08 juillet 2008

°oOL'introduzione della scrittura in GiapponeOo°

Gioite, vi rendero' partecipi del mio argomento a piacere per l'esame di Filologia Giapponese di domani =.=
Magari c'è qualcuno a cui puo' interessare... ^^ (Ogni riferimento a Giulio è puramente casuale :P)

L'introduzione della scrittura in Giappone è avvenuta relativamente tardi, ossia nel V secolo d.C.
Non avendo i giapponesi inventato un loro modo di scrivere, lo hanno preso dai cinesi per mezzo dei coreani, e la data tardiva di assimilazione è chiaramente dovuta all'isolamento dell'arcipelago. In realtà la scrittura è stata inventata solo poche volte nella storia dell'umanità e quindi non c'è da stupirsi; rimane il fatto che i giapponesi abbiano deciso di adottare la scrittura cinese nonostante i problemi di adattamento alla propria lingua (NdR.: Giapponese= agglutinante con alcune caratteristiche flessive, cinese= isolante).
Quindi, almeno dalle origini al XVIII secolo, "scrittura in giapponese" non è coinciso sempre con "scrittura della lingua giapponese".
Le prime iscrizioni in Giappone datano del II e III secolo, ma la loro brevità e i numerosi errori fanno pensare che venissero considerate come soltanto ornamentali; bisogna aspettare il V secolo per trovare finalmente la coscienza di cosa comportasse l'uso dei caratteri: veicolare significati. Siccome i giapponesi hanno introdotto la scrittura cinese e imparato a tradurla e decodificarla, hanno usato quel codice per scrivere, innanzitutto perchè era l'unico noto, inoltre perchè il cinese era prestigioso e capito in tutta l'asia dell'est, infine perchè non c'erano particolari vantaggi a comunicare con la lingua autoctona date le difficoltà di adattamento dei kanji dal cinese.
Quindi tra il V e l'VIII secolo prevale una scrittura in kanbun (puro cinese) di documenti formali e ufficiali, e si scriveva a scopi socio-politici. I kanji arrivati dalla Cina erano già giunti ad un certo grado di standardizzazione, tant'è che non erano piu' pittogrammi bensî ideogrammi.
Progressivamente pero' emerge la necessità di rendere per iscritto anche la lingua autoctona, sia per scritture private che per poesia, trascrizioni di orale e comunicazioni informali quotidiane.
Il problema era la resa delle parti funzionali del giapponese, per la quale gli ideogrammi del cinese, una lingua isolante, non erano affatto adatti. Infatti i
漢字kanji sono composti da 3 elementi: 形forma, 意味significato, 音suono, e fermo restando che i giapponesi non hanno cambiato la forma, potevano usarli come fonografi oppure logografi. Come fonografi avevano gia' una lettura on, 音読みossia lettura cinese, leggermente nipponizzata (ad esempio 山 shan in cinese, さんsan in giapponese). A questa lettura on, i giapponesi hanno aggiunto la propria, detta kun 訓読み, ossia la traduzione del segno logografico, ad esempio 山 letto alla giapponese è やま yama.
Quindi la strategia adottata per scrivere nella lingua autoctona è lo
変体漢文 hentai kanbun, una forma ibrida sino-giapponese, antenato del giapponese moderno.
Per rappresentare le parti funzionali della lingua si usarono i kanji per il loro valore esclusivamente fonetico (uso detto
仮名 Kana, in contrapposizione all'uso semantico detto 真名 Mana). La scelta era aribtraria all'inizio, tant'è che decodificare un testo era arduo per la mancanza di standardizzazione: potevano esserci piu' kanji per uno stesso suono; inoltre si poteva usare la lettura on (uso detto 借音syakuon) oppure kun (uso detto 借訓 syakkun), anche solo parzialmente in alcuni casi, contribuendo a rendere tutto molto complicato. Questi kana erano molto usati nel 万葉集 Manyoshu[la piu' ampia e complessa raccolta poetica del Giappone antico, ca. 760 d.C.], tant'è che furono poi chiamati 万葉仮名 Manyogana. Il loro uso col tempo si standardizzo' e si semplifico': dalla forma corsiva nacque lo ひらがな Hiragana e da una parte di carattere il カタカナ Katakana, i sillabari ancora usati oggi.
Lo hiragana sarà usato soprattutto dalle donne, per le quali era ritenuto sconveniente imparare il cinese, e contribuirà allo sviluppo della letteratura classica giapponese (di periodo Heian) scritta in 和文体 Wabuntai, ossia una forma di scrittura in hiragana con pochi
k ango(parole cinesi) e la struttura linguistica in giapponese direttamente.

Allo stesso tempo, la scrittura
漢文 in kanbun subisce delle modifiche perchè volontariamente o meno i giapponesi iniziano a nipponizzarla, ad esempio cambiando l'ordine delle parole nella frase perchè il cinese è una lingua SVO e il giapponese invece SOV. Quindi si scrive secondo i criteri formali cinesi (per il prestigio), ma con la preoccupazione di rendere il testo leggibile anche ai giapponesi. In questo contesto nasce il 漢文訓読・かんぶんくんどく Kundoku, un testo in cinese con già integrati segni funzionali e fonetici per la decodifica.
A questo proposito bisogna introdurre una definizione di lettura, perchè nel caso del giapponese antico, leggere nel senso odierno forse non era nemmeno lo scopo di un opera. La fruizione del testo scritto poteva coincidere o nella resa orale in cinese o per la resa orale in giapponese oppure per la sola decodifica. Questo perchè la scrittura ideografica è di tipo sintetico * e quindi il segno grafico sta per il significato e non da' alcuna indicazione sulla lettura. Essa quindi dipende dagli strumenti di decodifica del fruitore nonchè dall'intenzione dello scrivente, che avrà sritto IN oppure PER la lingua autoctona. Per intenderci, il fruitore poteva anche capire il senso senza saper leggere ad alta voce, che è un po' quello che succede a noi studenti di giapponese :P

Riassumendo, a seconda delle esigenze si avevano strategie di scrittura come segue:
Rappresentazione fedele propria lingua----> a. dettagliata = manyogana e kanjikanamajiri
b.abbreviata = ryakutai
Trasmissione di informazioni---------------> a. abbreviata = hentai kanbun
b. integrata = kanbun kundoku

Il risultato di tutto questo è il
kanjikanamajiribun, sistema di scrittura attuale che esprime il valore semantico con kanji e parti funzionali con sillabari e i 文体 buntai, ossia "forme di scrittura".
Sin dalle origini, le "forme di scrittura" variano a seconda del contenuto/sopo/fruitore/status sociale e seguono regole molto rigide. Vanno dalla forma in puro cinese al kanjikanamajiribuntai passando per le innumerevoli forme ibride. Al momento del
言文一致運動 Genbunitchi Undo (Movimento per la Riunificazione di Scritto e Orale, Era Meiji**), una delle questioni da risolvere sarà proprio dotare il Giappone di una scrittura comprensibile e raffinata, adatta ad esprimere tutti i registri, dal formale all'informale, un concetto ostico per i giapponesi vista la millenaria tradizione di scrivere in modo radicalmente diverso a seconda del registro, contenuto etc.

Ultime considerazioni linguistiche:
- La nipponizzazione delle letture on, necessaria per adattare la pronuncia delle parole cinesi alle caratteristiche fonetiche del giapponese ha ridotto il numero di suoni, aumentando quello degli omofoni, un punto critico del giapponese, al punto che la distintività (semantica) non si ha piu' nell'orale (in mancanza di un contesto) ma soprattuto allo scritto.
- Il sistema ideografico giapponese è meno legato all'oralità di quello cinese, dando interessanti spunti di ricerca sul confronto degli sviluppi diacronici della lingua. Si suppone un cambiamento diacronico piu' rapido in giapponese (e infatti lo scollamento scritto-orale all'inizio del XIX secolo era drammatico).

* Vs. analitico: scrittura alfabetica che si ricava dalla scomposizione dell'orale.
** (1868-1912)

Dimenticavo....IO AMO QUESTA MATERIA!!!

3 commentaires:

  1. GODURIOSO!!!!!!!! ...o filologa sister... CHE LA TUA PERMANENZA NEL SOL LEVANTE POSSA CONDURTI ALLA CONOSCENZA SUPREMA E CHE TU POSSA ROTORNARE TRASFIGURATA E TRANSUSTANZIATA

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  2. Ma quel giulio sono io ? ^^
    mi fai arrossire XD

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  3. X GIU---> AH AH no non eri tu scusami, lo ridico anche pubblicamente, pensavo al mio collega filologo che come puoi vedere ha commentato qui sopra :P Cmq non c'é da arrossire suvvia :P

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