22 juillet 2011

Why Mac users should learn Japanese

Or was it the other way round? Yes, sorry. This post is about why Japanese language lovers should (learn to) use Mac.

I got my MacBook Pro roughly one year and a half ago, when my HP laptop timely abandoned me when I was writing my BA thesis. God bless external hard disks. Anyway, it had been the third time it had completely broken down for no apparent reason, which became the excuse to get it over with Windows once and for all.

So I got this Macintosh and it was not long before I discovered there was a built-in English-to-Japanese, Japanese-to-English, Japanese synonyms and Japanese encyclopedia dictionary by Apple.
(You can see it here on one official apple website; by the way, I knew a different etymology for Macintosh)


JP synonyms


EN-JP, JP-EN
 What a delightful discovery!

What's more, those dictionaries are the good ones. I mean, the Japanese encyclopedia, for instance, is the Daijisen. It's the same I have on my portable electronic dictionary (a Casio EX-Word acquired in Japan in september 2008).
Daijisen

A japanese electronic dictionary's keyboard
It's really the same: from the following two pictures you can see the Apple Dictionary Daijisen yields the exact same results the portable Casio Daijisen does for one uncommon nominalized verb, 造り込み (tsukurikomi) I stumbled upon on the Autodesk website. By the way, I still have no clue what it means, since there is no entry in the bilingual dictionary and the monolingual encyclopedia claims it has do to with katanas. In an software/architecture context...?

Casio's Daijisen
Apple's Daijisen
Needless to say, when you study or use Japanese daily, having a state of the art electronic dictionary* is about survival: the fact that it is light, portable and allows you to draw kanji when you can't guess the reading (a feature only the latest versions have) means you are hardly ever in trouble with the language, because it has the answers – provided you can query it and read the solution. I used it every single day when in Japan, to check and learn unknown readings of ideograms on street signs, official documentation, bureaucracy, essays, newspapers and so on and so forth. It is also vital when you have to write by hand and don't remember the strokes.

But when you need to write in Japanese on your laptop, doing back and forth from your computer screen to the electronic dictionary, and having to type on two separate keyboards is annoying and time consuming.
There is a feature thanks to which you can connect your electronic dictionary to the laptop though I wouldn't really know because I didn't buy the necessary items to do that yet. (Oh, looks like an excuse to go to the other side of the world and say hi to Tokyo).

Anyway. If you have Windows, no built-in dictionaries**. Bummer. You can go on doing back and forth as described above, or use online ones. There are good tools out there. But even this complete and great online denshi jisho doesn't have all the answers, namely for tsukurikomi (I said it was uncommon!):
No entry

I still love this online tool, it has amazing features:
The online tool: specialized dictionaries

The “names and places dictionary” is just invaluable: no matter how good at japanese you are and how long you studied it, guessing people's names and place names' readings is (almost, or at least to me) impossible. Learning them all by heart, too. So when does this tool come in handy? When you have a, say, business email from someone important and don't know whether this person is a man or woman or don't know how to call them when you meet them in person. Not so small an issue in a country where calling people means saying “Hello +family name+suffix to show respect”. Resolve to adress the person with a “you” and experience at your own peril how it is unacceptable in japanese society.
It also looks wise to use this online tool before going out on a trip to unknown places: if you can recognize but not say places' names, if you get lost and want to ask for help you'll have to point to the kanji instead of just asking, which is rather inconvenient and makes you look stupid (personal experience).

But back to the main subject: if you have Macintosh, there are the built-in dictionaries!

I used to think that I had been able to activate the JP-related dictionaries only because I had added JP to my language panel, but this is not the case.













This article explains how to activate the dictionaries, and also notices that it is quite a mistery why Apple should have added only Japanese and not, say, German or Korean. You can, however, add plugins, so it is not totally impossible to have the bilingual dics you need.

The new Mac OS Lion also includes this Apple dictionary, enhanced by the newly added British Thesaurus and Dictionary. Thank you for thinking about an “European” version of English. What's next?
Mac OS Lion built-in Apple Dictionary

All three: online, Apple and electronic dictionary

*To the best of my knowledge.
**Denshi jisho in JP.

15 juillet 2011

La correzione dei post-umi dei computer. Vogliamo chiamarla post-edizione o post-revisione?

Ho sempre pensato, senza averci mai riflettuto, che quel che in inglese viene definito “MT post-editing” e in francese “post-édition de TA” si chiamasse “postedizione” in italiano. Scopro oggi che qualcuno la chiama “postrevisione”. Ecco alcune osservazioni (strettamente personali) sul perché si dovrebbe preferire il primo piuttosto che il secondo termine.

Osservazioni generali

In inglese, francese e persino giapponese, nessun dubbio: all'ETI ho seguito un corso di “post-édition”, sul mio contratto di tirocinio, redatto in inglese perché lavorerò per un'azienda americana, mi si definisce “post-editor” e i saggi sull'argomento letti finora in giapponese parlano tutti di 後編集 (gohenshuu). Tutta l'industria anglofona della traduzione e localizzazione parla di post-editing. Benché l'italiano possa permettersi di eliminare il trattino, come fa con “week end” e “cow boy”, forse deve riflettere sul da farsi con la stringa che segue “post”. Per quale motivo si dovrebbe slittare dall'“edizione” alla “revisione”?

Chi ha seguito un minimo le mie (a volte dis)avventure in traduzione sa bene che non sono a favore delle traduzioni letterali, ma visto che al Master ci hanno fatto una capa tanta sulla differenza tra la revisione e la “postedizione”, non capisco perché si sia pensato di definire quest'attività, che consiste nel correggere l'esito della traduzione automatica, una revisione. La revisione è per eccellenza umana: umano è chi la esegue (un traduttore “senior”), ma umano è anche chi ne fa l'oggetto, la traduzione (ad opera di un traduttore “junior”). Se traduzione vecchia maniera e traduzione in stile ventunesimo secolo devono continuare a far finta di essere incompatibili, tanto vale scavare il fosso delle differenze e sottolineare che da una parte vi è tutto quel è che umano, dunque traduzione e revisione, e dall'altra tutto quello che ha a che vedere con “le macchine” (o “i computer”), quindi traduzione automatica e postedizione. E anche se non devono far finta: postrevisione mi fa solo (eventualmente) pensare a quello che succede dopo la revisione (un traduttore senior che impreca contro il traduttore junior e la sua ingenuità). Che non c'entra nulla con quello che succede dopo che il computer ha tradotto automaticamente (un traduttore che impreca contro il software e la sua inadeguatezza).
Per giunta, se in francese “édition” può far pensare all'editoria, in italiano credo che il problema non sussista neanche.
Sarei quindi a favore di "postedizione", anche per semplicità.

Osservazioni "tecniche"

Vi ho detto cosa ne penso io, spazio ora a quello che ne pensano gli altri e ad alcuni risultati di ricerca sul net.

Word ne pensa che entrambi siano sbagliati, vedo delle bisce rosse.

Non ho nessun dizionario con me qui per verificare cosa ne pensano il Sabatini Coletti, De Mauro e Devoto Oli, tanto per citarne tre tra i migliori. Mea culpa. Penso che non esista nessun lemma per entrambi, ma la cosa va indagata.

Google (Search Engine google.it) ne pensa che postedizione da solo abbia 628 occorrenze, e postrevisione ben 3870, ma postedizione traduzione automatica e postrevisione traduzione automatica un centinaio scarso entrambi. Di sicuro se ne evince solamente che la terminologia nell'ambito della traduzione automatica non è ancora molto diffusa in italiano.

Le Università italiane invece, a guidicare dai piani di studio, non ne parlano (ho controllato solo Forlì e Trieste, ma visto l'esito ho lasciato perdere).

Ho letto postrevisione in un articolo divulgativo pubblicato da TAUS. Come a dire: mica l'ultimo dei cretini in fatto di tecnologie per la traduzione. Certo, però era una traduzione (offerta da Qabiria) dell'originale, che è in inglese. Sicuramente chi ha tradotto si sarà posto la domanda del come rendere questo termine, nuovo e tecnico. Non riesco però a individuare i motivi dietro questa scelta traduttiva, anche se non vorrei dare l'idea che sto affermando di avere ragione, perché non si tratta di aver ragione o torto. Simplement, la question se pose, direbbe un francese.

Pensavo d'aver trovato una fonte attendibile che portasse l'acqua al mio mulino quando sono capitata su questo http://blog.gts-translation.com/language/it/2010/10/31/amta-2010-conference-opens-with-a-bang/ risultato di ricerca, ma anche qui, si tratta di una traduzione (automatica). E così per molti altri risultati...

Spero di non avervi dato l'impressione d'aver voluto disquisire del sesso degli angeli, ma io sono in seria crisi d'identità: insomma, sono una posteditrice o un postrevisore?

Risposta: sono una gohenshuusya. In attesa di meglio.

09 juillet 2011

Google 2084

Ayons un peu le sens de l'humour...

http://laveille.blogspot.com/2008/09/acte-2-pourquoi-avoir-peur-de-google.html 

02 juillet 2011

Le domande stupide esistono eccome.

Già mi vedo come Amélie Nothomb in “Stupeur et tremblements”: ultima ruota del carro in una multinazionale, circondata dai geni, e relegata a svolgere missioni misere fino all'umiliazione, in modo del tutto inaspettato. Ecco la parabola delle persone senza talento in aziende che pullulano di gente brillante!

Venerdì scorso sono andata alla conferenza a cui mi aveva invitata il mio capo – chissà come mai tra l'altro, visto che ero l'unica studentessa. Questa conferenza presentava un formato particolare, nel senso che si trattava più che altro di discussioni in gruppi da dieci persone. In tutto eravamo un centinaio e metà dei partecipanti faceva parte dell'azienda A. dove svolgerò il mio tirocinio. Io, essendo una povera studentessa senza importanza alcuna, mi sono data al fauna-watching nella speranza di determinare il dress-code e poter prevedere cosa comprare nella prossima session di shopping selvaggio per l'abbigliamento da ufficio. Del resto cosa potevo fare d'altro? Ero nella taking-but-not-giving-side, soprattutto perché agli altri, cioé ricercatori, dottorandi, direttori d'aziende di software, direttori di agenzie di traduzione e traduttori freelance, del mio I-still-can-give-something proprio non gliene poteva fregare di meno. Ogni domanda di feedback su una determinata esperienza (di traduzione con l'uso di Google Translate, o di post-edizione) conteneva la parolina “esperienza professionale”, e si dava per scontato, più o meno giustamente, che io di esperienza in generale ne avessi poca, e di professionale nessuna. Così ho ascoltato e guardato. Con gusto.

Ed ho conosciuto il mio capo ed un paio di futuri colleghi : )

Diciamo subito le cose come stanno: il mio capo, M., è il classico genio che splende di luce propria per intelligenza e carisma, ma ha una soglia di tolleranza verso l'idiozia e i tardoni bassissima. E' secoli avanti e pretende che chi non può seguirlo non lo rallenti. In altre parole, è di quelli che ti fanno scompisciare dal ridere, rimanere a bocca aperta per le idee, ma zittire in un attimo se ti azzardi a fare un intervento che non è al 100% geniale, interessante, utile e pertinente. Del resto anche io la penso come la pensa lui probabilmente: le “domande stupide” esistono eccome, e sono gli idioti a farle.
Quindi, parola d'ordine durante il tirocinio? Prudenza e silenzio. E godersi lo spettacolo, perché sembrava veramente di stare a Zelig, quando apriva bocca lui la platea piangeva dal ridere.

Se ora volessi essere onesta vi racconterei anche la figura di merda che sono riuscita a fare.
Massì, ve la racconto: avrete capito che con M. è facile non essere all'altezza. Molto banalmente alla fine della conferenza sono andata a presentarmi, come era giusto che facessi. Siccome però sono socialmente limitata, anziché rispondere al suo “Grazie per essere venuta” con un “Grazie a Lei di avermi invitata”, come avrebbe fatto qualunque persona normale dotata di parola e neuroni, ho sbiascicato qualcosa come “Grazie, bella conferenza”. La conferma del fatto che non era una genialata? La sua reazione: “Beh, certo non poteva dirmi che è stata brutta” (rido ancora...volevo sotterrarmi). Ho tentato di riprendermi con un “Ora no, ma se vuole tra una settimana le mando una mail con quello che penso davvero....” rischiando grosso, ma per fortuna ha riso.
Bello il pirmo incontro, vero? Avrò sicuramente dato un'ottima impressione di me, e per fortuna che è la prima che conta... :S
Già mi vedo con una grossa scritta, “BEWARE! IDIOT”, stampata in fronte...

Insomma, è soprattutto per questo episodio che mi sono resa conto di essere un bersaglio particolarmente facile da colpire a suon di “Alors écoute Stéphanie....prochain week-end, plus de culture et moins de manucure, ok?”. E questa battuta mi piace, non rubatemela :P

Quindi ho deciso di prenderla con molta autoironia. Là dentro sono tutti ingegneri informatici o linguisti computazionali con curriculum spaventosi. E' chiaro che non si aspettano da me di essere brava come loro in quell'ambito. Però potrei anche giocare sul fatto che io non c'entro niente e sono un pesce fuor d'acqua. Ho già in mente di rispondere a chi mi chiede “What is your background ?” con un grande sorriso e “Literature”. In fondo, è vero!

Poi mi sono autoinvestita di una missione segreta: la costante, nell'azienda A., sembra essere che gli uomini si vestono piuttosto male e soprattuto con camicie improbabili. Non dico che sia colpa loro: magari è colpa della moglie, o magari sono talmente presi dalle loro elucubrazioni da geni che non pensano minimamente a come vanno in giro. Però ciò non vuol dire che uno si debba rassegnare a vivere in mezzo agli ingegneri, per giunta mal vestiti. Si può provare a renderli coscienti dei loro limiti in fatto di moda, arrivando vestiti sempre impeccabilmente ad esempio...

Scherzi a parte ora vado a ripassare giapponese perché voglio serivre a qualcosa, non servire il caffè...

27 juin 2011

Verso una soluzione del conflitto col committente?

La soap opera delle mie vicende con l'associazione A. continua!

L'ultima assurdità in ordine cronologico era stata la pubblicazione della versione italiana con refusi (non inseriti dalla sottoscritta) e addirittura frasi non tradotte da me, in un italiano peggio che se fosse stato tradotto con Google. A nome mio ovviamente, visto che sono citata come traduttrice. Il tutto a mia insaputa, altrettanto ovviamente...

Dopo aver segnalato il problema ma aver aspettato 2 settimane invano che i refusi venissero corretti e le frasi tradotte da un altro/a mandatemi per revisione, mi sono un attimo incavolata e ho scritto alla persona responsabile della pubblicazione e alla committente che insomma, erano cose gravi e che se magari ci si dava una mossa era meglio per tutti. Notare che avrei potuto reagire in modo peggiore visto il torto che ho subito.

Immediatamente dopo sono partita in vacanza, e al mio ritorno dalle vacanze ho trovato le risposte. Che pessimo timing, cioé che brutto rientro dalle vacanze, più che altro. 

La responsabile della pubblicazione online, con la quale me l'ero presa pensando fosse anche la responsabile delle traduzioni non mie, mi ha risposto che era stata "impegnata" e che per questo non aveva corretto i refusi. Certo, crediamoci. Preciserei per i neofiti che basta un secondo, che non è un'operazione complessa. Ha promesso di sistemare tutto il giorno seguente. Una settimana dopo, oggi, i refusi sulla home page ci sono ancora tutti. Quanti impegni. Se questa è l'importanza che danno alla versione italiana del sito, perché aver fatto la fatica di farla tradurre?!
Quanto alle traduzioni amatoriali, mi è stato dichiarato con baldanza che è stato il presidente dell'associazione a farle, perché c'era urgenza di pubblicare il tutto. Come se essere presidenti di un'associazione desse il diritto di improvvisarsi traduttori di una lingua di cui non si ha padronanza e poi non avvisare il traduttore di quello che è stato fatto. Di scuse, ancora non ho visto neppure l'ombra. Anzi, il tono con cui mi hanno risposto generalmente era piuttosto scocciato, quasi come se ad essere nel torto fossi io. 

La cena prevista con l'associazione però è stata confermata. Tra due sere cenerò con tutte queste persone, e non ho grandi aspettative francamente...mi chiedo che piega prenderà la serata. E vi farò sapere.

In ogni caso ormai non m'aspetto più neanche lavoro o contatti di lavoro da questi. Mi hanno veramente fregata.

***

Des nouvelles du coté de l'association A., pour faire suivre cette vraie série de catégorie Z.
Finalement, je m'en suis prise à la mauvaise personne: ce n'est pas la secrétaire, mais le président lui-même qui s'était improvisé traducteur italophone à mon insu. Comme si le fait d'être le président le justifiait... ni lui, ni personne d'autre ne s'est encore excusé et l'horrible doute que toute le monde pense que JE suis celle qui a tort commence à s'insinuer, confirmé par le ton sec sur lequel on s'est mis à m'écrire. Fini les Chère Stéphanie, je suis liquidée avec des bonjour désormais. Ce qui n'est décidément pas à leur honneur.
Leur mauvaise foi se voit d'ailleurs au fait que les coquilles n'ont toujours pas été corrigées. Je les avais signalées le 2 juin.
Le pire, c'est que le dîner pour remercier les traducteurs (moi et une autre pauvre victime, dont je me demande si son expérience avec A. a été meilleure) de la part de l'association a été confirmé. Je n'en demandais pas tant, la gratitude aurait pu s'exprimer de bien d'autres manières..et je redoute ce mercredi soir, l'ambiance risque d'être plus ou moins définitivement compromise. Je vous tiens au courant.
En tout cas, c'est foutu pour se faire de la bonne pub...je considère que j'ai été complètement arnaquée, sauf erreur (plates excuses au dîner même..?).




12 juin 2011

We're all subject to Google Translate's whim (1)

One of my facebook contacts posted 
"WTF?" followed by:


Quantum leap is obviously not what she was talking about











 I posted back "The way you write the input makes all the difference ;-)" followed by:


It got better ;-)



10 juin 2011

Du bois vert pour moi aussi?

Dernier (si tout va bien) examen de traduction FR>IT ce matin.
Voici l'article que nous avons dû traduire (jusqu'à "souffle"). Je me suis pas plantée mais c'est tout comme: j'étais pas à l'aise dans ce type de texte, et je suis pas satisfaite du résultat. Pourvu que le résultat académique, lui, soit égal ou supérieur à 4.00.


Ecco l'articolo che abbiamo dovuto tradurre per l'ultimo (se va tutto bene) esame di traduzione francese-italiano. 
Non me la sono cavata tanto egregiamente, non era nelle mie corde, non sono soddisfatta di come ho tradotto. Capita. Sperando che la prof., invece, lo trovi soddisfacente...

08 juin 2011

Wanna localize and translate Twitter?

Now you can. Yes you! You have been able to for a while already but I didn't know. I guess this is what they call crowdsourcing and collaborative translation: like it or not, any registered user can translate Twitter pages they want to by just accessing the Twitter Translation Center.


Only one question: who revises those translations?
Because someone has to...I don't think Twitter wants a badly localized website.


Crowdsourcing is considered to be beneficial for the open source community, and this is just another example. In Twitter's case I wonder if FR-DE-JP-IT pages were initially translated by translators (professionals) though. What is sure is that if they set up a Translation Center with all its features, which has probably required some serious IT work, it's because they calculated that it would be a better investment compared to hiring translators.


Brazilian portuguese has been added to Twitter today. The whole website was translated in 3 days after the language was added, they say. This is quite impressive.


Now I might get a Twitter Account just to access this Translation Center and see for myself how it works. I'm curious. Besides, they're looking for italian translators!


Just kidding.


I bet in a few years we'll have people writing master thesis on this kind of subjects (and I would be one of them if I weren't graduating in 12 months).


This new trend is growing (slowly?) but steadily, in a direction some professionals might dislike: see how in the video they speak of "localization" but not about "speaking more than just your mother tongue" or "having excellent writing skills in your mother tongue". After all, it's not just English that is condemned to becoming Globish - all other "big" (in terms of number of speakers) languages are at risk too, and maybe in 20 years, false friends and the like will not be false friends anymore because languages will have ev(inv)olved following these trends.

05 juin 2011

XML, Migration and ID

Naturalmente appena inizia la sessione di esami io non trovo nulla di meglio da fare che migrare il mio blog. A mia discolpa però potrei dire che quando ho salvato il contenuto del "vecchio" blog per esportarlo qui, mi sono detta "vuoi vedere che sarà in formato XML?" e ci ho azzeccato! Applicazione delle materie studiate...


Scherzi a parte: ho deciso di optare per più trasparenza e pseudo professionalità. 
Ai tempi avevo iniziato a scrivere sotto il mio vero nome; poi un giorno qualcuno che non conoscevo mi ha scritto un messaggio privato su Facebook per chiedermi informazioni che sapeva che io avevo perché aveva letto il mio blog e scoperto come mi chiamo, e mi sono detta "ok, abbiamo oltrepassato un limite". E quindi avevo tolto il mio nome e lasciato solo il nickname "Peppa". Ho ricambiato idea. (E mi sono resa introvabile su Facebook :O))


In fondo è molto meglio scrivere pensando di poter essere identificati: da una parte questo comporta quasi inconsciamente un'innalzamento della qualità della scrittura (si spera) e una migliore selezione del contenuto e dei modi di esporlo. Dall'altra, se il blog piace almeno si saprà di chi è veramente. Senza parlare degli svantaggi dello scrivere anonimamente: la verità-identità viene sempre a galla, e a quel punto aver tentato di nascondersi espone molto facilmente a critiche.


Non sono così egocentrica come questo discorso suggerirebbe: questo blog non è il centro del mondo, e ho scritto troppe cose banali in proporzione a quelle interessanti, per poter sperare di far rimanere l'utente che capita qui per caso... Però ultimamente la questione dello scrivere un blog e con che identità mi ha dato da fare. A pensarci bene tra 1 anno sarò laureata, si spera che andrò a lavorare e che non smetterò di punto in bianco di scrivere quello che penso per paura di, chenneso, venir letta dai colleghi e simili e affini. Tanto vale essere sinceri - male che vada starò antipatica a qualcuno, e simpatica a qualcun altro ma almeno sarà per quello che penso. 


E non dimentico alcuni episodi molto umani di "devirtualizzazione": persone che mi leggevano che hanno deciso di chiedermi di incontrarci perché vivevamo nella stessa città o ci sarebbe stato modo di incrociarsi. I dialoghi sono sempre meglio dei monologhi :)


***
This blog has been migrated from another URL yesterday. Yesterday I also set up Apple Mail to gather all my e-mails at the same place. Oh yes, because I had just opened a new GMail account. All of a sudden. I call those "period-is-approaching-and-it-shows" kind of changes. Not that I open a new e-mail account every month.
And I was actually pleased to see that when you have to save your blog content in an exportable format, this format is XML! XML is everywhere. XML is watching you. It is pervading our lives without us even noticing it. I say pleased because I guessed it before clicking on the button "Save blog content" and saw I got it right. 


The main reason for the migration is: link this blog to a clear e-mail and identity. 
I used to blog under my true name. Then one day there was this person coming out of nowhere sending me an information request - on Facebook. How she made the link between my blog (which she was referring to) and my full name is still a mystery to me. I freaked out. So I started using a nickname.
But I changed my mind again. Guess what, nickname or not, you can find out who I am anyway. So why hide? Now I tell you my name, the place I live, what I do...you can find out who I am. (The only thing you can't do is stalk me because 1) I'm not that stupid, I take precautions 2) Even if you find my last name out, you can't track me down on Facebook. Why would you anyway, you can be annoying here by commenting every 2 minutes.)
So now there is  a tacit agreement between us - me author and you reader. Exchange of ideas is our goal. Transparency and respect are our promises.
Next year I will be out of college in the real world. If this blog keeps on being read at all, and being appreciated, I want to be recognized as being its author. If it's read by a colleague of mine and he/she ends up hating me for whatever reason, let it be. It's life, it's nothing new. What matters is that, thanks to transparency, I will have written in a manner that is appropriate and respectful.


You know what, I cherish a couple of good encounters I have made thanks to this blog: people who had been reading me and once came up with the suggestion to meet (when it was geographically possible). No, no guys and flirts, but genuine, human, enriching encounters. Because being two when you talk is usually much better than one and alone. Transparency also means enabling such things :)

04 juin 2011

Typo

And the winner for the funniest word to say "typo" (spelling and writing mistakes in editing, journalism etc.)...is?


4 ITALIAN - refuso - mean, scary and intimidating word. If you made a refuso, you are not deemed to deserve forgiveness
3 JAPANESE - タイプミス (taipu misu) - ...kinda gets the meaning across, but not evoking anything to me
2 ENGLISH - typo - casual and friendly word
1 FRENCH - coquille =typo AND shell! So cute! makes me think of the seaside...(lol)

Ok, now I'm done playing around w/ languages and emotions. Back to study.

The future looks bright (to me)

Lately I feel like I have been sleeping through most of my life and am only waking up now. Well, hopefully I'll catch up soon.
I have been reading like mad ever since this "waking up": I found blogs and tweets and web sites about localization and all what goes with this industry and can't seem to get my eyes off them. It feels like addiction.
It's highly motivating&interesting to me, and although I fail to grasp everything, I'm learning day after day, post after post, comment after comment.

Here are some concepts learned thanks to the comment made on the piece of news that Google is shutting down its MT API:

- Well....API :D
- LSP
- Deprecation

Looking forward to learn more...

By the way, this is not the only reason why future looks bright to me this morning ;)
I received my "machine translation post-editor intern" contract from my supervisor yesterday. The kind of thing that gets you in a good mood. Moreover,he's invited me to participate to a conference on translation that takes place before my start date, which I'm really flattered and excited about. Add to that my discovery about a translation and localization services provider headquartered in my beloved Bologna and you get the picture. Oh yes, very bright.

03 juin 2011

"Native English vs. Naive English"



And this I got from the "Interpreting for Europe" Facebook group. The title is not mine, even though I'd love to claim so - it's from somebody who wittingly commented on the picture "a.k.a native english vs. naive english".
Sharing it here because laughing once a day keeps the doctor away :)

Some mastered native English coupled with wittiness and interestingness

I found and read a couple of nice posts by English-mothertongue bloggers lately.
The funny thing is how I bumped into them - but unfortunately I cannot go into details because I still want to keep anonymous, although I know that some day there will be my name on the top page of this blog. Maybe.
Anyway, here they are:




I LOVE well-written texts. If there were only skilled writers in the world, translators' life would be much better.

Enjoy!

Professionalism: give but don't expect to take too much

#1 Lesson learned - professionalism: give, but don't expect to take too much, you might be disappointed.

Je reviens vers vous, chers lecteurs, avec ma toute première anecdote sur les malheurs de la profession de traducteur! Faut dire qu'il me tardait de pouvoir me plaindre à juste titre des préjugés et torts que cette profession subit - je n'allais quand-même pas passer ma vie à raconter des histoires apprises en lisant, par ci par là, les expériences d'autre traducteurs....non! Là, je suis victime en première personne.

L'association A. (pour qui j'ai traduit bénévolement 20'000 mots de site web) a mis la version italienne en ligne il y a quelques jours. Hier j'y ai accédé pour la première fois. Après les premières secondes d'émotion (plutôt négative...parfois j'ai horreur de regarder le produit fini par peur de ne plus en être satisfaite, ou d'y trouver des erreurs, perfectionnisme oblige), j'ai commencé à naviguer et -horreur effectivement - trouvé des fautes. Grosses fautes de frappe. Des erreurs que l'on qualifierait de fatales dans l'industrie de la localisation, puisqu'elles se situaient au niveau de la home page, un peu comme si votre bouton "démarrer" dans Windows était écrit "dvémarrer". Pas très sérieux. Bref, je prends note pour informer l'informaticienne qui s'est chargée de convertir mon .doc en html. Je continue de naviguer pour vérifier que tout va bien. Et je tombe sur une phrase en gras (!), dans le formulaire de commande (!! attention argent!!), qui, malheur des malheurs, est fausse et surtout n'a PAS été traduite par moi. Bizarre, car c'est bien MON nom qu'ils ont mis à la fin de chaque page, pour dire que c'est moi qui ai offert la traduction. Avant de monter sur mes quatre chevaux, je reprends mon fichier qui contient la traduction envoyée à A., mais malencontreusement ctrl+F ne fait que confirmer mes suspicions: cette phrase agrammaticale, je ne l'ai pas écrite, elle a été ajoutée et traduite à posteriori.

J'écris donc à cette charmante personne en charge de la mise en ligne, et dont je pense qu'elle est la responsable de cette catastrophe (soit pour mon image que la leur) et fais remarquer, poliment, qu'outre des fautes de frappes qui se sont glissées au niveau de l'accueil, il semblerait y avoir des phrases non traduites par moi, donc si c'est vraiment le cas de me les envoyer pour relecture...

La charmante personne me répond en me remerciant de mon professionnalisme (je vous en prie; je ne peux, malheureusement, en dire autant de vous) et en disant que, oui effectivement, il y a quelques expressions "disons....traduites librement" qu'il faudra lui laisser le temps de rassembler (en plus!) avant de me les envoyer pour relecture...! (bin tiens...elle a pas de fichier, elle)
OUI, rien que ça. Où est le problème? Faut pas en rajouter, ce n'est qu'une informaticienne non italophone, qui peut très bien se charger de traduire des phrases pour les pages du site qui incitent les clients à acheter, le tout en faisant passer le boulot pour mon travail sans par ailleurs m'avertir! Non mais sans blague?!
Bref, du foutage de g**** dans le meilleur des styles. La pauvre ne s'est pas excusée. C'est, je trouve, révélateur.

Quoique, après m'avoir demandé 20'000 mots gratos, je comprends la difficulté de m'en redemander 100. Impossible effectivement, surtout après avoir constaté que je n'étais pas du tout disponible (j'ai terminé chaque e-mail par "n'hésitez pas en cas de besoin").
Figurez vous que j'ai même passé la phrase dans Google Translate (fr-> it) et qu'elle était juste. Dieux sait comment elle a fait à la traduire comme elle l'a fait...

Imaginez les conséquences si je n'étais pas allée naviguer sur le site...et vous aurez compris comment je me suis sentie hier soir.

Après mûre réflexion et m'être assurée après une recherche sur Google avec mon nom et prénom que le site d'A. ne figurait pas parmi les premiers résultats, j'ai décidé de ne rien répondre, par diplomatie, et d'attendre ces fameuses "expressions traduites librement".

Le professionalisme, il faut en faire preuve et ne pas trop en demander...


(Mise à jour 3/07/2011: ce n'était pas la secrétaire qui a traduit, mais le président de l'association...pour la suite, lire ce billet)


31 mai 2011

Volare con le nostre ali...? Sì!

Oggi ho avuto l'ultima lezione della mia vita di traduzione dal francese.
Devo dire che benché fossi scettica sulla plausibilità di una formazione alla traduzione in soli due corsi semestrali, l'obiettivo di metterci nelle condizioni di "volare con le nostre ali" sembra essere stato raggiunto.
Con questo non voglio dire di pensare di essere né brava a tradurre né di aver sempre tradotto bene i testi che ci sono stati proposti. Però, contrariamente a quanto accadeva a settembre, so come affrontare un testo da tradurre: so più o meno giudicarne il grado di difficoltà e valutare quanto tempo richiede, e so cosa dovrei fare e come per ottenere la miglior traduzione possibile. La messa in pratica è un'altro paio di maniche, in effetti. E conoscere il metodo non garantisce l'ottenimento di risultati. Però almeno le basi ci sono, in fatto di orientamento ci siamo. E l'esito della messa in pratica dipende dalle risorse materiali e non di cui si dispone: dizionari, tempo, concentrazione, ispirazione, conoscenze enciclopediche, rete di contatti, esperienza, etc. Aggiungerei che tradurre bene (che non significa soltanto non fare errori di traduzione...) dipende da se il testo è nelle proprie corde; per gli altri tipi di scritti, c'è l'esperienza maturata nel campo.
Insomma, tutto questo per dire che sono contenta di come l'ETI mi ha preparata. Spero di dirvi la stessa cosa al termine dell'ultimo corso di traduzione dall'inglese, che seguirò anno prossimo :)

27 mai 2011

住まい見つかった!

もう報告したと思うけど、今年の夏2ヶ月ほどスイスのヌーシアテルにある大きな会社ではインターンとして実習期間を過ごすことになっています。

今まで私の担当者から二つの短いメールしか送られていないので、細かいところは全然しらないし、初めて会社だから不安ですけど、そんなところを心配する時間もなかった理由は住まいを見つからないといけないからでした。

ヌーシアテルには大学あるから問題ないだろうと思っていたが、
大学の学生寮に電話してみたら予約とれなかった。もう満載だと。
いや、アパート探しになると言う意味ね...が、夏の2ヶ月の短期滞在なら、又借りするに決まっている。
又借り以外に方法がない場合、それでいいんだけれど、
いろいろな問題も出てくる可能性が高い状況だと思う。できるだけ避けた方がいい。

又借りできる住まいを探すのと同時に、学生寮のところにまた電話して、状況を説明してお願いしてみました。
そうすると、7月はだめかもしれないのに、8月なら大丈夫という話が出て来た。まったく、はやく言っておけば良かった。(マアカちゃんと仕事していないスイス人もいるの?)。そういう話でしたから、さすが予約しちゃった。

残りの1週間どうしようと悩みながら、ヌーシアテルのホテルはどうかな調べてみたんです。
ショック!なんと1泊100フランク!ここ東京なのかい?!高級なホテルあるまいし!
ヌーシアテルのすぐそばの街も同じくらい。しかも朝6時半過ぎに起きることになったら、すくなくともより安い場所に泊まりたいもんね。本当に心配して来ました...また親の負担になっちゃう。(インターンとして、給料があるかどうか分かりません。聞くつもりもないです。あとで分かるだろう。)

諦めて300フランクの5泊を予約した(朝食つきの宿泊みたいなB&Bだったから、保証金出せずに)。
でもやっぱ高いなと思っていたから、改めて学生寮に電話(もう嫌われたでしょう)。
安い泊める場所を教えてくれないかと聞いたら、「心配しないで、多分7月の最後の1週間も泊めさせてあげるから」と言われた(今朝)。

今夜メールをチェックしたら「最後の1週間も泊めさせるよ」との報告!
良かった!
いよいよ、仕事の内容に集中できる!住まい大丈夫だと、他の準備に前進!

26 mai 2011

Serendipity will save me


Fin du 2ème semestre: je suis crevée mais je vais vite prendre le temps de mettre par écrit quelques réflexions générales sur ces derniers mois.

Aujourd'hui c'était mon dernier jeudi. Plus que 3 jours de cours, du lundi au mercredi, et j'ai terminé pour cette année! Suivront, bien sur, les examens, jusqu'au 15 juin. La rentrée est prévue le 19 septembre.


Je n'ai plus que deux traductions à faire, mais elles ne sont pas à rendre - une sur les hedge funds en trad.économique, et une sur l'affaire DSK en générale du français.

A ce jour, j'ai rendu tous mes travaux pratiques - 6 en traduction automatique 2, 4 en localisation dont LE gros projet et 4 en ingénierie linguistique...les styles et tables de matières en word, je maitrise.


Blagues à part, le semestre a été très intense..vous l'aurez peut-être remarqué car j'ai peu écrit sur ce blog.
Bilan très positif: en ingénierie linguistique j'ai fait de la reconnaissance vocale et de la TA (système indirect par transfert) avec une grammaire que j'ai moi-meme écrite; en traduction automatique 2 j'ai 6 de moyenne pour l'instant, comparer les systèmes (Reverso et Systran en l'occurrence) et évaluer l'impact des langages contrôlés, c'est ma tasse de té. Avec un TP sur le Boeing Simplified English Checker, qui coute 10'000 dollars, en prime...quelle chance nous avons de pouvoir tester ces programmes à l'ETI... Et enfin en localisation j'ai vu du project management à fond la caisse...et nos erreurs (du groupe ainsi que des managers) nous ont beaucoup appris...puis bien entendu il y a eu un exercice avec Passolo, ce programme très ludique qui vous permet de traduire les software et d'adapter les fenêtres des programmes à votre traduction et ainsi de suite...

Au mois de septembre je ne savais pas ce qu'était une mémoire de traduction; au mois de février je ne soupçonnais rien de l'existence de la localisation, pourtant présente dans beaucoup de grandes boites - notamment celle où je ferai mon stage. Ca me semble incroyable.

Le mot-clef serendipity dans le sous-titre de mon blog devient dès lors très approprié: cette année à l'ETI a ouvert mes horizons, en cherchant autre chose j'ai fait des découvertes inattendues (et enrichissantes).

Tiens, un exemple: en faisant des recherches bibliographiques pour un de mes TPs, j'ai découvert en quoi mon responsable de stage est un grand spécialiste... :P Je parcourais la liste d'un recueil de papers d'un meeting sur le technologies pour la traduction et, surprise surprise, j'ai aperçu son nom...du coup je suis partie photocopier tous les articles dans tous les recueils qui étaient de lui: je vais quand-meme pas me présenter au stage sans savoir qui il est et ce qu'il a fait.
Cela m'a boosté la motivation de voir que c'est un expert et qu'il a 15 ans de métier, qu'il applique ce que j'apprends ici au niveau d'une entreprise, donc dans le privé...d'un coté il m'impressionne déjà...je l'admire et il faudra me montrer sous mon meilleur jour, ne pas commettre la même faute deux fois de suite, être toujours préparée à tout...quel stress...mais de l'autre je me dis que je vais apprendre un tas de choses et que j'ai une chance inouïe de pouvoir côtoyer une personne d'une telle envergure dans mon domaine d'études.

Bref, je termine les cours, je passe mes exas, je pars une semaine en vacances, je reviens, je me prépare au stage, je révise du japonais, je commence le stage et...la fin de l'été sera vite là.

15 mai 2011

Don't-make-me-read generation


L'altro giorno ho ricevuto un'email di lavoro, sempre da parte dell'associazione per cui ho tradotto gratuitamente un sito web, in cui mi si chiedeva la traduzione di alcune parti dimenticate e da aggiungere.
Siccome da quando ho consegnato la traduzione (fine febbraio) ad oggi ho imparato molte cose utili, tra le quali come tradurre direttamente in html, ho risposto che avrei mandato tutto il prima possibile ma che aspettavo indicazioni circa il formato, cioè .doc oppure .html e cioè che potevo fare un tentativo di traduzione in html se la cosa poteva interessare. Davo per scontato che la risposta sarebbe stata a favore del html, perché è una perdita di tempo enorme dover riscrivere tutto in codice dal documento word alla pagina web.

La riposta è stata "Grazie!" più o meno.

Stupitami di questa noncuranza nei confronti dei messaggi scritti ho lasciato perdere decidendo di tradurre come sarebbe parso a me - peggio per loro in fin dei conti.

Oggi prima di mettermi a lavoro ho riletto la mail iniziale. E mi sono accorta di un dettaglio che mi era sfuggito, perché in fondo anch'io leggo in fretta e non posso volerne agli altri per lo stesso difetto: la mail era firmata "mslts" più le iniziali della persona.

"Mslts" (in francese)?....

..."meilleures salutations"...!

Questa è la fretta della don't-make-me-read-generation. Che dimentica persino le bellissime formule di cortesia della corrispondenza francese "je vous prie d'agréer, Madame, l'expression de mes sentiments distingués" etc. etc.
(a questo proposito, leggete questo bellissimo articolo, se non ve l'ho già propinato)

C'è poi poco da meravigliarsi se una persona che firma "mslts xx" ha risposto "grazie" alla domanda "che formato preferisce?"...

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Petite anecdote intéressante.

La semaine passée j'ai reçu un courriel de la part de l'association pour laquelle j'ai traduit un site web bénévolement me demandant de traduire quelques parties supplémentaires et oubliées.

Comme cela fait déjà 2 ou 3 mois que j'ai rendu la traduction en question, et que entre temps j'ai appris beaucoup de choses utiles, j'ai proposé de traduire directement en html cette fois (chose que je ne savais faire à l'époque). Il s'agit, je pense, d'un gain de temps énorme pour l'équipe d'informaticiens qui doivent mettre en ligne les pages. Donc j'ai conclu ma réponse en disant que j'allais fournir la traduction dans les meilleurs délais mais que j'attendais leurs instructions quant au format: .doc ou .html. J'ai clairement posé une question, je n'ai aucunement affirmé que j'allais traduire dans l'un des deux formats, à aucun endroit dans mon mail.

La réponse a été "merci!", suivi d'autres pages à traduire, salutations et tout le tralala.

Perplexe, j'ai décidé de faire comme bon me semblerait. Après tout, tant pis pour eux! Moi, ça me prendra moins de temps de traduire en .doc et de les laisser se débrouiller avec le code html. C'est quand-même pas à moi de leur apprendre à lire...!

Aujourd'hui, alors que j'allais reprendre ce travail, j'ai à nouveau ouvert le mail en question et remarqué un détail qui m'avait échappé lors de la première lecture. Comme quoi moi aussi je fais partie de la génération don't-make-me-read...le mail était signé mslts. Meilleures salutations, pour les néophytes...

Pas de quoi s'étonner que quelqu'un qui n'a même pas le temps de signer convenablement, n'aie pas lu attentivement (ou du tout) mon mail...

En tous cas, toutes mes condoléances pour la perte de la langue française avec ses expressions de sentiments distingués.