15 août 2010

"Torna il Gay Pride a Tokyo, ma gli omosessuali giapponesi non sono liberi"

Quest'anno si terrà la settima edizione del Gay Pride a Tokyo, 3 anni dopo quella del 2007. In Giappone sono pochi gli omosessuali a rivelare le loro preferenze ad amici e colleghi.

"Genji trovò quel giovane uomo più attraente di sua sorella". Che si tratti del Genji Monogatari, l'opera di letteratura classica composta da Murasaki Shikibu nell'XXI secolo o dei racconti a valenza storica del Giappone (Kojiki, Nihonshoki), l'omosessualità nella cultura tradizionale non era nulla di cui vergognarsi.

Eppure, mentre è in corso questo week-end la settima edizione del Gay Pride a Tokyo, molti giapponesi omosessuali non osano affermarsi. Dall'occidentalizzazione del 20esimo secolo, essere omosessuali significa temere lo sguardo degli altri attorno a sè e al lavoro.

"So benissimo di essere gay, e lo so da quando facevo le elementari. Ma continuerò a portare a casa delle ragazze per sembrare "normale" agli occhi dei miei" confessa Sota Aoki all'agenzia Reuters.

"Ora i miei fanno pressione affinché io mi sposi, e ci sto pensando seriamente. Ma non voglio finire come molti dei miei amici che si sono sposati e hanno avuto figli. Ora saranno costretti a mentire per il resto della loro vita."

Il caso del giovane Sota, 24 anni, non è un caso raro in Giappone. Confessare la sua omosessualità ai suoi genitori corrisponderebbe a rovinare i loro sogni di discendenza.

Ni-chome, centro della cultura gay a Tokyo.

Più che altrove i giovani tra i 20 e i 30 anni qui sono vittime di pressioni per sposarsi e fondare una famiglia. Il paese ha un tasso di natalità estremamente basso, che fa diminuire la popolazione. Ma neanche l'ambiente di lavoro aiuto gli omosessuali ad assumere la loro identità.

"Conduco due vite separate, racconta Yuu, che preferisce non dare il suo cognome all'agenzia Reuters. Di giorno sono un perfetto "salaryman" in un'azienda di web design e nessuno conosce il mio segreto. Di notte però vado a Ni-chome dove lavoro come barista. Sono sette anni che ho questa doppia vita."

Ni-chome, nel quartiere di Shinjuku, è famoso come rappresentate della cultura gay a Tokyo con la più alta concentrazione di bar gay del Giappone. E' qui che si svolgeranno gli eventi principali della manifestazione di questo fine settimana.

Noriaki Fushimi, attivista per i diritti degli omosessuali, vi terrà oggi un discorso sul futuro del movimento omosessuale in Giappone. Domenica la manifestazione continua con bancarelle di cibi e bevande durante il Rainbow Festival.

La tradizionale parata passa questo pomeriggio attorno al parco Yoyogi. Negli ultimi tre anni l'evento era dovuto essere annullato per mancanza di personale. L'ultima parata ufficiale si è svolta nel 2007. Quest'anno sono attesi 5000 partecipanti.
Traduzione di un articolo su www.aujourdhuilejapon.com

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