09 juin 2009

Giapponesi, fine di un mito.

Questo post è altamente sconsigliato a chi non è mai stato in Giappone ma, appassionato da questo Paese per sentito dire, impressione, conoscenze acquisite in varie materie ad esso aderenti, sta per venirci a vivere, passare un anno, studiare etc.
Perchè mo' basta, cala il sipario. Vi dico la verità su come mi trovo qui e su cosa penso di questo Paese, e a molti non piacerà. Perdonate; io almeno parlo sapendo di che sto parlando.

Io prima di venire qui non mi ero fatta particolare aspettative nè idee. Le uniche cose che avevo studiato sul Giappone erano la lingua, la letteratura, e un po' di storia. La prima e' la mia passione, la seconda sono consapevole sia un mondo a parte che poco c'entra col vero mondo, la terza è il passato. Quando ho vinto la borsa di studio, mi sono informata solo sull'urbanistica di Tokyo, cosa molto concreta. Venendo qua il mio obiettivo era imparare per bene il giapponese, ed ero cosciente che l'esperienza mi avrebbe probabilmente- come nel caso dell'America- portato ad uno "scontro"/"incontro" culturale.
Ma nonostante quello che (quasi) ogni nipponista mai stato qui penserebbe, dopo 9 mesi qui purtroppo devo dire che io, del Giappone e della vita qui, non sono piu' di tanto entusiasta. Diciamo pure che non mi sono stufata solo perchè so che è a breve termine. Ora, mettendo da parte tutte le cose tipo scoperta di nuovi posti e cibi (quindi, turismo), e scoperta di nuovi modi di pensare attraverso i media (vedi i programmi televisivi, you tube, in giapponese), bisogna che vi (che pensate che il Giappone sia il paradiso in terra, per motivi del resto a me oscuri) rendiate conto che io sono 9 mesi esatti che sono qui, e non ho un amico/a giapponese.
Com'è possibile cio'?
Stavolta la "colpa" non è mia. Ho appurato che il problema sta dalla parte dei giappi. Appurato significa che il 99% degli studenti stranieri che conosco la pensa come me e/o si trova nella stessa situazione.
Per dirla in modo concreto: se non ti fai vivo te, non ti cagano. Sei trattato come un essere a parte. Sei sfruttato e ci si interessa a te solo per la lingua che parli. I giapponesi sono molto piu' utilitaristici di quello che possono sembrare. Loro vedono uno straniero e percepiscono 2 cose soltanto: una chance per fare esercizio di inglese e una marea di sterotipi (ad es.: non parla giappo, non capisce niente del nostro modo di pensare, parla in modo troppo diretto, non ha tatto, non ha modi, non ha idea di cosa sia il linguaggio onorifico e chi piu' ne ha completi la lista grazie). Se sei straniero, non ti illudere: non verrai mai trattato come una persona normale e non si avra' mai un interesse genuino per te. Vogliono tutti sempre qualcosa: o parlare in inglese, o farsi il ragazzo/la ragazza, o farsi spiegare un itinerario turistico del tuo paese perchè stanno per andarci. Per dire: anche io se vedo un/a giapponese in Italia, è altamente probabile che voglia parlarci in giapponese, soprattutto ora che non devo piu' vergognarmi di metterci 3 minuti a costruire due frasi dietro fila. Pero' il mio interesse è genuino. Io mi interesso a quella persona. Io voglio sapere cosa pensa. Mi interessa sapere come pensa, cosa sente, che esperienze di vita interessanti ha potuto avere. I giapponesi no. Se ne fregano. Ti parlano perchè questo a loro serve in qualche modo. L'altro giorno ho conosciuto la prima giapponese che mi è venuta incontro di sua spontanea volontà per "fare amicizia". Ok il modo è strano (chiedere il numero per strada cosi dal nulla non è il massimo della naturalezza, ma apprezzo molto lo sforzo, lo slancio), ma fatto sta che mi ha detto subito "cerco amici stranieri che parlino bene giapponese per poter discutere di varie cose". Bella. Promette bene. Ma ho dovuto ricredermi sin dal primo appuntamento. Appena l'interessata ha capito che restavo qui un solo altro mesetto, mi ha detto, parole testuali "ah ma io cerco stranieri che stiano qui a lungo termine, per poter avere uno scambio lungo, non è che mi potresti presentare dei tuoi amici? tipo qualcuno che viene a settembre?". Utilitarismo, utilitarismo, utilitarismo. Per loro è talmente la norma che manco le è sembrato strano dirmi in faccia quello che riassumendo si puo' dire come "te non mi servi perchè stai troppo poco, quindi ti uso per raggiungere il mio scopo che è quello di conoscere gente che sta qua almeno un anno ok?". E si che i giappi stanno fin troppo attenti a non ferire il prossimo con le parole! Insomma, capite quel che sto dicendo??? E non sono deliri miei, perchè al momento di salutarci non mi ha detto "a settimana prossima!" bensi "mi raccomando i tuoi amici eh!". Ma stiamo scherzando?
E cosi, questo è un Paese dove, pare, è risaputo che gli stranieri non si fanno amici. Sarà che il Giappone è stato chiuso ed isolato per secoli? Non lo so, fatto sta che il risultato è che costruire semplici relazioni umane, una delle cose che viene piu' spontanea all'uomo, qui sia difficilissimo. Qui è stata una continua caccia al tesoro. Mi sono fatta in quattro per conoscere gente, e quei 3 gatti che ho conosciuto, ho voluto tenermeli stretti, pensando che il tempo e la frequenza delle uscite avrebbe poi fatto la differenza. Ma dove? Come gia' scritto piu' su, se non mi faccio viva io, chi li sente manco piu? E ormai non è piu' un problema di lingua...
Tutta sta gentilezza tutta sta etichetta, ma poi dietro niente di sostanziale. O che c'hanno un concetto dell'amicizia radicalmente, ma proprio profondamente diverso dal nostro, o che la colpa è il nostro essere occidentali (e quindi trattati come una categoria a parte). Del resto se non fosse cosi, non vedo perchè ci avrebbero dovuto mettere in un dormitorio di soli studenti stranieri. Chè, non siamo abbastanza belli per andare nei dormitori "normali" con gli altri giapponesi che frequentano la stessa università? Ma in Italia quando mai dividono i studentati in "italiani" e "extra-comunitari"? Ma che dico, manco "extra-comunitari", proprio "non-italiani"!
Percio' risultato, si', bellissima esperienza per carità ci mancherebbe. Pero' una gran delusione, i giapponesi.
Poi va be, io me ne frego: il mio scopo era imparare a parlare giapponese, e di migliorare son migliorata, quindi me ne torno comunque vittoriosa e soddisfatta.

6 commentaires:

  1. Aressandora9/6/09 20:41

    ma è la settimana "ma siamo proprio sicuri che tu voglia traslocare in cruccolandia per un po' per farti insultare allegramente" ???

    No perchè nn faccio che prendere voti schifosi in tedesco, ho una certa repulsione per l'umorismo tedesco, e soprattutto ho voglia di studiare altro perchè nonostante i merdosi risultati io l'ho studiato in sti mesi e molto....e dopo tutte ste delusioni comincia a prendermi la fantasticheria del "ma come sarà la? ma sarò in grado?" E uff tu...tu..tu accidenti scrivi i post in giapponese, fai i giochi con i fusilli ai bambini, mangi cibo da uomini davanti a un tipo incuriosito, compri le ballerine e abbandoni le scarpe da ginnastica...dai cavolo sei l'emblema dell'adattabilità...non mi dire così proprio tu...proprio ora...mi prende malissimo...i crucchi mi faranno a pezzettini..:=(

    Cmq anche in Cina c'era il dormitorio per stranieri, e li era un sollievo per le condizioni igieniche di quelli cinesi...non lo so...credo che il problema si riassuma tutto con il tuo post dove si apre l'ascensore e le giapponesine rimangono scioccate...forse c'è una chiave di volta che non si vede...c'è ancora un mese..dai non mollare! :O)

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  2. Ahia, ho fatto danni?
    Ma tu non puoi mettere sullo stesso piano crucchi e giappi. Non vedo perchè ti dovrebbero fare a pezzettini...e i voti cosa c'entrano...vedrai che in 2 mesi penserai in tedesco! E di sicuro non avrai problemi del tipo "sono in erasmus ma non ho amici tra i locali" perchè i tedeschi fino a prova contraria non pensano che gli italiani siano una razza a parte ahahah!
    No davvero, il mio post era rivolto solo ai nipponisti,e le critiche che ho fatto non si possono estendere ad altri popoli. Qui ho avuto queste esperienze, e non da un altra parte. Poi se vuoi le mie impressioni di quando ero in Germania da piccola, volentieri, ma è un altro discorso..

    Per quanto mi riguarda, sì, sono adattabile, ma ci son cose per le quali alla fine penso "basta, questo non fa per me". Non vedo perchè dovrei sempre fare sforzi per trovare una "soluzione" che i giappi non sembrano voler trovare..se c'han problemi loro io non ci posso fare niente alla fine! C'ho provato per 9 mesi e mo' mi arrendo e, con pieno diritto, mi concedo di scrivere le critiche qui sopra.

    L'importante è andare li con voglia di fare e conoscere, cose che so che non ti mancano :O)
    Percio' vai nel polleggio e verrai quante bazze!! (Viva il bulunais)

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  3. Sorry, era *vedrai.
    Francesismo XD XD (Tu verras = vedrai vs. tu viendras=verrai).

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  4. Da straniero, anzi Italiano in Giappone (perchè qui non ti etichettano con "italiano" "francese" "tedesco" "arabo" ecc..ma sempre come GAIJIN ovvero "straniero")non posso far altro che SOTTOSCRIVERE ogni singola parola di ogni tua singola frase!
    Loro pensano che siamo noi a dire le cose in modo troppo diretto poi..figuriamoci!
    Invece di fare corsi d'inglese a manetta, sarebbe meglio che facessero dei corsi di "relazioni sociali"..

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  5. Anonymous17/6/09 21:00

    molto interessante, da un punto di vista psicologico, questo che dici, Stefi..!!

    Dai, ti aspettiamo in Italia, allora, per un po' di calore umano dimenticato!

    Un abbraccio, ciao ciao

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  6. Anch'io sono assolutamente d'accordo con te al 100%!!! e ti dirò di più...mi hai chiarito alcune idee.
    Ho avuto una relazione con un ragazzo giapponese...io innamoratissima,lui pure,all'apparenza. Ma ero troppo diretta per lui,troppo europea.Per non parlare della sua famiglia/amici! Ero un fenomeno da baraccone! Tante domande ogni giorno ma mai MAI una volta che mi chiedessero come la pensassi perchè interessati! Mi chiedevano "Cosa ne pensi della società giapponese?" e quando io rispondevo o non mi cagavano di striscio oppure si servivano della mia opinione(ovviamente captavano solo le cose positive) per potersi sentire superiori a me. O__O

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