09 septembre 2009

Sradicamento

"Come ci si poteva definire originari di Tokyo? Inoltre, l'odierna Tokyo non è posto in cui si possa metter radici. E' un campo sterile che ha perso il profumo della terra. Non c'è pioggia e non c'è aratro che possa renderlo di nuovo fertile.
L'unica cosa che non manca sono le comodità della vita moderna. Tokyo assomiglia a un'automobile di lusso: per quanto possa essere di livello eccelso e con tutti i comfort, le persone non possono vivere solo al suo interno. Ognin tanto ci salgono, la usano perchè è molto comoda, ogni tanto la lavano e ci vanno in giro. Ma poi quando arriva il suo momento, o quando se ne stancano, ne comprano una nuova.
Ecco, Tokyo è questo genere di città. Ogni tanto la gente sale sulla macchina che si chiama Tokyo, e ci salgono in tanti, perchè ha tanti optional che altre automobili non hanno, anche se certo non ha molta personalità. Pensano che comunque, appena ne avranno l'occasione, la cambieranno. Ma
spesso, pur continuando a pensarlo, ci restano tutta la vita.
Ma la gente non pianta radici in un posto che vuole lasciare. La gente non chiama casa in un luogo da cui progetta, prima o poi, di andarsene. Per questo motivo, la maggioranza di quelli che vivono a Tokyo si sente sradicata, e si attacca al luogo d'origine dei genitori, o persino dei nonni, e lo fa proprio. Com'è inevitabile pero', questo tipo di legami è fragile, ed è destinato a divenire semper piu' debole col passare del tempo. Di conseguenza, sono sempre di piu' gli individui che si sentono come erba falciata, precari, senza radici. E Honma si sentiva proprio cosi'.
Quando per lavoro gli capitava di incontrare qualcuno che, per le strade della metropoli, parlava con cadenze e accenti che suggerivano origini lontane, Honma si sentiva all'improvviso un po' solo."

Tratto da "Il passato di Shoko" di Miyabe Miyuki, tradotto da Vanessa Zuccoli, Fannucci Editore pagg.161-162

Pur riflettendo che si, è una illusione pensare di sentirsi cittadino di e appartenente a Tokyo, non posso scordarmi l'effetto che mi faceva vederla dall'alto. La distesa a vista d'occhio di Tokyo mi ha sempre dato una stretta al cuore, un po' di angoscia e un'infinita tristezza, dovute a solitudine...perchè è impossibile non sentirsi soli, davanti a quel paesaggio...eppure quando riguardo lo stesso paesaggio oggi, tramite le foto che avevo fatto, c'è qualcos altro oltre al rinnovato sentimento di immensa solitudine. Qualcosa che a tutt'oggi non so spiegare. Certo non si puo' definire "senso di appartenenza, seppur minimo". Dev'essere il fascino, il fascino che le metropoli, grandi città come Roma, Parigi e, appunto, Tokyo esercitano sulle persone.

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