15 octobre 2009

Aria di cambiamenti...

...nella scena politica giapponese!

Ogni tanto è bene confrontarsi anche con questi argomenti...in fondo per la prima volta da 50 anni in Giappone ha vinto l'opposizione. Per l'occasione ho deciso di tradurre il commento di un mio amico (Anthony, studia relazioni internazionali) e riportarlo qui. La fonte è: http://anthony-le-conquerant.over-blog.com/article-36290588.html

"Ecco un momento storico, che farà voltar pagina al Giappone, e che ho pensato potesse giovarvi conoscere![…]
Infatti il Giappone finora non ha conosciuto alternanza a livello politico: il Partito Conservatore, chiamato Partito Liberal Democratico (PLD), si è sempre accaparrato la carica al Cabinetto, l’organo politico supremo del paese, che dipende dal risultato delle elezioni parlamentari, dal 1955 a oggi. Tuttavia, da diversi anni numerosi ministri del PLD sono stati destituiti uno dopo l’altro, ognuno prima della fine del proprio mandato, vuoi per motivi di frode, di mancanza di risultati o semplicemente per mancanza di popolarità. E così è stato anche per l’ultimo, Aso Taro, vittima del suo carattere di “looser”, delle sue goffezze diplomatiche, della sua incapacità di tenere testa a ministri troppo chiacchieroni, e di una polemica che lo faceva passare per illetterato manco capace a leggere gli ideogrammi più comuni. Gli elettori (l’elettorato?) giapponese ha quindi reagito con un forte messaggio di stanchezza all’occasione delle elezioni dello scorso 30 agosto, comportamento anche coraggioso, conoscendo la tendenza a seguire e mantenere le cose come stanno, sia in ambito elettorale che non.

Ma concretamente, che cosa cambia? Chiederselo è lecito, perché si sa che sia di destra che di sinistra i politici giapponesi sono uomini che hanno ereditato straordinarie fortune familiari costruitesi non grazie alla recente industrializzazione del territorio bensì nel periodo feudale del 17esimo secolo. Sono quindi tutti quanti ricchi, tutti quanti laureati della stessa università, la “Todai” (Università di Tokyo) e specializzati presso qualche famosa università americana come Stanford, Harvard, Columbia o britannica tipo Oxford.
Il nuovo primo ministro non fa eccezione alla regola, visto che non solo è laureato a Todai e Stanford, ma è tra i piu’ ricchi del paese: da parte della madre ha ereditato l’impero del pneumatico Bridgestone. Siccome poi il suo partito è stato eletto per la promessa di ridurre il gap tra le classi sociali, ci si chiede come possa lui aver capito queste problematiche…
Ciò di cui invece possiamo essere certi, come assicurato dallo studioso Jeffrey Kingston, è che il ministro ha scelto “alcuni tra i più talentuosi e sperimentati e li ha messi in posti chiave” . Così abbiamo Naoto Kan all’ufficio strategie nazionali e che avrà il duro compito di opporsi alla pesante burocrazia che finora aveva funzionato in perfetta simbiosi col PLD. Missione delicata anche per l’ex-funzionario del ministero delle finanze Katsuda Okada, che si vede attribuire le relazioni esterne, che comprendono tra l’altro i casi della presenza militare americana sul territorio nipponico (48 000 soldati), l’indipendenza diplomatica dagli Stati Uniti e le agitazioni in Nord Corea. Senza dimenticare Sakihito Ozawa, per l’ambiente, che dovrà occuparsi degli impegni nipponici per il protocollo di Kyoto ossia la riduzione dell’emissione di gas a effetto serra. Caso molto importante visto che il PLD si è decisamente allontanato dagli obiettivi: nel 2008 anziché diminuire del 6% sono aumentate del 2, 3%.

Infine, la politica sociale deve non solo concentrarsi su un miglioramento delle condizioni economiche e degli stipendi senza andare a gravare sulle famiglie con nuove imposte sui consumi, ma anche iniziare ad occuparsi di argomenti cari all’opposizione che improvvisamente si ritrova in pole position: questi argomenti sono le ineguaglianze tra uomo e donna, l’alimentazione, il tasso di natalità…e di cui si occuperà Mizuho Fukushima."

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