31 octobre 2009

Incontro con Taguchi Randy (parte 1)


Come ci era poi stato annunciato alla fine della conferenza di ieri sera, anche stamattina sarebbe stato possibile proseguire il lavoro con la Taguchi mediante un piccolo incontro presso la libreria Cabral, uno degli enti che ha contribuito ad organizzare il ciclo di conferenze "Bodytracing" di cui faceva parte la conferenza di ieri.
Ovviamente ho partecipato e ne è valsa la pena: oltre alla Taguchi, al suo fedele interprete, la mia prof. di letteratura e il traduttore di cui parlavo, eravamo si e no in una scarsa decina di partecipanti. Difatti ci siamo seduti tutti intorno ad un grande tavolo...! La Taguchi, munita di lavagna, ci ha parlato del 香道 kodo:
In Giappone si da' molta importanza all'udito e all'olfatto, a volte dimenticati, nonchè alle arti marziali quali quella che in Mosaico il nonno di Mimi le insegna. Innanzitutto ci ha fatto notare che nel kanji di 聴くkiku (ascoltare), c'è 耳mimi (orecchio) ma che si usa questo primo ideogramma quando si vuole sottolineare che uno tende l'orecchio, mentre 聞く kiku è piu' generalmente "sentire". Notare che in Giappone si dice
香りをきくascoltare (non sentire) un profumo, oppure 酒の味をきくascoltare (non assaggiare) il sapore del sake. Esiste anche l'espressione 体の声をきく, ascoltare la voce del corpo, ossia il proprio corpo. Andando avanti, il ミmi di 耳mimi ricorda l'acqua e la chiave dell'acqua negli ideogrammi. Vedendo questo katakana di mi, cosa fa venire in mente? 3. Tra l'altro uno dei modi di dire 3 è mitsu. E sembra una battuta ma a forma di 3 si possono disegnare anche le orecchie. Tutto quello che ha a che vedere con l'acqua contiene il mi (池 stagno, 海 mare). Questo esprime una sorta di scambio di energia. Un po' come nel sasso-carta-forbice (?). L'energia li' è stabile e identica all'infinito.
Vi siete mai interrogati sul perchè le stagioni in giapponese si dicono come si dicono?
Bisogna sapere che i nomi delle stagioni non sono stati messi a caso: quando ancora non si usavano gli ideogrammi, i giapponesi attribuivano grande importanza ai suoni, spesso onomatopeici. E infatti è cosi' anche per i nomi delle stagioni [...].
Avete poi mai pensato cosa si ottiene unendo 水acqua e 火fuoco? 神Divinità. E vi siete mai chiesti come mai gli ideogrammi di 神divinità e 紙carta si leggano entrambi allo stesso modo? Ebbene, la carta è fatta dagli alberi, quindi da un essere vivente. Della stessa materia sono fatte le corde che troviamo nei templi, e questo sin dall'Era Jomon. In passato si credeva nel 言霊kotodama, cioè nel fatto che se pronunciavi una parola, essa diventava realtà (se auguravi a qualcuno di morire schiantato, succedeva, e se dicevi il nome di una persona, quella persona diventava tua, e simili e affini). E queste parole si possono scrivere sulla carta. A dare permanenza ai kotodama era il fatto di metterli su carta. La carta diventa divinità. Non solo. Esiste in Giappone il 書道shodo, letteralmente la via della scrittura, ossia l'arte della calligrafia. Per esercitare quest'arte si usavano un pennello, carta e inchiostro. L'inchiostro era ottenuto da carbone (炭sumi), cioè albero bruciato, diluito nell'acqua (notare la ricorrenza degli elementi naturali precedentemente citati ossia 水acqua, 火fuoco e 木albero). Il carbone e l'acqua (= inchiostro) vengono messi sulla carta. Nel caso soprattutto della carta giapponese, essa assorbe e fa evaporare l'acqua. Quindi cio' che avviene è come un corpo che muore: siccome è costituito al 70% da acqua, questa si evapora. Il shodo non è semplicemente scrivere ideogrammi. Quel che vi avviene è lo stesso processo che avviene alla morte di qualcuno. Per questo al nome di quest'arte è stato aggiunto l'ideogramma di via, strada. In tutto questo, a rappresentare il mutamento dell'acqua è il mi. Per tutti questi motivi, ho dato alla protagonista di Mosaico il nome Mimi.
A questo punto potevamo fare domande. Ricollegandomi a tutto cio' che era appena stato detto, ho chiesto chiarimenti ulteriori riguardo al nome della protagonista. Infatti nel romanzo viene spiegato che il nome l'aveva chiamata in quel modo per altri motivi, cioè perchè mi in giapponese puo' significare anche corpo, se stesso. E tra l'altro il passaggio dall'ideogramma di orecchio a quello di corpo è minimo: 耳 身.
Si provi a pensare alla differenza tra vedere e sentire. Gli organi usati sono ovviamente diversi. E qual è la piu' grande differenza tra occhi e orecchie? Che gli occhi hanno le palpebre, le orecchie no. Quindi, quando vogliamo possiamo chiudere gli occhi, e non vedere. Ma non è possibile lo stesso tipo di operazione con l'orecchio. Possiamo sempre sentire. In Giappone esiste una divinità che si chiama Kannon. Si scrive 観音 dove il primo ideogramma è vedere (di turismo ad esempio) e il secondo suono. La divinità Kannon salva tutti perchè ascolta la voce di tutti quelli che stanno male: le orecchie sono sempre aperte, non hanno palpebre. Anche il corpo, come le orecchie, è sempre aperto.
(Continua)

Aucun commentaire:

Enregistrer un commentaire