29 janvier 2009

Codici


Stare in mezzo ai giappi non è facile.
Se mi vedessi da fuori probabilmente sarebbe addirittura piu' lampante e l'avrei capito prima. Perchè io non sono giapponese. Io sono profondamente diversa, a cominciare dal mio aspetto fisico che tradisce un pensiero diverso, una estraneità. Quando dico che mi vergogno a far capire quello che sto leggendo sulla metro o che mi vergogno ad andare in posti dove si mangia prevalentemente carne perchè è cibo inadatto alle ragazze, non lo dico per fare scena, ma perchè è vero. E l'altro giorno ero per la prima volta ad Ebisu, aspettavo un amico ed ero l'unica occidentale in tutta la stazione, scoprendo cosi che era uno dei posti di Tokyo a non essere particolarmente cosmopolita, uno pensa che sia esaltante essere diversi, ma qui no. In America o in Europa, se sei diverso dalla folla, ne vai fiero, a testa alta. Qui ti devi nascondere, essere diversi non è di certo un vanto. Se vado in giro con il cappuccio in testa i giorni in cui non sono vestita e truccata perfettamente, è perchè qui le ragazze non sanno cosa siano le scarpe da ginnastica e la piega dei capelli non fatta. E non sono "le fighettine" che sono cosi, bensi tutte.

Ma insomma cosa posso fare? Gli occhi ce li ho azzurri, i capelli chiari e la corporatura non fine. End of the story. Mi rimane solo da avere dei modi che non facciano scappare questi occhi a mandorla a gambe levate.

Si perchè arrivano i "un mio amico giapponese ha detto", e i "secondo i risultati dell'intervista fatta ai miei amici giapponesi" etc. che confermano l'impressione che abbiano paura di noi occidentali.

Poi, capire i giappi non è facile, e gia' si sapeva. Oggi ho chiesto a un mio amico come dire via messaggio ad un tizio che insomma "no" non sarei andata a berci fuori insieme. La risposta è stata: se vuoi rispondere alla giapponese, devi dire "scusa ma quel giorno ho un impegno con le mie amiche". Questo in giapponese significa, come mi assicuro' il mio amico: "ho il tipo". E non verro' considerata una contapalle, per giunta.

Fate voi.

Ma una cosa sono riuscita a capirla (e scusate se è poco!!). Chi mi saluta di fretta, quasi furtivamente, è chi rivedo spesso, ogni settimana. Chi si dilunga in sorrisoni e promesse e cerimonie del tipo "ci rivediamo eh" di qui di qua di la, non si fa mai piu' vivo.

Chiamatele contraddizioni. E' semplicemente un altro sistema.

1 commentaire:

  1. Aressandora29/1/09 17:15

    mi stai dicendo ciò che mi terrorizza di più del giappone...nn so se è un bene!

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