01 novembre 2009

Incontro con Taguchi Randy (parte 2)

Un'altra domanda è stata la relazione esistente in Antena (l'opera di esordio ndr) tra divinità e specchio, ma non ho affatto afferrato la risposta, nonostante gli appunti presi, quindi lascio perdere questa parte e procedo immediatamente a riassumere, invece, il pensiero della Taguchi sulla psicologia.
In Europa abbiamo avuto Freud, che ha avuto una grandissima influenza. Alla domanda se esista un psicologo con la stessa "portata" in Giappone, la Taguchi ha fatto il nome di Kawai Hayao. Famosissimo e seguitissimo perchè ha sollevato il problema della affidabilità e professionalità degli psicologi e psichiatri: in Giappone basta avere il diploma e si puo' esercitare, e negli ultimi anni il numero di psicologi è letteralmente esploso. Il punto è che, a differenza di un buon chirurugo, che viene immediatamente riconosciuto come tale poichè deve concretamente operare qualcuno e si vedono i risultati, un buon psicologo non puo' venir riconosciuto tale facilmente. Su cosa ci si basa? Sulle cure o sui farmaci che prescrive? Sul risultato? Ma è ben noto che il risultato non è spesso immediato. Ebbene lo psicologo che dice "io ti guariro'" è uno di cui diffidare, mentre probabilmente è piu' bravo colui che invece afferma "ti staro' a fianco tutto il tempo necessario ma è con le tue forze che se ne uscirà".
Per tornare alle influenze sulla psicologia giapponese, bisogna sottolineare che Kawai Hayao, avendo anche studiato in Svizzera diversi anni, ha poi tradotto e reso famoso Jung. Le teorie jung-iane sono, quindi, molto piu' note che quelle di Freud, in Giappone. Per quanto riguarda le influenze sulla Taguchi personalmente, lei afferma di aver letto l'opera omnia di Jung attraverso le traduzioni di Kawai, quando aveva ancora una ventina d'anni, e pare ne sia rimasta positivamente colpita. Fu come una scoperta "wow, esiste una disciplina come la psicologia!". Sui 30 pero' si è allontanata da tutto cio' ed ha cominciato ad interessarsi piu' da vicino alla comprensione del corpo, percio' si è data a sport che permettevano la full immersion nella natura. Ha anche buttato tutti i libri su Jung.
Sui 40' è diventata scrittrice e ha ricomprato i libri su Jung. (Ha commentato "che spreco nè!", ridendo).

Infine, interrogata sul come mai nei sui romanzi le ricerche sul sè fossero sempre corredate da esperienze sessuali, e sul come mai in queste esperienze di solito il rapporto uomo-donna fosse abbastanza negativo, ha risposto che per lei morte e nascita sono stati eventi molto vicini tra loro: nel 95-97 ha perso molti cari e in Giappone ci sono stati diversi eventi tragici, ma nel 98' le è nata una figlia e nel 2000 si è messa a scrivere. Scrivere sul sesso ha fatto parte dell'impulso creativo che le era venuto in quel periodo, senza che le piacesse o meno scrivere su questo argomento in particolare.

Dopodichè l'incontro si è concluso e ci ha ringraziati per aver letto cosi' a fondo le sue opere, altrimenti non avremmo potuto porre le domande che abbiamo fatto; e si augura che continuiamo in questo senso lo studio della cultura giapponese, perchè molte cose i giapponesi stessi non le sanno...

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