15 juillet 2011

La correzione dei post-umi dei computer. Vogliamo chiamarla post-edizione o post-revisione?

Ho sempre pensato, senza averci mai riflettuto, che quel che in inglese viene definito “MT post-editing” e in francese “post-édition de TA” si chiamasse “postedizione” in italiano. Scopro oggi che qualcuno la chiama “postrevisione”. Ecco alcune osservazioni (strettamente personali) sul perché si dovrebbe preferire il primo piuttosto che il secondo termine.

Osservazioni generali

In inglese, francese e persino giapponese, nessun dubbio: all'ETI ho seguito un corso di “post-édition”, sul mio contratto di tirocinio, redatto in inglese perché lavorerò per un'azienda americana, mi si definisce “post-editor” e i saggi sull'argomento letti finora in giapponese parlano tutti di 後編集 (gohenshuu). Tutta l'industria anglofona della traduzione e localizzazione parla di post-editing. Benché l'italiano possa permettersi di eliminare il trattino, come fa con “week end” e “cow boy”, forse deve riflettere sul da farsi con la stringa che segue “post”. Per quale motivo si dovrebbe slittare dall'“edizione” alla “revisione”?

Chi ha seguito un minimo le mie (a volte dis)avventure in traduzione sa bene che non sono a favore delle traduzioni letterali, ma visto che al Master ci hanno fatto una capa tanta sulla differenza tra la revisione e la “postedizione”, non capisco perché si sia pensato di definire quest'attività, che consiste nel correggere l'esito della traduzione automatica, una revisione. La revisione è per eccellenza umana: umano è chi la esegue (un traduttore “senior”), ma umano è anche chi ne fa l'oggetto, la traduzione (ad opera di un traduttore “junior”). Se traduzione vecchia maniera e traduzione in stile ventunesimo secolo devono continuare a far finta di essere incompatibili, tanto vale scavare il fosso delle differenze e sottolineare che da una parte vi è tutto quel è che umano, dunque traduzione e revisione, e dall'altra tutto quello che ha a che vedere con “le macchine” (o “i computer”), quindi traduzione automatica e postedizione. E anche se non devono far finta: postrevisione mi fa solo (eventualmente) pensare a quello che succede dopo la revisione (un traduttore senior che impreca contro il traduttore junior e la sua ingenuità). Che non c'entra nulla con quello che succede dopo che il computer ha tradotto automaticamente (un traduttore che impreca contro il software e la sua inadeguatezza).
Per giunta, se in francese “édition” può far pensare all'editoria, in italiano credo che il problema non sussista neanche.
Sarei quindi a favore di "postedizione", anche per semplicità.

Osservazioni "tecniche"

Vi ho detto cosa ne penso io, spazio ora a quello che ne pensano gli altri e ad alcuni risultati di ricerca sul net.

Word ne pensa che entrambi siano sbagliati, vedo delle bisce rosse.

Non ho nessun dizionario con me qui per verificare cosa ne pensano il Sabatini Coletti, De Mauro e Devoto Oli, tanto per citarne tre tra i migliori. Mea culpa. Penso che non esista nessun lemma per entrambi, ma la cosa va indagata.

Google (Search Engine google.it) ne pensa che postedizione da solo abbia 628 occorrenze, e postrevisione ben 3870, ma postedizione traduzione automatica e postrevisione traduzione automatica un centinaio scarso entrambi. Di sicuro se ne evince solamente che la terminologia nell'ambito della traduzione automatica non è ancora molto diffusa in italiano.

Le Università italiane invece, a guidicare dai piani di studio, non ne parlano (ho controllato solo Forlì e Trieste, ma visto l'esito ho lasciato perdere).

Ho letto postrevisione in un articolo divulgativo pubblicato da TAUS. Come a dire: mica l'ultimo dei cretini in fatto di tecnologie per la traduzione. Certo, però era una traduzione (offerta da Qabiria) dell'originale, che è in inglese. Sicuramente chi ha tradotto si sarà posto la domanda del come rendere questo termine, nuovo e tecnico. Non riesco però a individuare i motivi dietro questa scelta traduttiva, anche se non vorrei dare l'idea che sto affermando di avere ragione, perché non si tratta di aver ragione o torto. Simplement, la question se pose, direbbe un francese.

Pensavo d'aver trovato una fonte attendibile che portasse l'acqua al mio mulino quando sono capitata su questo http://blog.gts-translation.com/language/it/2010/10/31/amta-2010-conference-opens-with-a-bang/ risultato di ricerca, ma anche qui, si tratta di una traduzione (automatica). E così per molti altri risultati...

Spero di non avervi dato l'impressione d'aver voluto disquisire del sesso degli angeli, ma io sono in seria crisi d'identità: insomma, sono una posteditrice o un postrevisore?

Risposta: sono una gohenshuusya. In attesa di meglio.

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