' di 1500 visitatori


Grazie a tutti!!!
(E visto che non esiste solo il Giappone, ecco un'immagine del mio ultimo acquisto al Cioccoshow di Bologna ^__^)

p.s. Ne approfitto per precisare che c'è un errore nel giapponese dell'etichetta "conferenza". Ormai non posso piu' modificare il nome dell'etichetta-temo- pero' lo segnalo qui. Ho scritto 会議kaigi ma in realtà si usa solo in contesto aziendale. Il termine corretto per conferenza tipo quelle che ho descritto è 講演会kouenkai (inglese lecture).

Conferenza Hasegawa e Hirayama

(Riassunto delle mie impressioni e dei miei ricordi.)
Questa volta col contributo della mia coinquilina ho anche le foto, che parlano molto.
Gli incontri del finesettimana scorso erano tutti incentrati sulla metafora dell'uovo: tra la Hasegawa che ha scritto L'uovo infecondo e Hirayama che ha diretto un film di animazione chiamato Egg Man....ma alla fine di uova ben poco si è detto!

Anzitutto la proiezione di Egg Man alla cineteca di Bologna non è andata bene nel senso che il film ad un certo punto si è impallato, per motivi sconosciuti, e nessuno (cioè il tecnico) è riuscito a farlo piu' ripartire. Allora si è guardato un altro film, sempre dello stesso regista, stavolta non di animazione: "Knock Out Girl"ノックオウトガール, di genere non ben definibile. La storia è di una ragazza orfana di entrambi i genitori a cui muore di suicidio anche la sorella. Dopo aver subito anche il trauma di venir cacciata di casa e ripudiata ufficialmente dalla zia che l'aveva cresciuta e dopo aver subito anche ricatti e molestie sessuali da parte del capo sul luogo di lavoro, un giorno - uno dei tanti che va molto male: viene licenziata (dai capi uomini), si ubriaca, si accascia lungo la strada e un uomo le piscia addosso- perde la testa/diventa quella che era davvero/tira fuori tutto quello che aveva ammassato dentro e diventa una sanguinaria combattente che ammazza a colpi di guanti di peluche congilietto rosa bunny solo ed esclusivamente uomini. Fa amicizia con un tatuatore, ma viene abbandonata anche da lui. Etecetera. Solo che nella foga ammazza pure degli innocenti, e alla fine muore anche lei. In estrema sintesi.
A me non è dispiaciuto, soprattutto nei momenti di pungente ironia, cfr. la zia che porta le ceneri della sorella di lei e la sgrida perchè insomma non se ne puo' piu', questo e troppo, e poi cavolo, suicidarsi cosi, il corpo è rimasto la una settimana e pure il gatto ci si era messo a sgraffiare e faceva un tanfo orribile. L'ironia non si coglie? Vabe le immagini e la voce dell'attrice si. Solo che se fai ironia la fai, se no no. Si passava da momenti di critica crudele della società e del mascilismo a momenti "seri" di infervorato esaltato combattimento lei-uomo di turno molto alla manga (immagini e musica e mosse compresi ovviamente). Boh. Decisamente originale...ma forse non un film che lascia un segno.
Ad ogni modo non sono una critica io e la parte interessante era che al regista abbiamo potuto fare domanda all'incontro di sabato. Dalle risposte ricordo di aver pensato soprattutto che mi sarebbe sembrato interessante piu' come scrittore che come regista. Ad ogni modo, un uomo affascinante :P
Con la Hasegawa (qui sotto) invece è proprio il caso di dire che ci siamo tagliati (dalle risate).
Voi immaginate: il racconto suo parla di donne infelici e sole, che per sentire di esistere devono piacere agli uomini e arrivare quasi alla prostituzione (sicuramente all'auto-annullamento) e quant altro ma lei ha l'aspetto di una bimba caduta dalle nuvole. Una tipina magra magra col viso dolce e un po' sognante...la voce quasi inudibile dal quanto è timida. Ma aspettate: non aveva ancora aperto bocca! La tipa ci ha parlato in tutta tranquillità di sue esperienze sentimentsessuali, una cosa incredibile se si pensa che è giapponese e pure in conferenza!Ad un certo punto ha pure detto "un tempo avevo il seno molto piu' prospero al punto che mi sono chiesta se il mio successo e la critica favorevole non fossero dovuti piu' a quello che a quello che scrivevo"!!! Trovo che abbia davvero una personalità che risalta. Ha un non so che...che tipa! Ci ha anche descritto casa sua: molto piccola, fa gli spostamenti dalla sedia con le rotelline, senza alzarsi. : )
E poi si è innamorata del nostro interprete!!

Vabe che anche per noi è diventato dio in terra, tant'è che abbiamo chiesto alla nostra Prof. di Letteratura (che ha coordinato assieme ad altre persone un po' tutto questo) se non ci organizza una conferenza anche con lui...forse al secondo semestre: speriamo!

15 novembre 2009

かくこと

きれいな文章を読むと、書きたくなる。きれいな日本語で書かれた文章を読んでも、書きたくなったり、日本にいた時ある程度上手だったけれど、今はその力が落ちたなと思い出したりする。やはり練習しないとダメだね。自分の書いたものを改めて読むとこう「もどかしい!以前はできたのにもうできなくなったなんて!」と思うことが実に多い。

13 novembre 2009

Momiji

Qualche tempo - giorni o settimane- fa pensavo "...ora in Giappone sarà stagione di momiji...".
Pensare che quando c'ero non sono andata a vedere le foglie autunnali...Tokyo, la gente, la lingua, le novità mi avevano esausta e fatto preferire camera mia.
Del resto gli
alberi c'erano anche sul campus, mica bisogno di andare apposta a qualche parco...


A proposito di alberi.
Sul campus c'era in autunno un puzzo inverosimile che, capii ben presto, proveniva dai frutti schiacciati per terra caduti dagli alberi lungo i vialoni. E' una pianta che ha foglie molto belle, ma sto frutto davvero di un odore nauseante. La' scoprii che li mangiano xD. Mentre qui scoprii che questa pianta c'è anche da noi: per la precisione piazza Minghetti a Bologna. Chissa se li abbiamo esportati o importati?
Comunque quando passo davanti alla stazione del bus di piazza Minghetti ho dei déjà-vu di camminate tra volti stranieri e la lingua annodata in una vita inebriante.

11 novembre 2009

Le domeniche mattina


In questo momento vorrei essere ispirata per la tesi tanto quanto lo sono per scrivere il blog...30 pagine sono poche ma mi sembrano infinite, mentre se dovessi parlare di me e della mia esperienza dell'anno scorso non basterebbero neanche per un'introduzione.
Ad avermi ispirata stavolta è l'inizio di un racconto di Hasegawa Junko che si intitola "L'uovo infecondo". L'ho letto perchè questo week end le conferenze riprendono e prevedono, appunto, una conferenza su questo racconto con la presenza della scrittrice. Spero tra l'altro che sia tutto tanto stimolante quanto l'ultima volta...!
Inizia cosi':

Il cielo sta sospeso sonnecchiando tra la notte e il giorno, sfumato d'indaco e di lillà. I raggi arancio del sole mattutino fanno capolino tra le nubi, trafiggendomi le pupille come a biasimarmi per esser stata fuori fino all'alba. Sembra quasi un film psichedelico.
Musica a tutto volume mi rimbomba distorta nella testa, rimbalzando da una parete all'altra del mio cranio deserto. Luci e ombre serpeggiano tremolanti dietro le palpebre chiuse, dandomi la sensazione di essere ancora in discoteca, stordita da un tumulto di voci stridule e stucchevoli. E' come se i frammenti di questa notte fossero stati calpestati da stivali appuntiti e da sandali luccicanti dai tacchi a spillo e fossero schizzati in ogni dove, appiccicandosi alla mia faccia simili a sporco che non vuole venir via. [...] Alla chiusura del locale, un po' brille e
con passo malfermo, ci siamo rintanate a Yoshinoya in attesa che i treni riprendessero il servizio; le luci al neon li' dentro erano cosi' forti che sembravano fatte apposta per dissuadere i clienti dal trattenersi troppo a lungo. Abbiamo preso posto al bancone. Io ho ordinato gyusake e misoshiru, mentre il cameriere dal volto alienato e i denti sporgenti tentava di sbirciarmi nella scollatura. Non so se fosse per via del freddo o di chissà cosa, ma mi tremavano le mani, al punto che non sono riuscita a staccare per bene le bacchette l'una dall'altra.[...] Raggiungiamo la stazione di Nakameguro con il primo treno della linea Hibiya. [...] Da li' a piedi arrivo a casa: finalmente, non vedevo l'ora!E' giorno, ormai, e il cielo si è già ravvolto nel suo manto sbiadito. I corvi si radunano gracchiando ai bordi della strada simili a bande di teppisti, pronti a dare l'assalto ai rifiuti organicii prima che il camion della nettezza urbana venga a ritirarli. [...] Il tichettio dei miei tacchi alti riecheggia per le scale mentre, con un sacchetto di plastica di Family Mart contenente un succo di mela in tetrapak, raggiungo a fatica il mio appartamento.
Tratto da "No geisha" Piccola Biblioteca Oscar Mondadori, pp.161-163, traduzione di Gianluca Coci, grassetto mio.

A voi, questo brano, cosa dice?
Insomma, vi tocca, oppure no?
Ora il punto è che capisco che questo possa piacere ai giovani giapponesi di oggi. Perchè parla di loro. E' un ritratto perfetto e profondo di loro, di quello che hanno attorno, dei loro punti di riferimento...che, forse, non hanno.
Si', d'un tratto capisco come una scrittrice possa avere successo con un racconto come questo (leggetelo tutto!), in Giappone...se non fossi stata anche io a volte sotto il cielo di Shibuya o Shinjuku la domenica mattina alle 5 all'uscita dalla discoteca, forse (io personalmente) non avrei capito.

08 novembre 2009

Toglietemi tutto...


...ma non le mie penne Muji!!!
Sembra banale, ma la calligrafia di quando si scrivono ideogrammi diventa facilmente bruttina se la penna non è adatta. Ci vuole una penna con un inchiostro liquido che possa essere usata velocemente (di sicuro non si sta a tratteggiare tutto con cura!) ma che non creii sbavature, nè s'inceppi o abbia un tratto grossolano. Queste penne per me non sono le stilografiche, inadatte, bensi' le penne prodotte in Giappone, tra cui quelle della Muji 無印, che compravo al combini di fianco a casa a 105 yen...
Economiche e fantastiche. E la mia ripetente me ne ha fregata una...devo procurarmene altre :'(

日本にいた時もっとたくさん買っておけば良かったのに!
やっぱり日本の製品のボールぺんが漢字を書くには一番だな~。その中では私は特に無印のボールぺんを愛用していた。安くて使いやすいペンで、それにキレイに書けた・・・
今なくなっていてどうしよう。他のペンで漢字を書くなんてイライラしてしまう・・・

01 novembre 2009

Incontro con Taguchi Randy (parte 2)

Un'altra domanda è stata la relazione esistente in Antena (l'opera di esordio ndr) tra divinità e specchio, ma non ho affatto afferrato la risposta, nonostante gli appunti presi, quindi lascio perdere questa parte e procedo immediatamente a riassumere, invece, il pensiero della Taguchi sulla psicologia.
In Europa abbiamo avuto Freud, che ha avuto una grandissima influenza. Alla domanda se esista un psicologo con la stessa "portata" in Giappone, la Taguchi ha fatto il nome di Kawai Hayao. Famosissimo e seguitissimo perchè ha sollevato il problema della affidabilità e professionalità degli psicologi e psichiatri: in Giappone basta avere il diploma e si puo' esercitare, e negli ultimi anni il numero di psicologi è letteralmente esploso. Il punto è che, a differenza di un buon chirurugo, che viene immediatamente riconosciuto come tale poichè deve concretamente operare qualcuno e si vedono i risultati, un buon psicologo non puo' venir riconosciuto tale facilmente. Su cosa ci si basa? Sulle cure o sui farmaci che prescrive? Sul risultato? Ma è ben noto che il risultato non è spesso immediato. Ebbene lo psicologo che dice "io ti guariro'" è uno di cui diffidare, mentre probabilmente è piu' bravo colui che invece afferma "ti staro' a fianco tutto il tempo necessario ma è con le tue forze che se ne uscirà".
Per tornare alle influenze sulla psicologia giapponese, bisogna sottolineare che Kawai Hayao, avendo anche studiato in Svizzera diversi anni, ha poi tradotto e reso famoso Jung. Le teorie jung-iane sono, quindi, molto piu' note che quelle di Freud, in Giappone. Per quanto riguarda le influenze sulla Taguchi personalmente, lei afferma di aver letto l'opera omnia di Jung attraverso le traduzioni di Kawai, quando aveva ancora una ventina d'anni, e pare ne sia rimasta positivamente colpita. Fu come una scoperta "wow, esiste una disciplina come la psicologia!". Sui 30 pero' si è allontanata da tutto cio' ed ha cominciato ad interessarsi piu' da vicino alla comprensione del corpo, percio' si è data a sport che permettevano la full immersion nella natura. Ha anche buttato tutti i libri su Jung.
Sui 40' è diventata scrittrice e ha ricomprato i libri su Jung. (Ha commentato "che spreco nè!", ridendo).

Infine, interrogata sul come mai nei sui romanzi le ricerche sul sè fossero sempre corredate da esperienze sessuali, e sul come mai in queste esperienze di solito il rapporto uomo-donna fosse abbastanza negativo, ha risposto che per lei morte e nascita sono stati eventi molto vicini tra loro: nel 95-97 ha perso molti cari e in Giappone ci sono stati diversi eventi tragici, ma nel 98' le è nata una figlia e nel 2000 si è messa a scrivere. Scrivere sul sesso ha fatto parte dell'impulso creativo che le era venuto in quel periodo, senza che le piacesse o meno scrivere su questo argomento in particolare.

Dopodichè l'incontro si è concluso e ci ha ringraziati per aver letto cosi' a fondo le sue opere, altrimenti non avremmo potuto porre le domande che abbiamo fatto; e si augura che continuiamo in questo senso lo studio della cultura giapponese, perchè molte cose i giapponesi stessi non le sanno...

31 octobre 2009

Incontro con Taguchi Randy (parte 1)


Come ci era poi stato annunciato alla fine della conferenza di ieri sera, anche stamattina sarebbe stato possibile proseguire il lavoro con la Taguchi mediante un piccolo incontro presso la libreria Cabral, uno degli enti che ha contribuito ad organizzare il ciclo di conferenze "Bodytracing" di cui faceva parte la conferenza di ieri.
Ovviamente ho partecipato e ne è valsa la pena: oltre alla Taguchi, al suo fedele interprete, la mia prof. di letteratura e il traduttore di cui parlavo, eravamo si e no in una scarsa decina di partecipanti. Difatti ci siamo seduti tutti intorno ad un grande tavolo...! La Taguchi, munita di lavagna, ci ha parlato del 香道 kodo:
In Giappone si da' molta importanza all'udito e all'olfatto, a volte dimenticati, nonchè alle arti marziali quali quella che in Mosaico il nonno di Mimi le insegna. Innanzitutto ci ha fatto notare che nel kanji di 聴くkiku (ascoltare), c'è 耳mimi (orecchio) ma che si usa questo primo ideogramma quando si vuole sottolineare che uno tende l'orecchio, mentre 聞く kiku è piu' generalmente "sentire". Notare che in Giappone si dice
香りをきくascoltare (non sentire) un profumo, oppure 酒の味をきくascoltare (non assaggiare) il sapore del sake. Esiste anche l'espressione 体の声をきく, ascoltare la voce del corpo, ossia il proprio corpo. Andando avanti, il ミmi di 耳mimi ricorda l'acqua e la chiave dell'acqua negli ideogrammi. Vedendo questo katakana di mi, cosa fa venire in mente? 3. Tra l'altro uno dei modi di dire 3 è mitsu. E sembra una battuta ma a forma di 3 si possono disegnare anche le orecchie. Tutto quello che ha a che vedere con l'acqua contiene il mi (池 stagno, 海 mare). Questo esprime una sorta di scambio di energia. Un po' come nel sasso-carta-forbice (?). L'energia li' è stabile e identica all'infinito.
Vi siete mai interrogati sul perchè le stagioni in giapponese si dicono come si dicono?
Bisogna sapere che i nomi delle stagioni non sono stati messi a caso: quando ancora non si usavano gli ideogrammi, i giapponesi attribuivano grande importanza ai suoni, spesso onomatopeici. E infatti è cosi' anche per i nomi delle stagioni [...].
Avete poi mai pensato cosa si ottiene unendo 水acqua e 火fuoco? 神Divinità. E vi siete mai chiesti come mai gli ideogrammi di 神divinità e 紙carta si leggano entrambi allo stesso modo? Ebbene, la carta è fatta dagli alberi, quindi da un essere vivente. Della stessa materia sono fatte le corde che troviamo nei templi, e questo sin dall'Era Jomon. In passato si credeva nel 言霊kotodama, cioè nel fatto che se pronunciavi una parola, essa diventava realtà (se auguravi a qualcuno di morire schiantato, succedeva, e se dicevi il nome di una persona, quella persona diventava tua, e simili e affini). E queste parole si possono scrivere sulla carta. A dare permanenza ai kotodama era il fatto di metterli su carta. La carta diventa divinità. Non solo. Esiste in Giappone il 書道shodo, letteralmente la via della scrittura, ossia l'arte della calligrafia. Per esercitare quest'arte si usavano un pennello, carta e inchiostro. L'inchiostro era ottenuto da carbone (炭sumi), cioè albero bruciato, diluito nell'acqua (notare la ricorrenza degli elementi naturali precedentemente citati ossia 水acqua, 火fuoco e 木albero). Il carbone e l'acqua (= inchiostro) vengono messi sulla carta. Nel caso soprattutto della carta giapponese, essa assorbe e fa evaporare l'acqua. Quindi cio' che avviene è come un corpo che muore: siccome è costituito al 70% da acqua, questa si evapora. Il shodo non è semplicemente scrivere ideogrammi. Quel che vi avviene è lo stesso processo che avviene alla morte di qualcuno. Per questo al nome di quest'arte è stato aggiunto l'ideogramma di via, strada. In tutto questo, a rappresentare il mutamento dell'acqua è il mi. Per tutti questi motivi, ho dato alla protagonista di Mosaico il nome Mimi.
A questo punto potevamo fare domande. Ricollegandomi a tutto cio' che era appena stato detto, ho chiesto chiarimenti ulteriori riguardo al nome della protagonista. Infatti nel romanzo viene spiegato che il nome l'aveva chiamata in quel modo per altri motivi, cioè perchè mi in giapponese puo' significare anche corpo, se stesso. E tra l'altro il passaggio dall'ideogramma di orecchio a quello di corpo è minimo: 耳 身.
Si provi a pensare alla differenza tra vedere e sentire. Gli organi usati sono ovviamente diversi. E qual è la piu' grande differenza tra occhi e orecchie? Che gli occhi hanno le palpebre, le orecchie no. Quindi, quando vogliamo possiamo chiudere gli occhi, e non vedere. Ma non è possibile lo stesso tipo di operazione con l'orecchio. Possiamo sempre sentire. In Giappone esiste una divinità che si chiama Kannon. Si scrive 観音 dove il primo ideogramma è vedere (di turismo ad esempio) e il secondo suono. La divinità Kannon salva tutti perchè ascolta la voce di tutti quelli che stanno male: le orecchie sono sempre aperte, non hanno palpebre. Anche il corpo, come le orecchie, è sempre aperto.
(Continua)

Conferenza con Taguchi Randy

Il trofeo di ieri sera è stato questo:

cioè l'autografo.
E il fatto di aver tutto sommato trovato quel che cercavo: sapere se potevo minimamente pensare di affontare la carriera di interprete, o se era meglio smettere di sognare ad occhi aperti e costruirmi castelli per aria.
La conferenza è iniziata con saluti e soliti convenevoli, in italiano, si vede che l'interprete della Taguchi intanto le interpretava tutto in simultanea, sottovoce (ma il mormorio è comunque stato captato un po' dai microfoni). Poi pero' a prendere la parola per tutto il tempo è stata la Taguchi, e non vi dico come mi sono sentita quando mi sono accorta che a parte alcune parole che mi sfuggivano capivo benissimo il discorso e avrei detto le stesse cose dell'interprete (senonchè in modo meno preciso e calmo). Tra l'altro lo devo contattare, quell'uomo spruzzava professionalità da tutti i pori e non ha vacillato un istante, nonostanze la durata della conferenza, 1ora e mezza abbondante. La prima parte è stata tutta sul Feng Shui, che sembra rivestire una grande importanza agli occhi della Taguchi. Ce ne ha spiegato il funzionamento e le implicazioni, discorso che io sentivo per la prima volta e che è stato rivelatore. Rivelatore perchè come chi di voi ha letto Mosaico sa, ad un certo punto Masaya si rifugia nel fiume sotterrano di Shibuya. La spiegazione delle implicazioni di questo ed altro ci viene data appunto dal Feng Shui. E il punto è che il lettore occidentale che non ha questo background si perde forse tante cose.
Rivelatore anche è stato il fatto che nonostante il traduttore della Taguchi, Gianluca Coci, le abbia chiaramente fatto una domanda in merito alla critica sociale che Mosaico propone del Giappone, ad esempio per quanto riguarda gli hikikomori, lei abbia risposto parlando di tutt altro. Segnale di un abisso culturale, nel modo di pensare e vedere le cose. Perchè noi occidentali dobbiamo tanto focalizzarci sugli hikikomori...? Per fare un paragone brutto malriuscito ma immediato, è come interrogarsi sul problema dei rifiuti di Napoli senza pensare mai alla mafia. Chi se ne intende non ti starà a spiegare dove sono i rifiuti, che fine stanno facendo, di che tipo sono e chi li produce, ma ti parlerà forse di tutt'altro, cioè di mafia etc etc etc.
Le domande poste in tutto sono state 3, nessuna risposta è stata, in apparenza, data: la Taguchi ha avuto un modo di rispondere prettamente giapponese, secondo me. Ossia ci ha fatto l'onore di prenderci per mano e spiegare tutto passo per passo, dalla A alla Z, senza arrivare subito al punto. Alla fine dando l'impressione ad alcuni di non esserci arrivata. Inoltre ho trovato il suo modo di parlare estremamente chiaro, ma non mi riferisco soltanto al contenuto,ma anche al tono della voce, al volume, e all'assenza di colloquialismi e riempitori tipo あの、えと、なんか、なんかこう・・che gli intellettualoidi e gli indecisi usano tanto (come i nostri cioè, cè, come dire, praticamente etc. che pero' in giapponese fanno una pessima impressione).

Passo ad un tentativo di riassunto:
La Taguchi ha voluto introdurci al Feng Shui (フウスイ fuusui*), un modo di pensare antico secondo il quale la distribuzione di correnti di alcuni elementi tali l'acqua ha influenza su un dato luogo. In base a questo si costruiscono case e si dispongono mobili in funzione del Feng Shui. Ad esempio non si dispone un letto con la testiera rivolta a nord perchè orientati a nord dormono i morti, oppure si mette la porta d'entrata a sud-est e i servizi a nord-ovest, mentre non si dovrebbe al secondo piano disporre una camera di letto in corrispondenza di un fornello (o sorgente di "fuoco") al primo piano.
Un altro aspetto è quello che l'acqua è conduttrice di elettricità, e lo scorrere di un fiume è percio' positivo, mentre lo ristagnare no. Collegati con questo elemento sono la posizione della stazione di Shibuya a Shibuya e il fatto che ci sia un fiume sotterraneo.
So che non è chiarissmo, ma non avendo preso appunti del contenuto, non mi ricordo piu' precisamente di cosi'.
Comunque questo discorso sembra essere collegato anche allo sviluppo dei telefonini e quindi delle onde elettromagnetiche: una corrente del genere, anche se minima, ha una cattiva influenza a livello psicologico sul cervello umano, e se crediamo agli insegnamenti del Feng Shui, non propriamente "scientifici" ma antichissimi, tutto sembrerebbe confermarlo.

In risposta a non so piu' quale domanda invece, la Taguchi ha interpretato il crimine commesso nel '97 da un ragazzino adolescente nei confronti di un bambino cosi: il motivo percui il bambino è stato proprio decapitato sembra essere legato al posto in cui il crimine è avvenuto. Infatti a Kobe non solo ci sono grandi terremoti ogni anno, ma anche un alto numero di incidenti abbastanza tragici. Questo dipenderebbe naturalmente da come è fatta li' la terra, facilmente scorrevole (di qui i terremoti). Non mi ricordo come questo fosse collegato alle malattie cosidette mentali, scusate. Il punto interessante che mi è rimasto impresso pero' è quello di spiegare la scelta della decapitazione (singolare per un semplice quattordicenne) seguita anche da esposizione davanti alla scuola come una regressione ad uno stato primitivo dell'uomo. Il ragazzino avrebbe agito cosi', difatti, perchè un tempo i barbari in battaglia decapitavano i loro nemici e costruivano le loro strade con le teste dei loro nemici. Non a caso l'ideogramma di strada道michi è composto anche da capo首kubi. Mentre sto scrivendo mi rendo conto che avrei dovuto prendere appunti...scusatemi ancora.

In risposta all'ultima domanda la Taguchi ha affermato interessarsi molto ai malati mentali e di avere molti amici affetti da tali problemi. Ha pero' sottolineato che la realtà è quella che proviamo...Una sua amica era innamoratissima di Koizumi e sosteneva di parlare al telefono con lui tutti i giorni. Ovviamente questo non era vero, pero' era la sua realtà, la realtà in cui viveva.

*Siccome, controllando poi in rete il significato di Feng Shui ho trovato che letteralmente sarebbe "vento e acqua" suppongo che in ideogrammi venga 風水, ma non sono certa

30 octobre 2009

Il mondo è piccolo e Taguchi Randy

Stasera a Bologna c'è una conferenza di letteratura giapponese che ha per tema il romanzo di Taguchi Randy "Mosaico". Sono emozionatissima, perchè la scrittrice in persona sarà presente, e questo significa che ci sarà anche un interprete. E potrò osservare dal vivo davvero per la prima volta una conferenza in giapponese interpretata in italiano. Sono davvero emozionata. Non sto nella pelle. Mi aspetto che questo evento mi dica molto.
E poi l'altro fatto che carica l'evento di suggestività è che oggi ho finito di leggere Mosaico, mi sono ridocumentata sull'autrice, e ricordandomi che era famosa per un blog che tiene da anni, sono andata a scovarlo e...in data 27 ottobre c'è un post che dice che verrà in Italia. Non so è stranissimo. Mi sembra di essere in un mondo piccolissimo. Questa rete che permette di comunicare. Io so che Taguchi Randy, che ascolterò in conferenza stasera, ha scritto sul suo blog che era stata in Italia un anno fa, le era piaciuto, aveva visto l'edizione italiana di un suo romanzo, mentre ora-spiega- è uscita l'edizione italiana di Mosaico, appunto, e le foto sue, e la didascalia alle foto quello é il mio interprete Giorgio...http://runday.exblog.jp/12758912/
Sto in fibrillazione.

Volevo dire: ho incontrato qui a Bologna, tramite annuncio in una bacheca, T., una ragazza giapponese che è venuta a studiare un anno in Italia. Ho scoperto che conosce un mio compagno della Waseda, M., e che era studentessa di italiano nella scuola dove insegnavo io a Shibuya; ho conosciuto anche una ragazza mezza italiana mezza giapponese, Y., tramite Facebook. Lei mi aveva notata per un post in una bacheca di una nostra conoscenza comune (forse perché ho il nome anche in katakana, che è da veri nerd effettivamente), e andando sul mio profilo aveva scoperto che ero io che scrivevo lapeppapolide, blog che conosceva e seguiva da tanto. E è stata a Tokyo quest'estate e studia qui a Bologna come me.

Una rete globale molto avanzata assumerà un giorno una propria autonomia. Gli uomini, in completa armonia, potranno allora cominciare a sintonizzarsi con il mondo grazie a quest'immensa rete. Gli abitanti della Terra risuoneranno finalmente insieme e saranno dunque questi uomini nuovi a purificare il mondo.
Tratto da Mosaico, Fazi Editore, p.309.

25 octobre 2009

I vantaggi dell'ora legale annullati automaticamente in Giappone

Nella notte fra ieri e oggi in Europa siamo passati all'ora invernale.
Oggi su Le Monde, noto quotidiano francese, leggevo un trafiletto che spiegava che a questa "forzatura", istituita nel 1976, c'era spiegazione: permette di risparmiare l'equivalente del consumo elettrico di una cittadina di 250 000 abitanti.
Caspita, mi son detta. Ma allora se il motivo è cosi' "ecologico" (ed economico), perchè i giapponesi non ci hanno pensato, o quantomeno non hanno aderito?
Semplice..probabilmente perchè con la quantità di conbini, karaoke e altre strutture e locali aperti di notte o 24 ore su 24, i benefici tratti dallo spostamento dell'ora legale verrebbero comunque annullati.

Di qui la non partecipazione?
Ma tant'è: il fuso orario col Giappone di conseguenza è di 7 OPPURE 8 ore.


24 octobre 2009

Parole per il matrimonio&co

Tanto per fare un'analisi sociologica partendo dai termini esistenti e usati dal popolo giapponese...sapete come dicono divorzio?
Certo c'è il vocabolo corretto, the proper word mi verrebbe da dire in inglese, che è 離婚 rikon composto dagli ideogrammi di allontanarsi + il secondo ideogramma di 結婚 kekkon matrimonio. Ma c'è anche バツいち batsu ichi, che ad immagini potrebbe venire rappresentato tranquillamente da una croce seguita da un numero 1. Croce 1. Cioè sbaglio 1? Errore 1? Cosa andata a male 1?In giappone si segna la risposta giusta con un tondo, e quella sbagliata con una croce. E Vero e Falso si dice, appunto Maru e Batsu. Tondo e croce.
Per chi è divorziato per la seconda volta バツに batsu ni, cioè croce 2. E via dicendo.

Poi c'è il 結婚活動 kekkon katsudo abbreviato in 婚活 konkatsu. Consiste in diverse forme di dating finalizzate al matrimonio. Le agenzie prepostevi organizzano incontri a pagamento per trovare l'anima gemella. Un po' come lo speed dating. Simile è il 合コン go kon, che pero' a dedurre dal nome non è finalizzato al matrimonio ma solo a trovare qualcuno. Di solito il go kon è sotto forma di incontri informali di un numero pari di persone di entrambi i sessi in piccoli gruppi. Io una volta sono stata costretta a partecipare...Fu una cosa simile a quella che vedete all'inizio di questo video: un go kon di cucina http://dailymotion.virgilio.it/video/x9a4ok_1329002a_shortfilms ma forse alcuni di voi lo ricorderanno http://lapeppapolide.blogspot.com/2009/04/note-di-viaggio-parte-quinta.html
Per concludere con qualcosa di piu' tradizionale invece vi ricordo l'esistenza dell'Omiai お見合い che è invece l'incontro di due persone, spesso ad opera dei loro genitori, per un matrimonio combinato.

Interessante no? C'avrei potuto fare la tesi. Ma le buone idee vengono sempre troppo tardi.


Al momento sto guardando un dorama (serie televisiva) che ha per oggetto un konkatsu. Il titolo gioca sulla somiglianza di questa parola con とんかつ tonkatsu, cioè la carne impanata alla giapponese per intenderci. Il protagonista guarda caso deve fare konkatsu, e ha un padre che gestisce un negozio di tonkatsu. Ecco la "locandina", dove tutti i partecipanti al konkatsu mangiano tonkatsu.

Non faro' "l'analisi sociologica", perchè l'argomento richiede un po' di ricerche, ma questo è quello che ho imparato là sui termini e su certe pratiche inerenti al matrimonio.

16 octobre 2009

Esamificio

Ce l'avevano raccontato e noi un po' non ci avevamo creduto: in Giappone sin dalle elementari ci sono mille test e esami e classifiche, che servono a entrare nelle scuole piu' prestigiose. Ho scoperto stasera che è vero e molto piu' terrificante di quanto immaginassi:

https://www.yotsuyaotsuka.com/toitsutest/index.php

A questo link trovato la pagina che annuncia un test per i bimbi delle elementari. Non ho letto nel dettaglio, pero' da quello che ho capito io è un test che serve a valutare le capacità scolastiche dei bimbi e ne stila una classifica a livello nazionale.
Nazionale. Gia' questa parola è grave.
Poi, da quest anno, possono farlo anche quelli della seconda. Terrificante.
E la pubblicità che si alterna sullo schermo mi presenta visi di bellissime bambine, a volte con accanto un "lo faccio anche io" e a volte un piu' spaventoso "3 novembre. Testiamo il Giappone". Le prime righe di spiegazione che incontro recitano "non abbiamo futuro se ognuno dei nostri figli non cresce". Ah e dimenticavo, il test è gratuito.
Vi rendete conto di cosa organizza un governo e di quanta gente è coinvolta?!...

Sono abbastanza stupita...
E' la prima volta che mi imbatto concretamente in qualcosa del genere.
Le materie in esame: per quelli di seconda e terza solo matematica e giapponese, per i piu' grandicelli invece anche "società" e scienze.
In fondo alla pagina, improbabili commenti che suonano come
テスト自体はとても難しいですが 楽しく問題を解けたようです。結果も4年の時より上がったと喜び、自信もついたようです。結果が詳しく出るので 自分の苦手分野や得意分野が分かり、今後の勉強の参考になりました。次回も是非参加させたいと思っています。"il test in sè è molto difficile ma ho potuto rispondere alle domande divertendomi. Siccome il risultato era piu' alto rispetto al quarto anno sono stato contento e la mia autostima è aumentata. Poi visto che il risultati sono dettagliati si puo' capire i propri punti deboli e punti di forza, cosa che sarà utile come punto di riferimento per lo studio futuro. Penso di voler far partecipare anche la prossima volta". Firmato "protettore" (non riesco a tradurre altrimenti il 保護者
) , affiancato da un "4a elementare". Che sia il commento di un genitore?
Ad ogni modo sono allibita...XD

L'opinione dei lettori

L' Asahi Shinbun è uno dei quotidiani più letti in Giappone. (A parte questo non so molto...se ho capito bene è più di sinistra che di destra, ma son concetti relativi quindi che alla fine non dicono nulla...).
Al corso di "Leggere i quotidiani giapponesi" che avevo frequentato, spesso leggevamo un trafiletto dell' Asahi Shinbun che si chiamava 天声人語 "tensei jingo" e che avevo identificato come "le lettere dai lettori". Ora però che ho cercato di leggerlo anche online, ho trovato la traduzione per la versione inglese, che é Vox populi vox dei.
Interessante che questo concetto esista anche in giapponese: gli ideogrammi infatti sono proprio, in ordine, divinità, voce, persona, lingua.

Per chi fosse interessato: in fondo a questa pagina web http://www.asahi.com/english/

15 octobre 2009

Aria di cambiamenti...

...nella scena politica giapponese!

Ogni tanto è bene confrontarsi anche con questi argomenti...in fondo per la prima volta da 50 anni in Giappone ha vinto l'opposizione. Per l'occasione ho deciso di tradurre il commento di un mio amico (Anthony, studia relazioni internazionali) e riportarlo qui. La fonte è: http://anthony-le-conquerant.over-blog.com/article-36290588.html

"Ecco un momento storico, che farà voltar pagina al Giappone, e che ho pensato potesse giovarvi conoscere![…]
Infatti il Giappone finora non ha conosciuto alternanza a livello politico: il Partito Conservatore, chiamato Partito Liberal Democratico (PLD), si è sempre accaparrato la carica al Cabinetto, l’organo politico supremo del paese, che dipende dal risultato delle elezioni parlamentari, dal 1955 a oggi. Tuttavia, da diversi anni numerosi ministri del PLD sono stati destituiti uno dopo l’altro, ognuno prima della fine del proprio mandato, vuoi per motivi di frode, di mancanza di risultati o semplicemente per mancanza di popolarità. E così è stato anche per l’ultimo, Aso Taro, vittima del suo carattere di “looser”, delle sue goffezze diplomatiche, della sua incapacità di tenere testa a ministri troppo chiacchieroni, e di una polemica che lo faceva passare per illetterato manco capace a leggere gli ideogrammi più comuni. Gli elettori (l’elettorato?) giapponese ha quindi reagito con un forte messaggio di stanchezza all’occasione delle elezioni dello scorso 30 agosto, comportamento anche coraggioso, conoscendo la tendenza a seguire e mantenere le cose come stanno, sia in ambito elettorale che non.

Ma concretamente, che cosa cambia? Chiederselo è lecito, perché si sa che sia di destra che di sinistra i politici giapponesi sono uomini che hanno ereditato straordinarie fortune familiari costruitesi non grazie alla recente industrializzazione del territorio bensì nel periodo feudale del 17esimo secolo. Sono quindi tutti quanti ricchi, tutti quanti laureati della stessa università, la “Todai” (Università di Tokyo) e specializzati presso qualche famosa università americana come Stanford, Harvard, Columbia o britannica tipo Oxford.
Il nuovo primo ministro non fa eccezione alla regola, visto che non solo è laureato a Todai e Stanford, ma è tra i piu’ ricchi del paese: da parte della madre ha ereditato l’impero del pneumatico Bridgestone. Siccome poi il suo partito è stato eletto per la promessa di ridurre il gap tra le classi sociali, ci si chiede come possa lui aver capito queste problematiche…
Ciò di cui invece possiamo essere certi, come assicurato dallo studioso Jeffrey Kingston, è che il ministro ha scelto “alcuni tra i più talentuosi e sperimentati e li ha messi in posti chiave” . Così abbiamo Naoto Kan all’ufficio strategie nazionali e che avrà il duro compito di opporsi alla pesante burocrazia che finora aveva funzionato in perfetta simbiosi col PLD. Missione delicata anche per l’ex-funzionario del ministero delle finanze Katsuda Okada, che si vede attribuire le relazioni esterne, che comprendono tra l’altro i casi della presenza militare americana sul territorio nipponico (48 000 soldati), l’indipendenza diplomatica dagli Stati Uniti e le agitazioni in Nord Corea. Senza dimenticare Sakihito Ozawa, per l’ambiente, che dovrà occuparsi degli impegni nipponici per il protocollo di Kyoto ossia la riduzione dell’emissione di gas a effetto serra. Caso molto importante visto che il PLD si è decisamente allontanato dagli obiettivi: nel 2008 anziché diminuire del 6% sono aumentate del 2, 3%.

Infine, la politica sociale deve non solo concentrarsi su un miglioramento delle condizioni economiche e degli stipendi senza andare a gravare sulle famiglie con nuove imposte sui consumi, ma anche iniziare ad occuparsi di argomenti cari all’opposizione che improvvisamente si ritrova in pole position: questi argomenti sono le ineguaglianze tra uomo e donna, l’alimentazione, il tasso di natalità…e di cui si occuperà Mizuho Fukushima."

Flashback

Mi è venuto un flashback assurdo.
Quando avevo 3-4 anni io e i miei ci siamo trasferiti dalla Svizzera, dove sono nata, a Milano. L'italiano ovviamente prima di allora non lo parlavo perchè benchè mio padre sia bilingue, in casa mia si parla francese (o un linguaggio tutto nostro che è un mix improbabile di francese italianizzato, ma è una cosa abbastanza recente).
Ora, io mi ricordo perfettamente di aver imparato un sacco di italiano guardando la tv, e piu' precisamente i cartoni animati. Non chiedetemi il perchè: ne ho la certezza e basta. Mi ricordo l'essere tutta assorta e soddisfatta nel godermi il cartone e allo stesso tempo sentire quell'esaltazione che deriva dalla soddisfazione "intellettuale" del riuscire a decodificare e mettere tutti i tasselli a posto. Mi ricordo. Io ascoltavo, e man mano facevo 2+2. "Questo, in questo contesto, significa questo. Era una parola nuova, mai sentita, ma ora la so".
Tuttavia mi ricordo precisamente anche - e qui sta il flash- cche 'era una parola che invece poneva problema. La sentivo, riuscivo a distinguere i suoni di cui era fatta, la pronunciavo nella mia testa, ma non mi diceva nulla. Che cavolo voleva dire? Guardavo con antipatia e risentimento la protagonista del cartone, sta maledetta bimba che diceva "genitori". E "miei genitori".
Caspita voleva dire "genitori"?!?!
Ci ho messo un po'. Credo di averlo chiesto ai miei e di essermelo fatto spiegare: da sola non ci arrivavo.
"Genitori" in francese si dice "parents". Se avessi sentito "parenti" li avrei erroneamenti presi per "genitori" e alla fine sarei arrivata al significato esatto, penso.
La mia "intuizione", molto banale, che le lingue da piccoli si imparano in automatico perché (se e solo se?) assomigliano un po' alla nostra lingua madre, verrebbe confermata da questo episodio.
Molte parole italiane somigliano al francese, "genitori" no.

Poi mi sono trasferita in Germania, dove ho imparato il tedesco perchè sono stata presa e messa in 1a elementare in una scuola tedesca, e o imparavo, o imparavo: questione di sopravvivenza. Lì è stato il contesto ad essere decisivo. Se un tuo compagno ti dice "Ich will das!" e ti indica con insistenza un oggetto, ci arrivi che significa "voglio quello".
In futuro poi ho studiato inglese alle medie, e mi sono trovata facilitata: assomigliava al tedesco, e tutto mi sembrava ovvio. Tranne "verbo in ing". Non ci arrivavo. Fissavo la pagina del libro che presentava questo argomento, di nuovo con astio, chiedendomi che cavolo potesse significare. La spiegazione della prof. è stata un sollievo.
Con giapponese, se vogliamo chiudere il discorso, è un'altra storia: non somiglia a nulla.
E lì è stato lo studio e il contesto ad essere determinanti.
Chissà se ci sono teorie di un qualche studioso che confermano tutto questo.

Ad ogni modo, "genitori" ha un'etimologia alquanto raffinata.

14 octobre 2009

Tesi 卒論

Magica parola.
Non é la causa per la quale non scrivo piu': a risucchiarmi tutto il tempo é il tirocinio curriculare, che davvero mi sta sfinendo. Torno a casa la sera ,stanca, e mi ritrovo con troppe cose da fare: tesi, studio per il proficiency di giapponese, studio per l'esame d'ammissione a scuola interpreti...che puntualmente non riesco a fare.
Per fortuna da novembre sto a casa, e sono sicura che avro' anche modo di scrivere.
La tesi sarà su Hoshi Shinichi 星新一, lo scrittore che ho scoperto primavera scorsa e che mi é tanto piaciuto. Uno che scrive roba accessibile e godibile. (No, non é scontato. Avete mai provato a leggere Murakami Haruki o Yoshimoto Banana in giapponese?). Accessibile e godibile perché i racconti sono brevi (viene chiamato ショウートショウートの神様 il "Dio delle Short Stories"), scritti in uno stile assolutamente semplice, con pochi se non zero riferimenti culturali forti che ostacolino una comprensione immediata. Storielle col finale a sorpresa, che ti fanno riflettere ma anche sognare perché sembrano un po' delle fiabe.

Ho previsto di tradurre qualche racconto, che verrà puntualmente pubblicato qui...una cosa da prendere con le pinze, ovviamente, ma che sono sicura vi potra' distrarre e divertire - e per me costituirà magari un imput maggiore a impegnarmi a fare una "bella" traduzione.

(Che traduttori non ci si improvvisa, ma io mi butto).

03 octobre 2009

Il sottotitolo

I piu' accorti tra di voi avranno notato che ho cambiato la parte giapponese del sottotitolo di questo blog. Da ここだけの話 (koko dake no hanashi, tra me e te) a 放浪記 (horoki, diario di una vagabonda).
E' un esplicito riferimento al titolo di un'opera della scrittrice Hayashi Fumiko (1903-1951). Non l'ho letta, ma mi attira molto. I punti in comune sono tanti: donna, vagabonda, marginale, libera, sola.

26 septembre 2009

Piu' di mille

Mi sono accorta quasi per caso di aver superato le 1000 visite. E allora colgo l'occasione per ringraziare tutti i miei lettori! Un grazie di cuore con una raccolta di foto...a cuor leggero :-)

I cartelli della metropolitana di Tokyo.


"Fatelo a casa"

"Fatelo a casa".

"Fatelo di fuori".

"Fatelo in palestra".

20 septembre 2009

Qui lo dico e qui lo nego.

Vorrei parlarvi di una cosa, molto randomly: cioè cosi' come mi viene. Confusamente in mente.
Ora esiste questo fantastico aggegio che si chiama Facebook e che ci da' uno spaccato della vita degli altri, bombardandoci di immagini e foto delle vite altrui. La conseguenza è che vedo spesso le foto del mio successore, un mio amico di facoltà che sta studiando alla Waseda come ho fatto io, e che ora si trova esattamente dove ero io un anno fa.
Ho sempre pensato che chi ha già avuto dovrebbe essere contento per gli altri. Beh, decisamente si tratterebbe di una gran dote. Non avrei pensato mai che fosse cosi doloroso vedere quelle foto. I posti in cui sono stata tutti i giorni per 10 mesi mi sembrano cosi' fantastici e unici, come se non ci fossi mai stata. E le foto di posti in cui invece, non sono mai stata oppure in cui sarei voluto andare senza riuscirci - salire in cima al metropolitan building di shinjuku, fare una foto con da sfondo la statua LOVE che per me rappresentava cosi' tanto simbolicamente perchè proveniva dal primo film giapponese moderno che abbia mai guardato- vedere ste foto e pensare che in 10 mesi sono riuscita a non fare delle cose, mi fa venire addosso una gran depressione.
Tutto questo pero', sento essere profondamente ingannevole. Sembra attaccamento, che non è: 3 mesi fa non vedevo l'ora di tornare in Italia e provavo molto piu' dolore nel vedere le foto dei miei amici che si divertivano ed erano col mio ragazzo, e il corso della vita normale che andava avanti senza di me.
Pensavo cosi, randomly, stasera, e domani forse mi sentiro' diversamente chissa'. Ho una gran paura di dire quello che provo veramente riguardo a tutta questa storia del giappone, prima durante e dopo, per paura di venire fraintesa. Fraintesa perchè persino chi è stato li con me per la stessa durata di tempo ha sentimenti e modi diversi dai miei, figurarci chi non c'è stato...
Ma sto divagando e tutto questo è ben troppo personale per essere di un benchè minimo valore.
Domani, la rimpatriata.

19 septembre 2009

Altro spunto di riflessione


Barbarismo civilizzato (Nietzsche): La società moderna al massimo della sua evoluzione razionale e tecnologica è sull'orlo della distruzione e di un inevitabile e paradossale regresso ad uno stato primitivo tutto fuorché spontaneo.

A parte i riferimenti al primitivo, la prima parte della frase mi fa tanto pensare a Tokyo, metropoli, e i suoi abitanti, disperati, prigionieri in una realtà tecnologicamente e razionalmente perfetta e avanzata ma alienante.

15 septembre 2009

Giapponese ad alti...altissimi livelli!

(Si proprio)

Sapete, lo studio del giapponese è come lo studio di uno strumento: meno di
un tot ore al giorno non serve a niente - non si fanno progressi- e smettere solo un giorno fa perdere la mano.

Per inciso, la mia coinquilina che studia pure lei giapponese, ha il nintendo DS e *meraviglia delle meraviglie* mille giochi di lingua giapponese e ideogrammi. Perchè ovviamente il giapponese non è facile nemmeno per i suoi parlanti.
A parte che uno quando è immerso nelle cose non vede prorpio quello che gli sta sotto gli occhi- leggi: quando abitavo a Tokyo avrei potuto procurarmi comodamente sia il DS che i giochi giapponesi di lingua giapponese - disponibili solo sul mercato giapponese- così appropriandomi di un valido, ludico e alternativo strumento di studio.
Comunque questo giochino qui,
kokugo, la denominazione ufficiale dell'insegnamento di lingua giapponese nelle scuole, dopo un test di ingresso volto a giudicare le mie competenze in grammatica, ideogrammi, linguaggio onorifico, modi di dire e significato delle parole, mi ha inserita in un bel livello 5 su 6 dove 6 è base e 1 il piu' difficile. Commento aggiuntivo: あなたの日本語能力は小学校卒業レベルです。Il tuo livello di giapponese è da licenza elementare. Questo mi riconforta!
Sono passata al giochino successivo, ignorando kokugo che dai, è fatto per i giappi, sono capitata su un gioco per allenarsi con gli ideogrammi
che pero' misteriosamente non ti fa sostenere il livello successivo nonostante tu abbia passato l'esamino di quello precendente. Cosi sono ancora al livello 10 su 10 (elementare-base ovviamente!) che mi chiede come si scrive "pioggia" e come si legge "2" quando io fino a due mesi fa studiavo i problemi ambientali, il protocollo di Kyoto e la deforestazione in giapponese, e mi vedo comparire la scritta ステファニーさん、後2回の合格で昇級ができます ossia Sig.Stephanie, dopo aver superato altre 2 volte il test puoi salire di livello. Ho spento.
Insomma molto accomodanti questi giochi.
Ho deciso che li integrero' allo studio del proficiency di giapponese, così, giusto da non dimenticare le basi, visto che pare non le abbia...XD

p.s. non so perchè blogger mi carica le prime due foto storte : (

12 septembre 2009

Letteratura di viaggio

I testi di viaggio ereditano da Erodoto il metodo della comparazione per cui quello che lo sguardo europeo incontra nel Nuovo Mondo è soprattutto cio' che puo' essere confrontato con quello che già si conosce e cio' che viene escluso o taciuto si deve percepire come inesistente. E' per questo che tali testi si delineano anche come manuali che insegnano a guardare, ma anche ad osservarsi, immaginarsi, identificarsi e differenziarsi dall'"altro", fornendo materiale informativo e creando pero' al contempo un'illusione che deve risultare credibile proprio perchè si fonda sulla certezza di un confronto: un confronto che è sempre funzionale al consolidamento dell'identità di chi osserva. La maggior parte di queste opere ha la pretesa di diffondere il nuovo tra un pubblico di lettori che, paradossalmente, desidera essere sedotto da una novità che, il piu' delle volte, si aspetta.

(Grassetto e corsivo miei, tratto dal saggio "Orrore e meraviglia: percezioni europee del selvaggio antropofago" di G. Golinelli)

[Quante volte ho scritto per ridefinire la mia identità?
Quante volte avete inconsciamente voluto capire quello che già conoscevate, e ignorato quello che vi era del tutto ignoto?
Il confronto con l'altro è una delle pratiche piu antiche dell'uomo eppure una nelle quali è piu negato in assoluto: secoli di colonizzazione, ferite di decolonizzazione, alleanze e comunità linguistiche e culturali non hanno insegnato ancora a nessuno ad accettare l'altro per com'è e a non vederlo con gli occhi con cui vogliamo vederlo.
Il risultato? Razzismo e xenofobia ancora esistenti ovunque nel mondo]

09 septembre 2009

Sradicamento

"Come ci si poteva definire originari di Tokyo? Inoltre, l'odierna Tokyo non è posto in cui si possa metter radici. E' un campo sterile che ha perso il profumo della terra. Non c'è pioggia e non c'è aratro che possa renderlo di nuovo fertile.
L'unica cosa che non manca sono le comodità della vita moderna. Tokyo assomiglia a un'automobile di lusso: per quanto possa essere di livello eccelso e con tutti i comfort, le persone non possono vivere solo al suo interno. Ognin tanto ci salgono, la usano perchè è molto comoda, ogni tanto la lavano e ci vanno in giro. Ma poi quando arriva il suo momento, o quando se ne stancano, ne comprano una nuova.
Ecco, Tokyo è questo genere di città. Ogni tanto la gente sale sulla macchina che si chiama Tokyo, e ci salgono in tanti, perchè ha tanti optional che altre automobili non hanno, anche se certo non ha molta personalità. Pensano che comunque, appena ne avranno l'occasione, la cambieranno. Ma
spesso, pur continuando a pensarlo, ci restano tutta la vita.
Ma la gente non pianta radici in un posto che vuole lasciare. La gente non chiama casa in un luogo da cui progetta, prima o poi, di andarsene. Per questo motivo, la maggioranza di quelli che vivono a Tokyo si sente sradicata, e si attacca al luogo d'origine dei genitori, o persino dei nonni, e lo fa proprio. Com'è inevitabile pero', questo tipo di legami è fragile, ed è destinato a divenire semper piu' debole col passare del tempo. Di conseguenza, sono sempre di piu' gli individui che si sentono come erba falciata, precari, senza radici. E Honma si sentiva proprio cosi'.
Quando per lavoro gli capitava di incontrare qualcuno che, per le strade della metropoli, parlava con cadenze e accenti che suggerivano origini lontane, Honma si sentiva all'improvviso un po' solo."

Tratto da "Il passato di Shoko" di Miyabe Miyuki, tradotto da Vanessa Zuccoli, Fannucci Editore pagg.161-162

Pur riflettendo che si, è una illusione pensare di sentirsi cittadino di e appartenente a Tokyo, non posso scordarmi l'effetto che mi faceva vederla dall'alto. La distesa a vista d'occhio di Tokyo mi ha sempre dato una stretta al cuore, un po' di angoscia e un'infinita tristezza, dovute a solitudine...perchè è impossibile non sentirsi soli, davanti a quel paesaggio...eppure quando riguardo lo stesso paesaggio oggi, tramite le foto che avevo fatto, c'è qualcos altro oltre al rinnovato sentimento di immensa solitudine. Qualcosa che a tutt'oggi non so spiegare. Certo non si puo' definire "senso di appartenenza, seppur minimo". Dev'essere il fascino, il fascino che le metropoli, grandi città come Roma, Parigi e, appunto, Tokyo esercitano sulle persone.