14 juillet 2008

Solitud(in)e

"Può accadere che per un'ora buona due persone parlino con entusiastico trasporto di eventi vissuti insieme, senza peraltro che fra loro abbia luogo una vera conversazione. L'uomo per sua natura solitario, portato a cedere alle proprie inclinazioni melanconiche, sente il bisgno di qualcuno con il quale spartire la tristezza che lo opprime. Poi, quando ha trovato un interlocutore congeniale, prende a sciorinare il suo monologo come raccontasse un sogno. Così procede il loro colloquio: per soliloqui alterni. Sennonché, nel giro di qualche istante, si rendono conto di non avere nulla da dirsi. Come due uomini ai lati opposti di un abisso, reso invalicabile dal crollo di un ponte che gli avrebbe consentito di raggiungersi."

"Il peut arriver que deux hommes parlent pendant une bonne heure avec enthousiasme d'évènements vécus ensemble, sans qu'une réelle conversation n'aie au fait lieu. L'homme à la nature solitaire, porté à succomber à ses propores propensions mélancoliques, a besoin de quelqu'un avec qui partager la tristesse qui l'oppresse. Donc, quand il a trouvé un interlocuteur convenant, il commence à parler profusément, comme s'il raccontait un rève. Leur dialogue continue ainsi: en alternant les soliloques. Si ce n'est que pour le fait qu'ils se rendent compte en moins que rien, de n'avoir rien du tout à se dire. Comme deux hommes aux bords opposés d'un fossé, rendu intraversable à cause de l'effondrement d'un pont qui leur aurait permis de se rejoindre."

Tratto dal VIII capitolo di "Cavalli in Fuga" di Yukio Mishima.
Titolo originale dell'opera "Honba". Traduzione al francese mia.

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