12 octobre 2010

Le gioie di WinAlign & altre disavventure ginevrine

Giornata di ordinaria pazzia e serendipità oggi.

Mi sono alzata all'alba (leggi: le 6h40) per poter essere in facoltà alle 8 e andare in aula di informatica prima della lezione delle 10. Questo perché per le lezioni pratiche bisogna, appunto, che facciam pratica con i programmi di cui ci insegnano il corretto uso - di cui noi certamente non abbiamo le licenze, ed ecco motivato l'improvviso amore per il laboratorio di informatica.

Peccato che codesto laboratorio fosse chiuso. Fino alle 9.
Dopo aver bestemmiato in turco, ed essendomi completamente passata la voglia di vedere un computer per i 120 minuti seguenti, ho ripiegato sulla biblioteca - aperta, almeno lei.

La mancanza di caffeina, a cui sto assuefacendomi - la caffeina, non la mancanza!- ha fatto sì che mi dirigessi verso la sezione "tesi" piuttosto che "tavolo-vuoto-che-ti-mette-di-fronte-alla-tua-solitudine-e-necessità-di-STUDIARE". In fondo farsi un'idea delle tesi che sono state discusse aiuta ad orientarsi, e avevo almeno due cose da appurare: 1) A cosa assomigliasse della terminologia ben fatta. Un mistero. 2) Che personaggio e di quale spessore fosse la dottoranda che oggi stesso ci avrebbe fatto lezione al posto del professore. Sono riuscita a soddisfare entrambe le voglie - voire plus.

Per la terminologia, c'era una tesi di un tale che aveva fatto uno stage di 4 mesi a Zurigo in una compagnia di assicurazioni svizzera. Ebbene sì: anche lì sembrano aver bisogno dei servigi di esperti linguistici. Iuppidu'. La tesi sembrava molto meno impegnativa dei minacciosi 25 CFU che dovrebbe valere; il che è sempre una buona cosa. Ma forse il lavoro vero e proprio da lui svolto - la terminologia e l'albero di dominio di circa una sessantina di termini nell'ambito del risk management, se non sbaglio - è stato impegnativo più di quanto uno immagini. Quattro mesi di tirocinio...non sono pochi. Il risultato però è chiaro, sicuro di sé: la terminologia, pur presentando delle difficoltà obiettive, è un argomento che si può trattare e di cui si può finire di parlare.

Per la dottoranda, devo ammettere di averla ampiamente sottovalutata, alla luce della sua tesi e di come, poi nel pomeriggio, ci ha fatto lezione. La vidi per la prima volta agli esami di ammissione. Una bionda dai tratti duri. Brutta roba, pensai (per non dire altro). La sua tesi però mi interessa particolarmente e personalmente: riguarda la traduzione e l'autotraduzione. Che non è la traduzione automatica - come pensavo io, ignorante; bensì è la traduzione fatta da un autore del suo testo, e riguarda i bilingui. Credo di avervi rotto le scatole in abbondanza con le mie seghe mentali sul (mio) bilinguismo, presente con autotraduzioni in questo blog stesso, quindi non mi dilungherò. Sia detto che mi affascina di essere un potenziale argomento di tesi di un candidato al dottorato hi hi. Tornando al discorso, cioè alla dimostrazione di quanto il personaggio sia degno di stima, costei a quanto pare ha tradotto i romanzi di Elvira Dones dall'albanese - e ha usato la sua traduzione, pubblicata in Italia e scusate del poco, come termine di raffronto con l'autotraduzione dell'autrice. Idea, trovo, bellissima e stimolante. Ora scommettiamo 50 euro che alla prossima ricerca su internet che farà di Elvira Dones scoverà questo post e mi farà bocciare all'esame perché non le sarà piaciuto e sarà risalita in qualche modo a chi sono. Rischi del mestiere.

Tutta contenta di questa scoperta e della lettura (superficiale) di queste due tesi sono andata alla lezione delle 10, CAT. Alle 11, ci siamo spostati nel laboratorio informatico. Arriverò subito al succo: dopo un'ora di lavoro di primi passi con WinAlign, che non permette di salvare nulla prima del completamento di 6 operazioni di base, il programma ha pensato bene di crashare alla sesta tappa appena iniziata. Prima del salvataggio.

Non rimanendomi tempo per ricominciare da capo entro l'inizio della lezione seguente mi sono rassegnata a fare gli straordinari in aula informatica più tardi e sono andata a traduction argumentée dal francese. Dove insegnava per l'appunto la dottoranda. Che, come accennavo poc'anzi, oltre ad essere un personaggio di tutto rispetto nell'ambito della traduzione - del resto altrimenti non sarebbe lì obiettereste voi, ma io sono abituata all'Italia, vi risponderei - è una gran figa (tanto per esser chiari somiglia alla Hunziker) e ne sa a pacchi. E spiega pure bene. Se vi piace il masochismo passate, siamo al sesto piano.

Dopo lezione sono tornata in biblioteca. Dopo un po' che studiavo e traducevo, non essendomi portata dietro il portatile ho deciso di usare i pc lì presenti.
Mica ho scoperto che ANCHE I PC IN BIBLIOTECA hanno le licenze dei software dei pc dell'aula informatica di cui avevo bisogno stamattina alle otto?

Dicesi sfiga, o chiamasi beffa.

Ad ogni modo ho messo a frutto questa scoperta per fare gli straordinari e recuperare l'ora persa a causa dei capricci di WinAlign.

A nuoto sono andata un po' timorosa: dopo tanta sfiga condensata in così poche ore, temevo come minimo un furto, e nel peggiore dei casi di scivolare e cadere rumorosamente davanti a tutti, o simili e affini. Mi è andata bene: ho solo avuto dei crampi al piede per l'ultima mezz'ora di lezione.

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