17 octobre 2008

Di tutto un po'...osservazioni dopo il primo mese.

Osservazione 1: Mai andare a Ginza da soli nel week end. Rischio di agorafobia.
Osservazione 2: Non contare sul tiramisu' per tirarsi su il morale. 250grammi di mascarpone costano 1100 yen (sui 7 euro).
Osservazione 3: Mai prendere la metro nell'ora di punta diretti a una stazione importante tipo Shinjuku. Mai. L'ho fatto una mattina e ed è stato uno shock, per usare un eufemismo. Dopo un mese di totale assenza di contatto sia oculare che fisico, ritrovarsi schiacciata corpo contro corpo con 4 persone diverse, nel silenzio totale, tutti sballottati e pigiati, è stata un esperienza tremenda. Con la signora accanto che nonostante la massa umana stava perdendo l'equilibro e non arrivava a nessun appiglio. Non capisco come facciano ad accettare una cosa del genere in una società dove tutto è cosi immacolato e distaccato...E' davvero come nei video su youtube: i binari sono affollati di gente e TUTTI nessuno eslcuso prenderanno il prossimo treno. No, anche se è pieno non saliranno su quello dopo. Credo di non rendere l'idea, ma è stato davvero tremendo.


Osservazione 4: Le relazioni umane qui non c'entrano niente con le nostre. a) Relazioni con impiegati (supermercato, bar etc etc). Si ha a che fare con robot programmati per dire la frase giusta al momento giusto alla velocità giusta. E per eseguire tutto impeccabilmente e velocemente. Tradotto in una descrizione: entri in un posto pubblico tipo bar o supermercato e ogni impiegato presente di dirà irasshaimase (benvenuto). Useranno il keigo, o linguaggio di rispetto, e saranno fin troppo ossequiosi. Se il negozio è affollato, diranno le loro frasi ad una velocità incredibile e diranno o matase itashimashita (lett.:l'ho fatta aspettare) se non hai dovuto aspettare tanto, ma taihen omatase itashimashita (lett.: l'ho fatta aspettare tanto) se hai dovuto aspettare piu' di 5 minuti. A quel punto, se non sei abbastanza rapido nel tirare fuori le monete per pagare ti sentirai l'essere piu' inutile e inefficiente di questa terra, perchè questa è una società dove tutto deve funzionare e tu devi essere efficiente.
b) Relazioni con conoscenze. Ancora non sono esperta, ma c'è gente che continua a dirmi ohayou gozaimasu (espressione formale) anzichè solo ohayou (espressione informale) nonostante ci vediamo tutti i santi giorni e abbiamo circa la stessa età.
c) Relazioni con "amici" e pari. La mia impressione è che quello che per noi è una insoddisfacente amicizia superficiale qui sia la norma. Altra impressione è che i giapponesi non amino parlare di cose "negative", o brutte in qualsiasi modo. In sostanza sembra non vogliano parlare di problemi o cose personali, ma solo divertirsi e fare finta che vada tutto bene...non so se sia uguale anche tra di loro, forse non amano parlare di quello che è "nel loro cuore", di quel che pensano nel piu' profondo, per qualche motivo a me sconosciuto. Inoltre le amicizie vanno a scompartimenti impermeabili, ci sono gli amici dell'uni, quelli dello studentato, quelli della mensa, quelli del "circolo"...con questi amici e loro soltanto si uscirà e si parlerà di cose inerenti a quel gruppo, a quelle attività, a quell'ambito. Con amici di altri gruppi si parla di altre cose, ma non si mischia troppo. L'obiettivo come sempre è l'armonia e il non mettere l'interlocutore in difficoltà. Ergo sto facendo abbastanza fatica...personalmente preferisco approfondire le conoscenze piuttosto che conoscere 1000 persone con cui parlero' sempre delle solite cose...superficiali. Chemmefrega a me del tempo di oggi?!

Osservazione 5: Per quanto riguarda "l'amore", sembra si vada da un estremo all'altro. O mesi e mesi di corteggiamento a mo' di studenti delle medie, o la prima sera in un love hotel. Provare per credere: un'amica di un'amica, italiana, ha detto in modo diretto e davanti a tutti "sei bello mi piaci" a un giappo, che è diventato viola e non ha risposto nulla. Ritrovatisi a quattr'occhi le ha chiesto, la sera stessa, di andare in un love hotel. Lei se l'è presa facendo quella che "non sono questo tipo di ragazza". Ma non ha capito una cippa secondo me. Il punto è che dopo una dichiarazione cosi inequivocabile, e non avendo vari pregiudizi sul sesso per via del cattolicesimo, la conclusione piu' chiara, nella mente di quel ragazzo giapponese, dev'essere stata press'appoco "ci piacciamo, lo sappiamo entrambi---> andiamo a letto, che aspettiamo?". Sempre su questa linea d'onda esiste una cosa simile allo speed dating, che si chiama 合コン, incontri organizzati in posti pubblici appositamente per single, che vanno li sapendo che tutti sono single e in cerca di qualcuno. VS il modo piu' "normale" di iniziare una relazione: assolutamente indispensabile la dichiarazione 告白, seguita da un certo tempo di riflessione, poi la decisione (si o no), e le prime uscite, dove ci si darà la manina e poi forse ci si darà il primo bacio, ma i tempi variano e vanno da una settimana a un mese, a quanto dicono le ragazze giapponesi a cui l'ho chiesto. Perchè tutto questo? Baciare senza la dichiarazione prima è visto male. Tipo se sei una tipa e baci uno senza prima avergli dichiarato il tuo amore, sei una bagasca. Quando io ho spiegato che in europa facevamo circa cosi, ma a 14 anni, e che verso i 20 ci si dichiarava con un bel bacio appassionato, di cui si capisce il gradimento secondo che segua uno schiaffo o un altro bacio, tutti hanno sgranato tanto d'occhi. Eh, tutte bagasce, in Europa.


Percio' insomma...difficile tirare delle conclusioni. Io vedo "solitudine"e rimedi "estremi", ma magari per loro non è cosi. E' un mistero, quel che pensano.




N.B. Ci tengo a ribadire che queste sono mie personali impressioni.

4 commentaires:

  1. Aressandora18/10/08 12:37

    Ciò che hai scritto è quello che temo di trovare in giappo la volta che ci andrò...e quello che più mi spaventa...Sii come una canna di bambù, piegati piegati ma non spezzarti.(proverbio cinese)...w lo spirito di adattamento!

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  2. Per quanto riguarda l'ultimo punto, è proprio ciò che mi aspettavo, ovvero gli estremi. Ho letto tanti libri sul giappone e tutte le relazioni erano smielate oppure meri rapporti sessuali da consumarsi sul momento. L'unica cosa che rimpiagno è che in Italia non ci siano i Love hotel hihihi... saluti dall'Italia!

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  3. e tu come ti trovi in mezzo a tutto ciò?
    bacioni!!!!
    Giulia.

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  4. In un unico post tochhi argomenti curiosi come la stazione di Shinjuku e argomenti assai comlpessi come la loro organizzazione sociale ed i rapporti interpersonali.

    Su Shinjuku non posso che offrirti la mia solidarietà, ho preso la metro da lì per una settimana tutte le mattine all'ora di punta ed è una bella impresa. Anche se devo dire il mio autobus ai tempi del liceo non aveva molto da invidiare quanto a pressione esercitata :-)

    Sulle relazioni umane sono daccordo sul fatto che siano impostate su basi totalmente diverse dalle nostre e sarei curioso di capire quali sono le origine di un simile modo di concepire la vita.
    Cito solo un aneddoto che mi è capitato: un giorno in treno una signora prende il coraggio a 4 manii e mi parla (in inglese); quando ha scoperto che ero italiano ha iniziato a farmi le domande più strane, tipo:

    - "Ma quando tornate dal lavoro cenate con la famiglia?"
    - "il week end pranzate/cenate con la famiglia"
    - "QUanto tempo trascorrete insieme?"

    e tutte domande di questo tenore, che spesso intercalava con frasi tipo "da noi si fa poco" (eufemismo?). Mi sono chiesto seriamente perchè uno fa domande di questo genere, se non per verificare se il proprio stile di vita sia valido o se abbia qualcosa di profondamente sbagliato.

    Però faccio fatica a categorizzare sempre il Giappone come inferno dei rapporti personali, non fosse altro per due motivi: 1 -la stessa Italia presenta notevoli differenze in questo senso da una regione all'altra.
    2 - La gente a Kyoto parlava molto ma molto di più! D'altra parte qualcuno ha detto: "Il Kansai è la Campania giapponese".

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