10 novembre 2010

Corsi di traduzione: mock exam e lavoro di seminario

Ci sono novità, e molto gustose, anche sul versante dei corsi di traduzione. La processione è lineare, un po' più lenta in inglese che in francese, e siamo ormai a metà corso. I nostri insegnanti ci hanno proposto il "lavoro di seminario" - facoltativo - che consiste nella traduzione di un brano più lungo e diverso del solito, con una scadenza fiscale ma più in la' di quanto ci viene concesso generalmente, a fini di valutazione che fa media per il voto finale. Ma voto a parte si tratta di una vera e propria sfida.
Per la traduzione dal francese abbiamo 3 settimane per 1000 parole. Il testo è un saggio letterario su Luchino Visconti opera di una scrittrice italiana che scrive in francese. E' ovvio che non posso rinunciare - perchè di rinunciare si tratterebbe, questa è l'occasione dei miei sogni per misurarmi con me stessa e un testo bellissimo che non aspetta che di venire tradotto. Il testo è anche molto difficile, un francese sostenuto e ricco di metafore e allusioni. Un testo letterario insomma.
Che goduria. L'adrenalina che sale solo a leggerlo, pensando "dovrò tradurlo"...! Sarò masochista, ma l'abbiamo iniziato in classe e a me sembra una delizia. Una delizia perché l'originale è scritto benissimo, e perché capire in fondo implica tradurre. E io su Luchino Visconti voglio imparare. Questa è un'occasione per documentarmi - non che gli altri testi, di attualità, politica o economica, non lo siano stati, anzi! - su un argomento suscettibile di accrescere la mia cultura generale, oltre che di piacermi. Difatti, e benché non mi sembri strettamente necessario ai fini della traduzione, oggi ho stilato una lista dei principali film di Visconti, con titolo italiano e francese e nota sul romanzo di cui sono un'adattamento cinematografico; e mi sono recata in biblioteca per riuscirne, sotto la pioggia scrosciante ma soddisfatta, con due raccolte di saggi a cura di Lino Micciché - uno studioso a quanto pare, di cinema e neorealismo. Questo per fare mio l'argomento (facoltativo) e appropriarmi di un modo di scrivere e di termini profondamente italiani su Visconti.
Tutto questo senza perdere d'occhio la necessità di capire a fondo l'originale: la prima tappa è stato un aparté a tu per tu con Robert, le petit. Chiariti i termini ambigui e fiduciosa che le vere ambiguità salteranno fuori dopo, non posso che lanciarmi nella sfida - con me stessa e il professore, due persone importanti per me a cui devo provare di essere in grado minimamente, e di avere anche un po' una vena letteraria.

Per la traduzione dall'inglese, il testo è sulla pesca. E' un saggio pure quello, e abbiamo solo 2 settimane. Che dire? La pesca non mi piace, l'inglese mi è ostico, due settimane decisamente insufficienti. Niente consegna.

Oltre al lavoro di seminario, che è facoltativo e può risultare in un suicidio accademico se fatto appena appena un po' male, c'è anche il mock exam o simulazione d'esame, sempre per entrambe le lingue. Prendere parte alla simulazione, che avviene durante le ore di lezione ma in biblioteca, è obbligatorio e tutte le copie verranno corrette e valutate. Questa valutazione però ci serve da indicazione generale sul nostro andamento in quel preciso momento, s'intende, e per capire come veniamo corretti in sede di esame. Se, qualora dovessimo essere particolarmente contenti delle nostre felici soluzioni traduttive, esiste la possibilità di aggiungere la sigla "LS" sulla copia per farlo valutare in quanto lavoro di seminario - ossia per far valere il voto come voto di esame che fa media per il voto finale.
E' chiaro che non mi azzarderò a tale imprudenza in inglese, perché non mi sento ancora matura - e se vengo bocciata all'esame pace amen, significa che dovrò rifare il corso, e che probabilmente lascerò perdere anche per il francese. Perché rischiare di consegnare una copia piena di gallicismi quando c'è il lavoro di seminario per scavarmi la fossa più comodamente dopo 3 settimane di notti in bianco?
Scherzi a parte penso di prendere le simulazioni per quel che sono:un indicatore della severità e del metodo di correzione dei nostri professori.

Aucun commentaire:

Enregistrer un commentaire