E' rimasto in sospeso l'ultimo giorno a Kyoto.
E' stato dispersivo perchè mi rimanevano le zone piu' esterne della città, leggi il santuario di Inari a sud, e il Kinkakuji e Ryoanji a nord ovest. Siccome non ho noleggiato la bici, per il gran male al ginocchio che mi era venuto causa cattiva regolazione dell'altezza del sedile, mi sono mossa in bus, ma è stato scomodissimo, lungo e noioso. Soprattutto per il caldo che ha colpito Kyoto quel giorno. Ad ogni modo è stata una giornata soddisfacente, in primis perchè ho affrontato davvero il santuario di Inari scalando il monte fino in cima. Ci ho messo tutta la mattina. Il santuario di Inari è famoso peri torii rossi, e vi è sacra la divinità della volpe (per il raccolto). I turisti turisti si fermano giu', io invece ho affrontato la salita e di questo sono fiera e contenta. Sembrava davvero un altro mondo su per il monte, nella foresta...cosi' lontano dal mio quotidiano da farmi sentire estranea a tutto.
D'altra parte poi ho visto il Kinkakuji (padiglione d'oro), finalmente..Dal punto di vista "affettivo" ci tenevo. Di Mishima mi sono stufata prima di averlo letto, per la stanchezza nel sentire i giapponesi commentare "Mishima? ma scrive in un giapponese talmente artificiale, verboso...", ma la curiosità per aspetti suoi piu' "concreti" rimane. E cosa c'è di piu' concreto che di vedere il padiglione che ha ispirato una delle sue opere maggiori che ho pure letto?
Eh c'è qualcosa che mi sfugge nel connubio monumento + altezza + soddisfazione...perchè se ci fai caso sti accidenti di monumenti o sono in cima a 15 mila gradini, o sopra un monte...e tu sei sotto e pensi...sì ma io nn c'ho voglia di salire..ma chissene...poi rimugini..si ma son qui quando mi ricapita, mica posso tornare a casa e dire che mi son fermato sotto...e allora sali...sudi, ti viene il fiatone...arrivi in cima..e però poi ti senti un uomo migliore! Chissà! Continua a sfuggirmi... :O)
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